The secret battlefield: Come l’UE può sostenere Georgia, Moldavia, e Ucraina nella protezione dalla minaccia russa
L’UE dovrebbe offrire a Georgia, Moldavia e Ucraina un nuovo patto di sicurezza e intelligence per aiutare questi Paesi a rafforzare la propria dimensione securitaria davanti alla Russia
Risultati principali:
- Nonostante l’ipotesi dell’utilizzo della forza militare non sia mai davvero fuori discussione, la più grande minaccia che Georgia, Moldavia, e Ucraina devono affrontare è rappresentata dallo spionaggio e dalla sobillazione russa. Questo fa sì che i servizi di intelligence e sicurezza siano la prima linea di difesa di questi Paesi.
- L’UE ha fornito a questi Paesi assistenza in materia di riforma dell’intelligence, sul fronte legale e politico. Ma ha esitato a impegnarsi in programmi sistematici volti a sostenere gli sforzi di questi Stati del Partenariato orientale non solo per riformare ma anche per rafforzare queste agenzie.
- L’UE dovrebbe agire in questo senso, e considerare di concludere un nuovo Patto di intelligence e sicurezza con Georgia, Moldavia, e Ucraina. Questo non solo rafforzerebbe la capacità di difesa di questi Paesi, ma dimostrerebbe anche una maggiore serietà da parte dell’UE in quanto partner affidabile in materia di sicurezza.
- Tali programmi dovrebbero unire riforma politica e sviluppo delle capacità tecniche e operative, attingendo dalle esperienze e punti di forza degli Stati Membri dell’UE; dovrebbero essere coordinati attraverso le strutture europee preposte, sia a Bruxelles che sul campo.
Mentre l’UE tiene il Sesto summit del Partenariato Orientale, la mobilitazione militare russa ai confini con l’Ucraina sta provocando grande preoccupazione internazionale riguardo ad una possibile invasione.
Per quanto questa preoccupazione sia lecita, la più grande minaccia che Georgia, Moldavia, e Ucraina devono affrontare è rappresentata dallo spionaggio e dalla sobillazione russa. Dunque, la necessità di sostenere i servizi di intelligence di questi Paesi, e aiutarli a difendersi dalle tattiche ibride utilizzate da Mosca, è più cruciale che mai. D’altra parte, l’UE al momento non dispone né di una strategia complessiva né di un approccio chiaro per coordinare questo tipo di attività o per riunire le agenzie di intelligence degli Stati Membri a supporto delle controparti nei Paesi del Partenariato Orientale.
In un nuovo policy brief, “The secret battlefield: How the EU can help Georgia, Moldova, and Ukraine protect against Russian subversion”, Mark Galeotti suggerisce come l’UE e gli Stati membri possano interagire con i servizi di Georgia, Moldavia, e Ucraina. L’autore tiene in considerazione i bisogni particolari di questi Paesi, e le inevitabili difficoltà della cooperazione in materia di intelligence.
Per iniziare a confrontarsi con i problemi che questi Stati del Partenariato Orientale stanno affrontando e per aiutarli a progredire, un Patto di intelligence e sicurezza con il blocco UE potrebbe dare vita a un nuovo modo di cooperare. Tra gli altri vantaggi, ciò potrebbe aiutare entrambe le parti ad andare oltre alla questione della membership presso la NATO. Dal punto di vista dell’UE e dei suoi partner, un simile patto potrebbe anche giocare a favore dei punti di forza che troppo spesso i Paesi europei dimenticano di avere, tenendo in considerazione anche le evidenti debolezze europee.
Raccomandazioni chiave per l’UE:
- Incoraggiare la riforma dei servizi di intelligence: Il primo aspetto di questa nuova relazione, e forse il più sensibile politicamente, sarebbe quello di fornire non solo assistenza ma anche incoraggiamento a questi Paesi per impegnarsi veramente nella fondamentale riforma dei loro servizi di intelligence.
- Affrontare la corruzione in modo adeguato: È ormai diventato un cliché affermare che le istituzioni di sicurezza dei Paesi del Partenariato Orientale sono ancora perseguitate da una corruzione seria, addirittura endemica, e che qualcosa vada fatto a riguardo. Tuttavia, questo aspetto non è stato affrontato sistematicamente.
