Il multilateralismo e lo spazio: una European space oddity

La competizione tra le maggiori potenze spaziali ostacola una reale azione multilaterale per proteggere l’accesso allo spazio esterno. In questo quadro, l’UE può giocare un ruolo nel promuovere comportamenti responsabili e mettere in sicurezza l’uso dello spazio a beneficio di tutti.

YANTAI, CHINA – JANUARY 30, 2023 – A model of China’s carrier rocket and the Beidou Navigation Satellite System are displayed at the Eastern Spaceport in Yantai, East China’s Shandong province, Jan 30, 2023. In 2023, China Aerospace Science and Technology Group plans to launch more than 60 space missions, launch more than 200 spacecraft, and carry out a series of major tasks: the manned space station project has entered the application and development stage, and the space station has turned into a normal operation mode, with one cargo spacecraft launch, two manned spacecraft launch and two return missions. We will comprehensively advance the fourth phase of the lunar exploration project and the planetary exploration project, and carry out the development of Chang ‘e-7, Tianwen 2 and other models. China has launched several national satellites for scientific research and service of civil space infrastructure; The Long March 6 C carrier rocket made its maiden flight, further improving the Long March rocket spectrum.
Un modello di razzo vettore cinese e del sistema di navigazione satellitare Beidou esposti presso l’Eastern Spaceport di Yantai, nella provincia cinese dello Shandong, il 30 gennaio 2023
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Nel 2021, la Russia ha condotto un test per far esplodere uno dei suoi satelliti, producendo 1.500 pezzi di detriti orbitali dalle traiettorie imprevedibili. Le peculiarità del dominio spaziale fanno sì che anche un test di armi come questo da parte di un Paese contro uno dei propri satelliti possa mettere in pericolo le risorse spaziali degli altri Stati. Nel peggiore dei casi, potrebbe addirittura innescare una cascata di detriti spaziali che collidono con un numero sempre maggiore di satelliti, rendendo l’orbita inospitale e negando a tutti l’uso dello spazio.

La guerra della Russia contro l’Ucraina non ha fatto altro che accrescere la necessità di affrontare rischi di questa natura. Le comunicazioni satellitari ucraine sono state le prime vittime dell’aggressione informatica della Russia (che ha danneggiato anche centinaia di terminali satellitari negli Stati membri dell’UE). Lo Starlink di SpaceX è diventato un’ancora di salvezza – e una vulnerabilità critica – per le forze ucraine schierate in prima linea. Le immagini satellitari, inoltre, fungono da supporto per le indagini degli organismi delle Nazioni Unite e delle organizzazioni per i diritti umani sui presunti crimini di guerra russi. In effetti, l’uso dei satelliti commerciali ha ostacolato il Cremlino nel raggiungimento dei propri gli obiettivi bellici a tal punto che un alto funzionario russo ha avvertito, nell’ottobre dello scorso anno, che potrebbero diventare anch’essi “obiettivi legittimi di ritorsione”.

La condivisione delle informazioni e la cooperazione scientifica multilaterale hanno da tempo permesso l’esplorazione pacifica dello spazio esterno. Ma in questo momento si rivela necessaria un’azione multilaterale per affrontare le minacce e i rischi significativi in questo settore. L’UE e i suoi Stati membri possono svolgere un ruolo chiave in questo senso, coniugando i propri sforzi multilaterali con una strategia di competizione a lungo termine per plasmare l’ordine spaziale emergente.

Europa ad astra

La “Strategia europea per la sicurezza e la difesa” del marzo 2023 segna l’ingresso dell’UE nello spazio come attore di sicurezza. Con questo documento, i 27 Paesi membri mirano a ridurre le minacce e a promuovere comportamenti responsabili nello spazio esterno, anche attraverso una legge spaziale europea. Questo importante passo riflette un’evoluzione del pensiero europeo che ha iniziato a delinearsi circa sette anni fa.

Per gran parte dell’era post-guerra fredda, infatti, gli europei non hanno dato priorità né alla sicurezza in generale né agli usi militari dello spazio. Ma il clima geopolitico sempre più teso dell’ultimo decennio, unito alla possibilità di un minore orientamento degli Stati Uniti verso l’Europa, ha fatto riemergere le considerazioni sulla sicurezza, e con esse il loro legame con lo spazio esterno. La Strategia globale dell’UE del 2016 conteneva i primi indicatori di questo cambiamento, in particolare l’affermazione che l’ordine multilaterale basato sulle regole rappresenti il punto di partenza per sostenere l’accesso allo spazio. La “Bussola Strategica” del 2022 è andata oltre, sottolineando la necessità di affrontare il comportamento irresponsabile nello spazio da parte dei concorrenti strategici dell’UE. Si trattava di un’allusione al test della Russia dell’anno precedente con la sua arma antisatellite (ASAT) ad energia cinetica ad ascesa diretta (direct-ascent, kinetic-energy anti-satellite weapon), che l’UE aveva condannato all’epoca. Più in generale, la Bussola strategica ha sottolineato come l’odierna era di minacce complesse alla sicurezza e di competizione strategica abbia portato l’accesso allo spazio a diventare sempre più conteso.

