In difesa dell’Europa: Un nuovo accordo di sicurezza europeo con l’Ucraina

È il momento che l’UE stringa un accordo di sicurezza con l’Ucraina. Ciò aumenterebbe la capacità di difesa di Kiev contro la Russia, e massimizzerebbe l’efficacia del sostegno militare europeo.

Il presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e l’Alto rappresentante dell’UE Josep Borrell si incontrano lo scorso aprile a Kiev
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Risultati principali:

  • Il sostegno militare e gli altri aiuti dei partner occidentali hanno davvero fatto la differenza nella capacità dell’Ucraina di resistere all’invasione russa e di riconquistare parte dei propri territori.
  • Se l’UE avesse predisposto un Accordo in materia di sicurezza (Security Compact) per fornire assistenza in diversi ambiti, l’Ucraina avrebbe potuto dimostrarsi ancora più efficace nella propria capacità di resistenza.
  • Un Security Compact avrebbe permesso all’UE di inviare pacchetti di aiuti più completi, in cui principali questioni su come rispondere ad un attacco russo sarebbero già state affrontate.
  • Tanto gli Stati occidentali quanto l’Ucraina hanno imparato molto in materia. È ora il momento che l’Europa approvi un Security Compact con l’Ucraina per aumentare il proprio contributo all’assistenza del Paese.
  • Se le forze armate europee e l’industria della difesa ucraina pianificassero congiuntamente le scadenze per il rimpiazzo degli armamenti principali, si potrebbero rendere disponibili equipaggiamenti da fornire all’Ucraina.
  • In aggiunta al patto con l’Ucraina, l’UE dovrebbe considerare di stringere un accordo simile anche con Moldavia e Georgia, altrettanto vulnerabili alla possibilità di un’aggressione russa.

In seguito all’invasione russa dell’Ucraina, la possibilità di fornire sostegno militare diretto ai Paesi del vicinato, incluso l’invio di armi, è diventato argomento di dibattito pubblico. Dall’inizio della guerra, l’UE e le capitali europee hanno preso una posizione più ferma di quanto avrebbero fatto in passato. Molti capi di Stato e governo europei hanno affermato che la Russia non deve in alcun modo vincere questa guerra, perché questo comporterebbe che altri Paesi, e l’Unione stessa, si trovino sulla linea di fuoco dell’imperialismo russo.

Nel suo nuovo policy brief In Europe’s defence: Why the EU needs a security compact with Ukraine, Gustav Gressel, Senior Policy Fellow dello European Council on Foreign Relations (ECFR), sostiene che l’UE e i suoi Stati membri dovrebbero stipulare degli “accordi di sicurezza” (Security Compacts) con Ucraina, Moldavia e Georgia. Questi accordi prevederebbero una cooperazione con l’UE in ambiti che vanno dal riciclaggio di denaro e il rafforzamento della rule of law, al sostegno per una riforma del comparto di intelligence e il miglioramento della cybersicurezza, fino a comprendere problemi di sicurezza legati alle attività militari.

L’attenzione e le richieste dell’opinione pubblica si sono rivolte sensibilmente verso la questione dell’invio di armamenti, e la guerra ha mostrato la debolezza dell’Europa in tutti gli ambiti sopracitati. Questo rende a volte difficile sostenere l’Ucraina e gli altri Paesi del Vicinato in modo abbastanza rapido e con fonti di aiuto adeguate. Per questo motivo, l’UE e i suoi Paesi membri dovrebbero aumentare le proprie capacità per poter meglio aiutare gli altri. In particolare, dovrebbero adottare le seguenti raccomandazioni:

  • Intelligence: per poter fornire intelligence significativa e tempestiva, gli Stati europei devono migliorare le proprie capacità, con particolare attenzione alla Russia. I prodromi della guerra hanno messo in luce vulnerabilità considerevoli. Se si agirà in questo campo, i Paesi UE potranno passare dal lavorare con l’intelligence civile al campo dell’intelligence militare.
  • Cyber-security: in questo ambito, la cooperazione con Ucraina e Moldavia sta progredendo stabilmente, sebbene le minacce si evolvano rapidamente. Anche se il conflitto cibernetico non è esattamente all’orizzonte, un’analisi post-conflitto di questo sforzo potrà guidare programmi futuri di collaborazione e sviluppo.
  • Assistenza “Soft military”: il ruolo cruciale giocato dalla leadership militare delle forze armate ucraine in questa guerra dovrebbe incoraggiare i decisori politici a offrire addestramento anche alle leadership di altri Paesi del Partenariato orientale. Gli scambi militari e le esercitazioni congiunte sono ora un processo di apprendimento a doppio senso, specialmente con l’Ucraina, le cui forze armate hanno molto da insegnare alle controparti occidentali. Nessun altro esercito ha questo tipo di esperienza sul campo di battaglia.
  • Cooperazione “Hard military”: l’invio di armi deve aumentare in conseguenza della recente mobilitazione russa. Nel breve termine, gli europei dovrebbero migliorare il coordinamento negli invii di materiale a Kiev, e in seguito aumentare le loro capacità industriali belliche contro la Russia. Dopo la guerra, la cooperazione industriale specialmente con l’Ucraina potrà consentire un abbassamento dei costi per l’adeguamento degli equipaggiamenti militari del Partenariato orientale verso sistemi d’arma compatibili con quelli occidentali.

Il blocco europeo deve ancora concludere questi accordi, ma è lo stesso sostegno che alcuni Stati stanno offrendo all’Ucraina e agli altri Paesi a fornire una guida su cosa sia utile includere. L’esperienza diretta della guerra farà lo stesso, in modo ancora più drastico. L’UE dovrebbe applicare le lezioni apprese non solo all’Ucraina ma anche ad altri Stati vulnerabili, come Moldavia e Georgia. Inoltre, questo modello di Security Compact potrebbe essere applicato e portare beneficio anche in altri contesti, come gli altri Stati del Vicinato europeo e i partner del Nord Africa.

ECFR non assume posizioni collettive. Le pubblicazioni di ECFR rappresentano il punto di vista degli autori.