In salute e in malattia: la cooperazione europea durante la crisi coronavirus
Il Covid-19 ha rivelato quanto gli Stati membri dell’UE e le istituzioni siano dipendenti l’uno dall’efficacia dell’altro
Dal marzo 2020, la cooperazione europea – così come l'importanza delle istituzioni dell'UE – ha dovuto affrontare una serie di test: prima di tutto il coordinare una risposta immediata alla pandemia, poi il fornire soccorso agli Stati membri colpiti dal virus e, infine, la condivisione degli oneri finanziari per affrontare le conseguenze economiche del covid-19. Si è trattato di un’eccezione o – almeno per certi versi – di un punto di svolta per il funzionamento dell'UE?
Nel nuovo policy brief ECFR, il nostro esperto Pawel Zerka analizza l'impatto della crisi sui modelli di cooperazione tra i governi dei 27 Stati membri dell'UE e su ciò che i policy maker europei si aspettano dalle istituzioni dell'UE e dalle capitali nazionali in tali situazioni di crisi.
Tra i risultati principali della ricerca:
- Una ricerca condotta all'apice della diffusione del covid-19 conferma lo status di leadership della Germania all'interno dell'UE.
- Nonostante il vacillare iniziale nell'affrontare la pandemia, la Germania ha riconquistato la fiducia degli altri Stati membri in materia di salute ed economia con i Paesi Bassi, alla guida degli Stati “frugali” che si oppongono a una maggiore condivisione degli oneri finanziari.
- La stessa UE ha ottenuto pochi apprezzamenti da parte dell'opinione pubblica o dei policymakers, i quali ancora biasimano Bruxelles per la leadership economica post-crisi.
- La Francia è emersa a capo di un accentuato raggruppamento “meridionale” di Stati membri, mentre il gruppo Visegrad è stato invisibile durante la crisi.
- Colmare il divario nord-sud è un compito che spetterà a Germania e Francia, attraverso la costruzione di coalizioni sulle policy più importanti. Pur dovendosi concentrare su questo, non dovrebbero dimenticare che la chiusura dello spartiacque est-ovest rimane un altro obiettivo importante.
- C'è il rischio che alcuni Paesi dell'Est sentano di non ricevere abbastanza attenzione – e si allontanino ulteriormente dal punto di vista economico e politico.
- Assicurare che l'ovest e l'est non si allontanino ulteriormente, mantenendo al contempo l’attenzione sulle difficoltà del sud è un vero rompicapo per la presidenza tedesca dell’UE – soprattutto in un periodo in cui i negoziati per il Recovery Fund dell'UE e il prossimo bilancio pluriennale entrano in una fase decisiva.
L’analisi si basa sui dati del Coronavirus Special, che riporta i risultati di un'indagine di esperti dai vari Stati membri sulla cooperazione europea durante la crisi del coronavirus. Lo scopo di questa indagine, condotta fino alla fine di maggio, è stato quello di avere una visione d’insieme su ciò che è accaduto alla cooperazione europea nel momento in cui la pandemia ha raggiunto il suo apice.
Il Coronavirus Special consente di verificare i dati raccolti nell'edizione 2020 del nostro EU Coalition Explorer, che, in maniera simile, riporta i risultati di un’indagine EU27 condotta tra marzo e aprile 2020 dal team Rethink: Europe di ECFR. Analizzando le opinioni di oltre 800 esperti che si occupano di politica europea nei governi, nei think-tank, nel mondo accademico e nei media, il Coalition Explorer permette di visualizzare i punti di vista della classe politica di professionisti sull’Unione europea – informazioni che altrimenti non sarebbero disponibili ai policymakers o al il pubblico.
ECFR non assume posizioni collettive. Le pubblicazioni di ECFR rappresentano il punto di vista degli autori.