- Guardare agli esempi di successo: Ci sono problemi specifici da affrontare per i Paesi che stanno ancora costruendo le proprie democrazie e per le agenzie che sono influenzate, anche se in maniera tenue, dalla cultura politica del KGB sovietico. La corruzione, l’impunità, e la politicizzazione rimangono problemi all’interno degli Stati del Partenariato Orientale. Altri Paesi che hanno affrontato transizioni simili sono ben posizionati per fornire un’assistenza significativa in questo processo di riforma culturale e politica.
- Promuovere la formazione dei funzionari – e coinvolgerli nelle agenzie occidentali: C’è un ruolo preciso che l’UE può svolgere fornendo sia risorse sia orientamento per la formazione degli agenti di sicurezza in seno alle agenzie della Partnership orientale.
- Promuovere l’intelligence dei segnali e la cyber-intelligence: Mentre qualsiasi sostengo in ambito di formazione o risorse sarebbe chiaramente utile, l’UE e gli Stati membri potrebbero aiutare in modo più significativo fornendo prodotti per l’intelligence – da analisi strategiche dettagliate a trascrizioni di intercettazioni – ma anche sostenendo l’intelligence transfrontaliera e la cooperazione in ambito di controspionaggio.
- Fornire intelligence finanziaria: L’UE dovrebbe rafforzare la cooperazione tra i servizi di intelligence e gli investigatori finanziari. Non dovrebbe soltanto cercare di esportare i propri regolamenti aggiornati verso i Paesi del Partenariato Orientale e lavorare a stretto contatto con le agenzie investigative locali, ma anche sostenere le loro capacità di intelligence per combattere i crimini in ambito finanziario.
- Aiutare in campo analitico: Molti servizi europei hanno già dedicato molto impegno nello sviluppo delle loro capacità in materia di analisi del commercio e nella raccolta e gestione di intelligence open-source. Assistere i servizi del Partenariato Orientale in queste aree potrebbe fornire un beneficio significativo per gli Stati ma anche per la credibilità delle loro agenzie davanti ai loro partner, e rafforzare la loro capacità di condividere prodotti su una base più equa.
Secondo Mark Galeotti,“Come parte di un Patto di sicurezza, l’UE può offrire la condivisione dell’intelligence e assistenza significativa nello sviluppare capacità pratiche – qualcosa di estremamente importante in un momento di avventurismo russo. L’UE può anche contribuire ad assicurare che questo processo porti una riforma significativa che faccia sì che le agenzie di sicurezza promuovano trasparenza e democrazia, anziché indebolirle”.
AUTORE:
Mark Galeotti è Amministratore Delegato della società di consulenza Mayak Intelligence e Professore onorario presso la University College London School of Slavonic and East European Studies. È stato Visiting fellow presso lo European Council on Foreign Relations. Esperto di questioni di sicurezza russa, sulle quali ha all’attivo numerose pubblicazioni, il Dottor Galeotti ha insegnato, fatto ricerca e scritto nel nativo Regno Unito, negli Stati Uniti, in Russia, nella Repubblica Ceca e in Italia. Ha studiato all’Università di Cambridge e alla London School of Economics, è stato Capo del dipartimento di storia della Keele University, Professore di Affari globali alla New York University, Capo dell’Institute of International Relations del Centre for European Security di Praga e ha svolto un periodo di Visiting presso Rutgers-Newark (USA), MGIMO (Russia) e Charles University (Repubblica Ceca).
I PATTI SULLA SICUREZZA:
I Patti sulla sicurezza sono un nuovo modo per Bruxelles e gli Stati membri dell’UE di lavorare insieme per rafforzare la rete europea di partenariati strategici. Attraverso tali patti, le istituzioni e gli Stati membri dell’UE, insieme ad alcuni Paesi terzi vicini al blocco, dovrebbero cercare di intensificare la cooperazione in materia di sicurezza, intelligence e difesa. Il lavoro di ECFR su questo argomento è disponibile qui.
ECFR non assume posizioni collettive. Le pubblicazioni di ECFR rappresentano il punto di vista degli autori.