Scontro tra culture: Russia, Ucraina e la lotta per l’Europa
La guerra della Russia contro l’Ucraina sta mettendo alla prova i valori europei. La risposta dei governi europei sarà cruciale per il sentimento europeo, l’unità e la solidarietà dell’UE nei confronti dell’Ucraina
Secondo un nuovo policy brief intitolato “The European Sentiment Compass – Culture clash: Russia, Ukraine and the fight for the European public”, la guerra della Russia contro l’Ucraina sta mettendo in discussione l’impegno dell’Europa nella promozione di apertura, diversità, libertà e solidarietà.
Questa pubblicazione annuale è un’iniziativa della European Cultural Foundation (ECF) e dello European Council on Foreign Relations (ECFR). La seconda edizione del report, a cura di Pawel Zerka, Senior Policy Fellow di ECFR, analizza le percezioni europee in tutti i 27 Stati membri dell’UE a un anno dell’invasione russa dell’Ucraina.
Nonostante i governi e i cittadini europei abbiano dimostrato un sostegno senza precedenti all’Ucraina, i leader dell’UE si trovano in difficoltà nell’approccio alla cultura, ai media e ai cittadini russi nel contesto della guerra in corso. Il policy brief, pubblicato in occasione dello Europe Day (9 maggio), indica che la loro risposta potrà rafforzare o minare i valori europei e influirà sulla tenuta della solidarietà dell’Europa nei confronti dell’Ucraina.
Il report, che analizza la risposta del settore culturale europeo all’invasione russa dell’Ucraina, mette in luce come, per quanto le istituzioni culturali e gli artisti europei siano saldi nel proprio sostegno all’Ucraina e ai professionisti ucraini nel campo della cultura – nonché nella protezione del patrimonio culturale in pericolo in Ucraina – manchi una risposta uniforme nei confronti della cultura e della lingua russa. Tutto ciò, secondo l’autore Pawel Zerka, ha evidenziato le divisioni nella percezione pubblica della Russia.
Rispetto ai valori già elevati dello scorso anno, il sentimento europeo negli Stati membri rimane forte, come evidenziato, tra l’altro, dalla solidarietà e dall’unità del continente in risposta all’invasione russa dell’Ucraina:
- I cittadini europei rimangono fortemente legati all’Europa e ottimisti sul futuro dell’UE, come emerge dai sondaggi di opinione.
- Ad eccezione dell’Ungheria – e, in parte, della Polonia e della Bulgaria – la maggior parte dei governi degli Stati membri dell’UE dimostra atteggiamenti favorevoli verso l’Unione.
- I governi di quattro Paesi (Repubblica Ceca, Danimarca, Slovacchia e Slovenia) sono diventati più europeisti nell’ultimo anno, mentre la Bulgaria è stata l’unica a diventare sempre più scettica.
- Dodici dei 27 Stati membri dell’UE hanno destinato almeno lo 0,5% del proprio PIL al sostegno dell’Ucraina (Bulgaria, Croazia, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Slovacchia, Svezia).
- La Danimarca è il Paese UE il cui sentimento europeo appare più forte nel 2023, mentre la Grecia quello dove sembra più debole.
Tuttavia, il sentimento europeo corre anche diversi gravi rischi:
- Le preoccupazioni relative al costo della vita sono consistenti in gran parte dell’Unione, anche in uno Stato ricco come l’Austria.
- I partiti politici che in passato hanno criticato l’Europa sono forti in almeno dieci Paesi UE (Austria, Belgio, Bulgaria, Estonia, Finlandia, Italia, Paesi Bassi, Francia, Romania e Slovacchia).
- Alcuni Paesi UE potrebbero rivelarsi particolarmente vulnerabili alle narrative russe, ad esempio a causa della scarsa alfabetizzazione mediatica (Bulgaria, Croazia, Grecia, Ungheria, Romania, Slovacchia), dei risentimenti storici verso l’Ucraina (Ungheria, Polonia, Romania) o dell’affinità culturale con la Russia (Austria, Bulgaria, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania).
