Green Peace: Come la politica climatica europea può sopravvivere alla guerra in Ucraina

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha indebolito l’impegno dei governi europei verso gli obiettivi climatici dell’UE. I leader europei dovrebbero intensificare i propri sforzi per realizzare una sicurezza energetica pulita e sostenibile.

Centrale elettrica a carbone con turbina eolica in primo piano
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I Ministri dell’ambiente dell’UE si stanno preparando per discutere domani alcuni punti del pacchetto Fit for 55. Intanto, lo European Council on Foreign Relations (ECFR) pubblica un nuovo report su come i leader europei dovrebbero intensificare i propri sforzi per realizzare una sicurezza energetica pulita e sostenibile.

Nel suo policy briefSusi Dennison, Direttrice del Programma European Power di ECFR, analizza come la politica climatica europea può sopravvivere alla guerra in Ucraina. Siccome l’invasione del Paese perpetrata dalla Russia ha indebolito l’impegno dei governi europei verso gli obiettivi climatici dell’UE, i leader europei si trovano ora ad affrontare la sfida del cambiamento climatico in quanto questione di sovranità energetica a livello europeo e non nazionale.

Vi è un vero rischio che la transizione verde continui ad essere messa in secondo piano rispetto all’esigenza dell’UE di affrancarsi dalla Russia in ambito energetico. A confermarlo, anche la bozza del communiqué G7 trapelata venerdì, che sottolinea la necessità di investire nel gas naturale.

In questo quadro, i leader del blocco devono affrontare tre sfide principali:

  • ridurre rapidamente la dipendenza energetica dalla Russia, cosicché gli Stati membri possano emettere un embargo sulle importazioni di petrolio – ed eventualmente gas – russo;
  • creare nuovi partenariati con Paesi terzi per salvaguardare la sicurezza energetica europea nel lungo periodo;
  • attuare il pacchetto Fit for 55, così da dare vita al Green Deal europeo.

Gli sforzi compiuti finora in questi tre ambiti hanno contribuito all’impennata dei prezzi dell’energia in Europa. Oltretutto, questi devono essere accompagnati anche da investimenti cospicui in ambito di infrastrutture, sostegno sociale per famiglie e imprese in difficoltà, nonché in capitale politico e diplomatico.

Sebbene l’UE abbia oggi l’opportunità per concentrarsi sulla sfida al cambiamento climatico nel medio termine, l’avanzamento della transizione energetica europea dipenderà soprattutto dalle politiche nazionali attuate nei suoi Stati membri per affrontare una dolorosa transizione energetica, che deve realizzarsi simultaneamente su due fronti: l’allontanamento dalla Russia e quello, più generale, dai combustibili fossili. Le diverse caratteristiche dei Paesi membri e delle loro classi politiche si tradurranno in soluzioni diverse a questo intricato dilemma energetico, e sarà difficile trovare il giusto equilibrio tra le varie componenti.

Per comprendere le prospettive degli Stati membri sulla transizione energetica e la loro capacità di gestirla, la rete di ricercatori associati di ECFR ha condotto nel marzo 2022 un sondaggio tra decisori politici e analisti. Lo studio ha analizzato il modo in cui i Paesi membri si sono influenzati a vicenda, hanno lavorato per il conseguimento di obiettivi comuni e confidato nella capacità di rafforzare tali cooperazioni.

I risultati dello studio suggeriscono che gli Stati membri accettano l’importanza che viene riconosciuta alle fonti di energia pulita nel quadro dell’affrancamento energetico da Mosca. Ciononostante, essi dovranno aumentare il più possibile i loro sforzi in quest’ambito attraverso la leadership politica, pressioni reciproche, la messa in comune delle risorse e dichiarazioni di sostegno agli investimenti nei campi dell’efficienza energetica e dell’energia pulita.

Secondo Susi Dennison: Almeno per il momentoil governo tedesco non ha fornito il tipo di leadership visionaria sulle questioni energetiche in cui molti europei confidavano. È ora la Francia, in partenariato con le prossime presidenze dell’UE, ad avere l’opportunità di compattare gli Stati membri attorno ad una delle dimensioni principali dell’agenda sulla sovranità che Macron ha sostenuto durante il suo primo mandato: clima ed energia. In questo quadro, la Francia può contare su partner ben disposti verso la causa come Danimarca, Italia, Spagna, Paesi Bassi, Portogallo e Austria”.

EVENTO

Il report è presentato durante un evento a Parigi (27 giugno 2022, ore 10:00-12:30 CEST), trasmesso in diretta livestreaming. Il link per partecipare online è disponibile qui.

ECFR non assume posizioni collettive. Le pubblicazioni di ECFR rappresentano il punto di vista degli autori.