“Connectivity Wars”

Immigrazione, finanza e commercio, futuri campi di battaglia della geo-economia

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Mentre al Word Economic Forum di Davos in questi giorni si discute di economia connessa o “Quarta Rivoluzione Industriale”, ECFR pubblica una nuova raccolta che racconta il lato oscuro dell'interconnettività ed analizza come le battaglie geo-economiche stiano minacciando di distruggere l’ordine economico mondiale.

Connectivity Wars: Why migration, finance and trade are the geo-economic battlegrounds of the future”, a cura di Mark Leonard, Direttore di ECFR, raccoglie 23 analisi che si propongono di comprendere come le potenze mondiali stiano “militarizzando” l’interconnessione del sistema globale per colpirsi vicendevolmente. Sanzioni, speculazioni sulle valute, campagne di boicottaggio e disinvestimento, controllo del flusso dei migranti, infrastrutture fisiche e digitali, sono questi tutti mezzi a cui molti stati fanno ricorso.

Il report analizza inoltre quei paesi che oggi costituiscono il nuovo “G7 geo-economico”. Se gli Stati Uniti continuano a prevalere su diversi fronti, in particolare la finanza internazionale, altri attori continuano ad esercitare particolare influenza sulle proprie sfere di competenza. Se l’Unione Europea, ad esempio, sfrutta il proprio potere regolamentare in quanto più grande mercato unico al mondo, la Cina, superpotenza nelle costruzioni, è sempre più al centro di una crescente rete d’infrastrutture.

Secondo Mark Leonard: “Questa settimana, i delegati sono a Davos per il World Economic Forum, massima espressione di un ordine mondiale globalizzato interdipendente. Ma al di sotto della superficie,  imperversano conflitti geo-economici: blocco di commercio e investimenti,  rotture di diritto internazionale, internet, reti di trasporto e circolazione delle persone. Queste sono le nuove “connectivity wars.

 “L’attività economica, in tutte le sue forme, viene ora usata come un’arma. Di fronte ad un’opinione pubblica stanca della guerra e alla diminuzione delle risorse economiche, le potenze occidentali esercitano il proprio potere attraverso l’influenza che esse hanno su economia mondiale, finanza e commercio. Altre invece,  esercitano la propria influenza controllando i flussi migratori o sviluppando istituzioni multilaterali in concorrenza al gruppo di Bretton Woods.”

 “ L’interdipendenza, un tempo descritta come scudo contro i conflitti, è diventata al contrario una misura del potere, e la facilità con cui gli stati stanno militarizzando tale interdipendenza proietta ombre oscure sull’attuale ordine mondiale.”

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Hanno contribuito alla raccolta: Atif Ansar, Anu Bradford, Ian Bremmer, Ben Caldecott, Dag Harald Claes, Rogier Creemers, Sebastian Dullien, Simon J. Evenett, Ulrike Esther Franke, Andreas Goldthau, Kelly M. Greenhill, Michael Hessel, Carla Hobbs, Parag Khanna, Hina Rabbani Khar, Hans Kundnani, David Livingston, Stefan Mair, Clara Portela, Andrew Puddephatt, James Reilly, James Rickards, Moritz Rudolf, Stephen F. Szabo, José Ignacio Torreblanca, Thomas Wright and Juan Zarate.

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