Space jam: un ingorgo spaziale

Dal lancio sovietico dello Sputnik 1 nel 1957, il numero di attori che dichiarano di avere interessi nello spazio è aumentato drasticamente. Oggi, con l’eccezione di gran parte dell’Africa subsahariana, la maggior parte dei Paesi dispone di satelliti in orbita. I governi occidentali, in particolare, si affidano sempre più al settore privato per fornire servizi critici di connettività e rilevamento, e SpaceX ne è solo un esempio. 

Questo notevole aumento significa anche che i Paesi occidentali non sono più gli unici a dipendere da risorse spaziali per scopi civili e militari. Di conseguenza, data la mole di “traffico” nello spazio, questa proliferazione riduce gli incentivi per gli avversari a colpire, accecare o interferire in altro modo con i satelliti per paura di una rappresaglia: in termini numerici, gli Stati Uniti e l’Europa sono ancora dominanti, ma nel 2022 la Cina ha effettuato 62 lanci orbitali di successo, seconda solo ai 76 degli Stati Uniti, mentre l’Europa si è fermata a quota sei. Questo vasto numero di interessi si è tradotto nell’entusiasmo dei governi e delle aziende di tutto il mondo a compiere progressi per prevenire le collisioni e proteggere l’accesso allo spazio. Ma la competizione geopolitica fa sì che le questioni relative all’armamento dello spazio comune globale siano molto più difficili da affrontare.

La sfida della governance spaziale multilaterale

Nonostante la crescente competizione strategica, alcune istituzioni multilaterali sono state in grado di favorire discussioni fruttuose. Nel 2021, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha istituito il “gruppo di lavoro aperto sulla riduzione delle minacce spaziali attraverso norme, regole e principi di comportamento responsabile” (open-ended working group on reducing space threats through norms, rules and principles of responsible behaviours – OEWG). L’OEWG sta portando avanti le discussioni tra i membri, in particolare nelle aree della condivisione delle informazioni e della space situational awareness. Questi aspetti diventeranno sempre più importanti man mano che l’orbita terrestre bassa diventerà sempre più congestionata e il rischio di collisioni aumenterà.

È improbabile che organismi come l’OEWG producano risultati immediati a causa degli interessi contrastanti delle principali potenze spaziali. Tuttavia, possono contribuire a definire i comportamenti inaccettabili e a sviluppare meccanismi di verifica. I progressi compiuti finora dovrebbero incoraggiare l’UE e i partner interessati a continuare a sviluppare queste norme, anche se un documento basato sul consenso è ancora lontano. In questo senso, i quadri esistenti per prevenire incidenti pericolosi in mare o per limitare la proliferazione dei missili balistici potrebbero fornire ispirazione.

L’aggressione della Russia all’Ucraina ha portato inoltre a un nuovo senso di unità transatlantica. Questo si è riflesso nel sostegno europeo a un’iniziativa guidata dagli Stati Uniti per vietare la sperimentazione di armi ASAT distruttive. Il 7 dicembre 2022, 155 Paesi – tra cui tutti gli Stati membri dell’UE – hanno sostenuto una risoluzione non vincolante sul divieto del loro utilizzo presso l’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Nove Paesi – Bielorussia, Bolivia, Repubblica Centrafricana, Cina, Cuba, Iran, Nicaragua, Russia e Siria – hanno votato contro; altri nove, tra cui l’India, si sono astenuti. Di questi 18 Paesi, che includono i contrari e gli astenuti, solo il Madagascar e la Serbia erano tra i 141 membri delle Nazioni Unite che chiedevano a Mosca di “ritirare immediatamente, completamente e incondizionatamente tutte le sue forze militari dal territorio dell’Ucraina” alla vigilia dell’anniversario di un anno dell’aggressione russa, nel febbraio 2023. Questa coalizione anti-occidentale, con Russia e Cina al centro, mostra una certa coesione, ma le sue dimensioni relativamente ridotte suggeriscono anche che la maggior parte dei membri delle Nazioni Unite provenienti da Africa, Asia e America Latina adottano un approccio più pragmatico al voto , almeno quando si tratta di risoluzioni non vincolanti all’Assemblea Generale.

