Libertà di scelta: Un nuovo piano per la pace nel Sahara Occidentale

L’ONU dovrebbe perseguire un’opzione di “libera associazione” per il Sahara occidentale – una terza via che offra un mezzo realistico per realizzare l’autodeterminazione saharawi

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  • La recente e violenta interruzione del cessate il fuoco nel Sahara occidentale è un campanello d’allarme per l’UE e le Nazioni Unite, che dovrebbero prestare maggiore attenzione alla soluzione del conflitto di lunga data tra Saharawi e il Marocco.
  • Nel corso degli anni, diversi sforzi di pacificazione hanno indotto l’Organizzazione di rappresentanza dei Saharawi, il Polisario, a fare concessioni al Marocco. Tuttavia, il Marocco continua a insistere su un’opzione di autonomia per i Saharawi, che non coincide con l’indipendenza.
  • La Francia, insieme agli Stati Uniti, dovrebbe incoraggiare questa opzione eliminando la protezione diplomatica verso il Marocco in seno all’UE e all’Onu.
  • Il corretto allineamento delle relazioni politiche e commerciali dell’UE sarà fondamentale per la conclusione di questo conflitto. È nell’interesse degli Stati membri dell’UE garantire un Vicinato meridionale stabile.

Quest’anno ricorre l’anniversario della creazione della missione ONU per il Referendum nel Sahara occidentale (MINURSO). La missione era originariamente incaricata di porre le basi per l’autodeterminazione saharawi, in concomitanza con il monitoraggio del cessate il fuoco tra Marocco e Polisario – il movimento di liberazione nazionale del Sahara occidentale. Eppure, tre decenni dopo, l’ONU ha ottenuto ben pochi risultati.

In un nuovo policy brief  ECFR –  Free to choose: A new plan for peace in Western Sahara gli autori Hugh Lovatt e Jacob Mundy sostengono come una soluzione diplomatica al conflitto del Sahara Occidentale sia possibile – una soluzione che possa preservare gli interessi fondamentali di ciascuna parte e soddisfare il diritto del popolo saharawi all’autodeterminazione, in linea con il diritto internazionale e il realismo politico. Ma al fine di ottenere ciò che vogliono, entrambe le parti dovranno fare ulteriori concessioni.

Sulla base di interviste con funzionari attualmente in servizio ed ex dirigenti, nonché con esperti e accademici di livello, il policy brief sostiene come, in questo momento critico, i governi europei – compresi quelli con un seggio nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite – debbano rilanciare con urgenza un processo di pace a guida ONU nel Sahara occidentale. Così facendo, eviterebbero di ripetere gli errori già commessi.

Secondo Jacob Mundi, “Per troppo tempo, il processo di pace delle Nazioni Unite nel Sahara occidentale è andato avanti senza una meta chiara, e ora il cessate il fuoco si è rotto. Per evitare che la situazione vada fuori controllo, la popolazione del Sahara occidentale dovrà vedere un impegno credibile e imparziale da parte del Consiglio di sicurezza dell’ONU e dei paesi dell’UE“.

Come sottolineato da Hugh Lovatt: “L’Unione Europea ha un interesse fondamentale nel raggiungere una soluzione giusta e sostenibile per il conflitto del Sahara occidentale. L’Europa può svolgere un ruolo importante nel sostenere i negoziati guidati dalle Nazioni Unite. Ma per farlo, dovrà lavorare ad un riallineamento delle sue relazioni politiche e commerciali.

ECFR non assume posizioni collettive. Le pubblicazioni di ECFR rappresentano il punto di vista degli autori.