Cina: un’analisi delle riforme economiche

Il vero dibattito sull’economia cinese è tra coloro che sostengono riforme di mercato selettive e coloro che si oppongono a qualsiasi cambiamento

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L’ultima edizione delle China Analysis, pubblicata da ECFR in collaborazione con l’Asia Centre di Parigi, analizza alcuni degli aspetti tecnici delle riforme economiche avviate in Cina, con lo scopo di aiutare la comunità politica ed economica europea a comprendere come la leadership cinese veda quelle questioni economiche che stanno contribuendo alla definizione delle relazioni di Pechino con Europa e resto del mondo.

Tre le domande da porsi:

·         La persistenza del Presidente Xi Jinping alla guida della Cina monopartitica favorisce o ostacola le riforme economiche?

·         I traguardi economici raggiunti dalla Cina penalizzano gli investitori stranieri, in favore delle imprese locali?

·         Quanto suscettibile è l’economia cinese ad un collasso economico causato da aumento del debito nazionale e improvviso rallentamento della crescita economica?

Tra gli argomenti trattati in “Your investment, our economy”, i recenti traguardi dell’economia cinese, tra cui il lancio della Zona di Libero Scambio di Shanghai, l’attuazione della legge anti-monopolio, il ruolo degli Investi Diretti Esteri e l’internazionalizzazione del renminbi:

1.      La Zona di Libero Scambio di Shanghai fu presentata come il segnale dell’imminente alleggerimento dei controlli sui capitali in Cina. A distanza di un anno, tale alleggerimento non si è ancora verificato. Al contrario, la zona di libero scambio è stata utilizzata dalle imprese cinesi per sperimentare un controllo pubblico e amministrativo dell’economia meno rigido.

2.      La nuova legge anti – monopolio cinese è stata oggetto di molte critiche da parte della comunità internazionale, in quanto, molte aziende straniere sono state sottoposte ad indagini. L’effettiva applicazione della legge è considerata dai cinesi un elemento fondamentale per portare il paese verso una moderna economia di mercato. Tuttavia, gli investitori stranieri temono che possa diventare uno strumento di politica economica per allontanare le imprese straniere della Cina. Secondo gli esperti cinesi, in Cina non si discute della legge anti – monopolio, ma della competizione istituzionale tra la Commissione Nazionale Sviluppo e Riforme (NDRC) e il Ministero del Commercio (MOFCOM).

3.      Nonostante gli investimenti diretti esteri (IDE) siano diminuiti negli ultimi anni, la Cina rimane il principale destinatario di IDE tra i paesi in via di sviluppo. Considerato l’aumento dei progetti IDE e la diversificazione delle modalità di ingresso, il regime cinese degli IDE è diventato obsoleto. Gli esperti cinesi guardano al dibattito in corso sul regime di investimenti cinese.

4.      La Cina deve rivedere il proprio sistema di tassi di cambio e deve essere prudente sull’internazionalizzazione del renminbi. Prima di raggiungere la convertibilità totale della propria valuta, la Cina deve tener conto dei vincoli dei mercati esteri e della necessità di assicurare una crescita stabile alla propria economia. Se la Cina esercitasse la propria influenza sulle regole del sistema monetario internazionale, potrebbe trarre benefici dalla crisi economica internazionale. Inoltre, Pechino deve superare la politica delle restrizioni.

Gli investitori stranieri e i loro partner in Cina devono comprendere che il vero dibattito nazionale non è quello sulla contrapposizione tra liberalizzazione e regolamentazione statale, ma tra coloro che sostengono riforme di mercato selettive e i fautori di speciali interessi lucrativi che si oppongono a qualsiasi cambiamento.

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