La Geopolitica della Tecnologia: L’UE come attore globale

Lo spazio digitale è un teatro di scontro centrale nelle attuali lotte di potere globali. Per diventare un attore globale nella geopolitica della tecnologia, l’UE dovrebbe sviluppare una strategia di diplomazia digitale ambiziosa, che le consenta di tutelare i propri interessi, valori e reputazione in un mondo in cui la competizione geo-tecnologica sta crescendo progressivamente.

Collage con la Vicepresidentessa della Commissione europea Margrethe Vestager, il Presidente russo Vladimir Putin e il Presidente cinese Xi Jinping
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Risultati principali

  • I conflitti nello spazio digitale sono oggi al centro delle lotte di potere globali. L’UE non può restare in disparte. 
  • Per diventare un attore geopolitico, l’UE dovrebbe imparare a mettersi in gioco a livello globale in ambito tech, e adottare un’ambiziosa strategia di diplomazia digitale.
  • Una strategia di diplomazia digitale consentirà all’UE di difendere meglio i propri valori, aumentare la propria sicurezza e favorire lo sviluppo dei mercati digitali interni e mondiali.
  • Per contrastare l’influenza cinese e russa in ambito tecnologico, l’UE dovrebbe stringere alleanze digitali con i Paesi affini, cercare maggiore convergenza con gli Stati Uniti e gli altri alleati occidentali, nonché offrire ai Paesi del Sud del mondo un attraente percorso alternativo per lo sviluppo digitale. 
  • Affinché il Servizio Europeo per l’Azione Esterna (SEAE) e la Commissione riescano in questo compito, la collaborazione tra le istituzioni UE, gli Stati membri e il settore privato è essenziale.

Le grandi potenze sono alle prese con lo sviluppo di una politica tecnologica globale di ampio respiro.

  • La Cina sta inducendo gli altri Paesi a sviluppare una dipendenza tecnologica da Pechino, isolando i propri cittadini dalle influenze straniere, orchestrando attacchi informatici e di cyber-spionaggio, nonché utilizzando in maniera strategica le tecnologie 5G per controllare le reti di telecomunicazioni estere.
  • Parimenti, la Russia si sta avvalendo del potere di mass media e social network per proteggere i propri interessi, isolare la propria popolazione e minare le democrazie di tutto il mondo.
  • Mentre gli Stati Uniti cercano di contrastare l’influenza sino-russa, grazie all’utilizzo di forme di intelligenza artificiale militare avanzata, l’UE è fortemente indietro rispetto ai suoi rivali in termini di sofisticatezza degli strumenti, strategie, risorse e progetti per il futuro.

La guerra in Ucraina ha messo in luce come l’Europa debba recuperare terreno in questo settore. Avendo accelerato le tendenze e le sfide già in essere, infatti, il conflitto ha trasformato la tecnologia in un nuovo teatro di battaglia globale.

Finora, l’UE ha iniziato a promuovere partenariati con Paesi affini, creando così un “Global Gateway” per eguagliare la “Via della Seta digitale” cinese e, più di recente, introducendo sanzioni tecnologiche contro la Russia. Tuttavia, per imparare a parlare la lingua del potere in tutte le sue sfaccettature, l’UE deve partecipare alla partita globale che si gioca sul campo tecnologico: è necessario quindi sviluppare una strategia digitale a tutto tondo in grado di cooperare e, al contempo, competere con la Cina, la Russia e persino gli Stati Uniti.

Nel nuovo policy brief a cura dello European Council on Foreign Relations (ECFR), “The Geopolitics of technology: How the EU can become a global player”, Julian RinghofJosé Ignacio Torreblanca approfondiscono una potenziale strategia di diplomazia digitale dell’UE. Prendendo in esame diverse dimensioni della sfera digitale, il report ha lo scopo di aiutare l’UE a colmare il divario che la separa dalle grandi potenze e ad affermarsi come un attore tecnologico globale pienamente impegnato e capace in ambito tech.

Gli autori evidenziano la visione e gli obiettivi di tale strategia, le precedenti insidie con cui l’UE ha dovuto fare i conti, le iniziative politiche già in atto e le potenziali opportunità apertesi all’interno delle varie dimensioni della diplomazia digitale, tra cui valori, sicurezza e mercati. Analizzando le realtà geopolitiche e di sicurezza, il report propone un vasto repertorio di potenziali strumenti di diplomazia digitale utili affinché l’UE raggiunga il livello delle altre potenze in seno a un ordine tecnologico che sia sì sicuro, ma anche all’avanguardia.

Raccomandazioni politiche chiave per la diplomazia digitale dell’UE:

  • Creare un fondo mondiale a tutela della democrazia, con lo scopo di proteggere le elezioni democratiche a livello globale dalle operazioni di ingerenza straniera e dagli attacchi informatici.
  • Creare un fondo che faciliti la convergenza normativa globale in materia di diritti digitali. Tale fondo dovrebbe finanziare l’implementazione di standard per la protezione della privacy dei dati, nonché garantire la sicurezza delle comunicazioni elettroniche e un’etica dell’intelligenza artificiale per organizzazioni della società civile, agenzie indipendenti, Comitati per i Diritti Digitali e missioni di ricerca.
  • Guidare l’istituzione di un’alleanza globale sulla governance democratica e sull’ etica della tecnologia. Vertici globali in materia di standard tecnologici etici, sicuri e inclusivi favoriscono cooperazione e dialoghi politici strutturati, danno alle delegazioni del SEAE la possibilità di coordinare l’azione con gli alleati e facilitano la creazione di comitati sull’uso democratico della tecnologia presso le organizzazioni multilaterali.
  • Realizzare un fondo di cyber-sicurezza in seno alla Rete di cyber-diplomazia dell’UE. Assistere i Paesi alleati nella protezione delle proprie infrastrutture critiche, aziende e uffici di pubblica amministrazione attraverso un Intelligence and Situation Centre dell’UE fornirà meccanismi di preavviso e una formazione sufficiente per gestire attacchi informatici a livello globale.
  • Monitorare gli investimenti esteri e valutare in maniera più accurata i rischi associati alle nuove tecnologie. Questa iniziativa sulla sicurezza della tecnologia contribuirà a regolare i rischi geopolitici e in ambito di sicurezza, sviluppando al contempo strategie per ridurre le dipendenze tecnologiche e aggiornare gli accordi internazionali sui controlli del commercio dual-use.
  • Garantire una applicazione efficace delle sanzioni tecnologiche mediante una forma di cooperazione internazionale strutturata in materia di attuazione, sanzioni extra-territoriali o secondarie.
  • Rafforzare la “Global Gateway Initiative”. La convergenza condizionata di norme e standard, con legami con la società civile, manterrà i mercati digitali globali aperti, sicuri e inclusivi; allo stesso tempo, colmerà i divari in termini di connettività tra i Paesi, attirando quelli più vulnerabili verso l’UE e lontano dall’influenza cinese e russa.
  • Servirsi del Consiglio transatlantico per il Commercio e la Tecnologia (TTC) per migliorare le relazioni transatlantiche. Alla luce della guerra in Ucraina e del rafforzamento dell’alleanza sino-russa, il TTC potrebbe essere un mezzo per migliorare le relazioni tra l’UE e gli Stati Uniti e rendere le rispettive normative tecnologiche più compatibili.

ECFR non assume posizioni collettive. Le pubblicazioni di ECFR rappresentano il punto di vista degli autori.