(Quasi) Amici nello spazio

Prima dell’invasione russa dell’Ucraina nel 2014, Mosca aveva cercato di tenere Pechino a distanza per quanto riguarda lo spazio. Sebbene il Cremlino accogliesse con favore la cooperazione sui progetti spaziali, cercava anche di evitare il trasferimento di tecnologie sensibili che avrebbero potuto far emergere un futuro rivale. Tuttavia, le sanzioni occidentali contro la Russia dopo il 2014 hanno brevemente stimolato la cooperazione spaziale sino-russa portando reciproci benefici: la Cina ha cercato le competenze russe, mentre la Russia ha attinto alle risorse cinesi.

Ora le cose stanno cambiando. La Cina sta investendo molto nella tecnologia e nello sviluppo delle capacità, ma la Russia è ora un partner meno attraente a causa della mancanza di investimenti nella propria industria spaziale, anche per ciò che concerne la formazione di nuove risorse specializzate anche in termini di personale. Inoltre, l’inasprimento delle sanzioni tecnologiche ed economiche contro la Russia dal febbraio 2022 ha accelerato questa tendenza e ora altre potenze spaziali emergenti potrebbero giungere a conclusioni simili. Nel dicembre 2021, la Russia e l’India hanno concordato un’ambiziosa agenda di cooperazione, anche per quanto riguarda lo sviluppo tecnologico per il volo e l’esplorazione spaziale. L’India ha una strada più da percorrere rispetto alla Cina per quanto riguarda lo sviluppo del proprio programma spaziale nazionale. Ma la sua dipendenza da Mosca per l’acquisto di armi e altri beni potrebbe mettere in guardia da una cooperazione più profonda in un momento in cui il Cremlino sta dedicando una quota sempre maggiore di capacità industriale al servizio della guerra contro l’Ucraina, e i suoi settori dell’alta tecnologia e dell’aerospazio stanno cedendo sotto le sanzioni occidentali.

Tuttavia, il valore della Russia come alleato diplomatico per la Cina ha subito un minor impatto. Così come Pechino continua a sostenere Mosca nella guerra contro l’Ucraina[1], i due Paesi continueranno probabilmente ad allineare le loro posizioni sulla diplomazia spaziale per sviare le critiche internazionali alla loro condotta. Da un lato Pechino non ha espresso alcuna critica al test ASAT della Russia, anche se ha quasi causato un incidente con un satellite cinese; allo stesso modo qualche mese prima, quando il corpo di un razzo cinese era ricaduto sulla Terra in modo incontrollato, Mosca aveva mantenuto il medesimo atteggiamento di silenzio.

Dal 2008, Russia e Cina spingono per un Trattato sulla prevenzione del posizionamento di armi nello spazio extra-atmosferico (PPWT). L’UE, i suoi Stati membri e altri Stati, per lo più occidentali, si oppongono alla bozza in quanto “non costituisce una base sufficiente per uno strumento efficace, comprensibile e verificabile”. Sostengono inoltre che le azioni di Mosca e Pechino, compreso lo sviluppo di armi da usare contro obiettivi nello spazio, siano contrarie ai principi dello stesso trattato.
Tuttavia, dei 155 Paesi che hanno sostenuto la risoluzione avviata dagli Stati Uniti per vietare i test delle armi ASAT nel dicembre 2022, 95 hanno appoggiato anche una risoluzione che accoglie la bozza del PPWT, tra cui molti Paesi africani, asiatici e latinoamericani – a dimostrazione del fatto che questi Paesi sembrano sostenere le iniziative volte a mitigare le minacce spaziali, indipendentemente dalla loro origine. Per l’UE e i suoi alleati questo è tanto un problema quanto una call for action: se nessuno aspetta che sia l’Occidente a guidarli, allo stesso tempo, un invito da parte occidentale a questi Paesi per una reale co-proprietà del futuro ordine spaziale sarebbe certo il benvenuto.

I meccanismi internazionali giuridicamente vincolanti per affrontare le minacce allo spazio sono ancora lontani. Tuttavia, l’importanza dello spazio per gli interessi commerciali, scientifici e di sicurezza dell’UE è destinata a crescere. Affinché la nuova strategia spaziale dell’UE e la proposta di legge sullo spazio abbiano successo, gli europei dovranno basarsi sul processo dell’OEWG. In questo modo, la gravitas normativa dell’UE potrebbe indurre altri ad allineare i propri approcci per mitigare le minacce e i rischi spaziali, e per preservare lo spazio come un bene comune globale.


[1] Articolo pubblicato prima del 26 Aprile 2023, in cui Cina e India hanno inaspettatamente votato a favore di una risoluzione ONU che menziona l’aggressione russa all’Ucraina, pur non essendo nello specifico incentrata su questo.

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