- L’Ungheria è l’unico Paese UE con un governo favorevole alla Russia.
- La Bulgaria e l’Ungheria sono i due Paesi UE il cui sentimento europeo è attualmente più a rischio, mentre Danimarca, Finlandia, Irlanda e Lussemburgo sono gli unici in cui tali rischi sono minimi.
Il policy brief sostiene che la modalità con cui l’Europa risponde al conflitto sarà cruciale nel rafforzare o contraddire la propria reputazione. Riacquistando fiducia nel liberalismo e mostrando resilienza e apertura, i leader dell’UE e degli Stati membri possono svuotare le affermazioni russe rispetto a un’Europa debole e riaffermare i valori europei, afferma Pawel Zerka.
A tal fine, l’autore formula le seguenti raccomandazioni per i decisori politici UE e degli Stati membri:
- Disarmare la disinformazione: Nell’affrontare la propaganda russa, le autorità europee si concentrano spesso su soluzioni difensive, che sfiorano la censura. Dovrebbero invece puntare a disarmare la disinformazione russa o filorussa investendo in comunicazione strategica, sensibilizzazione e alfabetizzazione mediatica. È altresì essenziale affrontare le ragioni per cui le persone credono alla disinformazione e promuovono narrazioni alternative su questioni controverse come la diaspora degli ucraini in Europa o la potenziale adesione dell’Ucraina all’UE.
- Non boicottare la cultura russa: Con l’intensificarsi degli sforzi di de-russificazione profusi dall’Ucraina, i Paesi UE potrebbero subire crescenti pressioni per incoraggiare il boicottaggio della cultura russa. Tuttavia, dovrebbero resistere a questa pressione. Infatti, tale boicottaggio si scontrerebbe con i valori europei, come la libertà di espressione, e potrebbe confondere i cittadini europei. Inoltre, impedirebbe agli artisti e alle istituzioni europee di esplorare nuovi modi per rendere la cultura utile in tempo di guerra. Piuttosto che concentrarsi su queste misure difensive, le autorità europee dovrebbero sostenere attivamente la cultura ucraina.
- Creare nuovi alleati: I leader europei devono essere cauti nell’attribuzione delle responsabilità della guerra in Ucraina, distinguendo tra regime e popolazione. Anziché riferire solo sulle decisioni di Putin e della sua cerchia ristretta, i media europei potrebbero migliorare il proprio operato facendo luce sul ruolo dei cittadini russi in questa guerra. Inoltre, i cittadini europei potrebbero svolgere un ruolo più attivo in politica estera, impegnandosi in discussioni con i russi che conoscono, per promuovere un senso di responsabilità individuale e di comprensione reciproca.
Secondo Pawel Zerka:
“Mentre tornano a scoprire il linguaggio del potere, gli europei non dovrebbero dimenticare che la loro principale risorsa consiste ancora in un soft power significativo – compresi i valori che l’Europa rappresenta. Pertanto, nel rispondere alla sfida che la guerra russa in Ucraina rappresenta per la propria cultura e i propri valori, gli europei dovrebbero fare attenzione ad assicurarsi che le proprie azioni siano coerenti con le proprie parole”.
Lo studio si è avvalso della rete di ricerca di ECFR per mappare gli orientamenti di tutti i singoli Paesi UE. A tal fine, 27 ricercatori associati di ECFR, uno per Stato membro, hanno analizzato la situazione politica dei loro rispettivi Paesi, studiando i sondaggi d’opinione e altri documenti e intervistando esponenti politici e analisti. Nel marzo 2023, i ricercatori hanno poi risposto a un sondaggio standardizzato, consentendo all’autore di fare un’analisi comparata tra i 27 Stati membri. Nell’analisi sono state utilizzate anche fonti esterne.
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