La politica estera torna nell’agenda europea. Due successi, Kosovo e Iran, dimostrano come l’Europa possa raggiungere importanti obiettivi quando stati membri e istituzioni europee lavorano insieme.
Esce oggi l’edizione 2014 dello EUROPEAN FOREIGN POLICY SCORECARD*, realizzata con il sostegno di Compagnia di San Paolo, che evidenzia successi e fallimenti della politica estera europea.
Tre i trend interessanti nello SCORECARD:
Il 2013 è stato in generale un buon anno per l’Europa, soprattutto se paragonato agli anni precedenti. In particolare emerge un miglioramento nella gestione dei rapporti con Cina, Europa Allargata e MENA. Meno positiva, anzi peggiorata, la performance dell’Ue nei confronti di Russia e gestione di questioni multilaterali e crisi.
Particolarmente attivi Francia e Regno Unito, mentre Svezia e Polonia confermano una posizione da leader della politica estera europea.
Dopo anni in sordina, l’Italia torna, e torna da leader. Se nel 2012 l'Italia ha guidato l'Europa in 3 componenti, nel 2013 si è distinta in 9 aree d'azione (relative a Siria, Iran, la sicurezza nel Nord Africa, la diversificazione energetica, sostegno alla Somalia, alla Serbia e visione strategica sulla Turchia). Risulta inoltre sempre cooperativa, grazie ad una strategia del governo Letta più propositiva, strutturata e orientata al raggiungimento di obiettivi nel lungo periodo, soprattutto nel Mediterraneo e Balcani occidentali.
DOWNLOAD
CONTATTI
Per la valutazione sull’Italia: Silvia Francescon, [email protected]; +393463757990; +390667076791
Per le valutazioni tematiche:
Appendice 1: I voti per le 6 aree
CINA(B-):la performance dell’Ue nei confronti della Cina è migliorata. Il Summit UE-Cina e la cooperazione su Siria, Mali e la questione del nucleare iraniano hanno contribuito al miglioramento. Tuttavia, la disputa sui pannelli solari ha dimostrato come gli stati membri, sulle questioni economiche, guardano ancora ai singoli interessi nazionali.
RUSSIA(C+):La performance nei rapporti con la Russia è peggiorata con riferimento alle difficoltà dell’Europa nel reagire alle pressioni russe sugli stati del partenariato orientale. L’azione europea sulla questione energetica non ha contribuito alla realizzazione della diversificazione.
STATI UNITI(B-):il 2013 è stato un anno di svolta nel rapporto transatlantico, grazie al lancio dei negoziati sul TTIP e la cooperazione sull’accordo sul nucleare iraniano. Tuttavia, il fallimento di una strategia comune su Siria (soprattutto la risposta all’attacco con armi chimiche dello scorso agosto) e l’affare Snowden hanno oscurato gli sviluppi positivi.
ALLARGAMENTO(B-):la performance europea nella regione è migliorata con l’adesione della Croazia e con la firma del storico accordo tra Kosovo e Serbia. I rapporti con la Turchia sono lievemente migliorati; tuttavia, le battute d’arresto nei negoziati con Ucraina ed Armenia dimostrano come l’Europa debba ancora trovare una sua via nel gestire le pressioni da Mosca.
MENA(B-): La performance dell’Europa nel sud del Mediterraneo è stata deludente, ad esclusione del coinvolgimento nel E3+3. L’assenza di una politica di vicinato rispetto agli avvenimenti nella regione è emersa chiaramente, specialmente in Siria ed Egitto.
QUESTIONI MULTILATERALI E GESTIONI DELLE CRISI(B-): crisi veloci e negoziati multilaterali complessi hanno messo l’Europa a dura prova. La Francia è intervenuta in Mali e nella Repubblica Centro Africana ma con un sostegno limitato da parte degli altri stati membri. Gli sforzi diplomatici sulla Siria e la questione climatica si sono rivelati deludenti.
Appendice 2: “Leaders” e “Slackers”
Top Leaders: Francia (12), UK (11), Germania (10), Svezia (10), Italia (9), Polonia (5)
Top Slackers: Germania (4), Grecia (4), Bulgaria, Cipro, Slovenia, Spagna, Gran Bretagna (3)
*L’innovativa valutazione annuale della performance dell’UE in politica estera
Il Rapporto analizza 66 componenti della politica estera europea divise in 6 aree tematiche: Cina, Russia, Europa Allargata, Medio Oriente e Nord Africa, Stati Uniti e gestione di questioni multilaterali e crisi.
Gli autori hanno inoltre valutato la performance dei 28 stati membri, categorizzandoli come “leader” (chi guida) e “slacker” (chi blocca) sulla base della loro influenza sull’abilità dell’Europa nel perseguire i propri interessi su particolari obiettivi.
ECFR non assume posizioni collettive. Le pubblicazioni di ECFR rappresentano il punto di vista degli autori.