European Foreign Policy Scorecard 2013

Chi “guida” e chi “blocca” la politica estera dell’Ue

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ECFR presenta la terza edizione del Rapporto European Foreign Policy Scorecard, l’innovativa valutazione annuale della performance dell’UE in politica estera nel 2012, realizzata con il sostegno di Compagnia di San Paolo.

Poco è cambiato. Se dall’analisi dello scorso anno emergeva un 2011 come anno cruciale per il processo di integrazione europea, tra crisi, importanti cambiamenti geopolitici e nuovi equilibri, nel 2012 i leader europei hanno continuato a concentrarsi sul risanamento dell’economia interna più che sul rilancio dell’Europa sulla scena mondiale.

L’immagine, il soft power e le risorse per la difesa e gli affari internazionali si stanno erodendo. Tuttavia la prestazione generale dell’Europa in politica estera è migliorata rispetto alla valutazione dello scorso anno.

Tra i trend più interessanti individuati dallo Scorecard 2013:

1.         la crisi dell’euro continua ad avere un costo in termini di politica estera. Grecia e Spagna si sono classificate tra coloro che bloccano maggiormente la politica estera europea insieme a Romania e Lettonia

2.         gli stati piccoli contano sempre di più: Svezia e Paesi Bassi hanno dimostrato che gli Stati Membri più piccoli possono avere un impatto significativo su singole questioni.

3.         almeno in politica estera il Regno Unito mantiene un ruolo rilevante: nonostante l’apparente allontanamento dall’Europa, il Regno Unito è ancora, insieme a Francia e Germania, parte della coalizione che guida la politica estera dell’Ue.

4.         il motore franco-tedesco tende a bloccarsi all’estero: in politica estera, l’Europa tende ad appoggiarsi a grandi coalizioni di stati che raramente coinvolgono sia Parigi che Berlino.

Per quanto riguarda l’Italia, il governo di Mario Monti ha rilanciato il ruolo del paese sopratutto in Europa.  L’Italia “blocca” in maniera significativamente inferiore rispetto all’anno scorso, mentre è risultata leader in tre aree principali:

1.         sostegno economico e finanziario, anche a livello bilaterale, nella regione del Medio Oriente e Nord Africa;

2.         contributo alle missioni UE nell’ambito delle operazioni di Sicurezza e Difesa;

3.         sostegno alle transizioni in Libia e Yemen.

Il rapporto riconosce al governo Monti di essere riuscito a dare nuova credibilità alla posizione dell’Italia in Europa. La performance positiva risulta immediatamente visibile nel rapporto transatlantico, nel ruolo dell’Italia nella gestione della crisi dell’Euro e relativamente all’attivismo nel Mediterraneo, nei Balcani e nell’Europa Orientale.

Secondo Foreign Affairs lo European Foreign Policy Scorecard è “un esperimento innovativo nell’analisi della politica estera”.

Per Javier Solana si tratta di “uno strumento inestimabile che amplia la nostra conoscenza della politica estera dell’Unione Europea”.

I RISULTATI DELL’EDIZIONE 2013 DELLO EUROPEAN FOREIGN POLICY SCORECARD

Il rapporto esamina la politica estera europea in sei aree tematiche suddivise per 79 temi specifici: i rapporti con Cina, Russia, Europa Allargata, Medio Oriente e Nord Africa, Stati Uniti e la gestione di questioni multilaterali e delle crisi. Il rapporto attribuisce voti alla prestazione generale dell’Unione Europea e individua quali paesi guidano e quali bloccano la capacità dell’Europa nel perseguire i propri interessi per l’ottenimento di obiettivi specifici.

CINA: Quasi Buono

L’Unione Europea è stata più coesa nelle relazioni con la Cina ed è risultata più assertiva nelle questioni commerciali e sui diritti umani.

RUSSIA: Più che Sufficiente   

Nonostante il deterioramento delle relazioni con Mosca, l’Europa ha migliorato unità e coerenza d’azione. Ciò ha determinato successi in settori quali commercio e dipendenza energetica.

STATI UNITI

Quasi Buono  

L’Europa ha lievemente migliorato le relazioni con il partner transatlantico, mostrando volontà di cooperazione con Washington, ma mantenendo la propria posizione su questioni rilevanti, quali ad esempio l’Iran.

EUROPA ALLARGATA

Più che Sufficiente    

Le relazioni con la Turchia rimangono problematiche; i successi con Moldavia e Georgia sono stati “oscurati” dai problemi nei rapporti con Azerbaijan e Ucraina.

MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA

 Più che Sufficiente

 Diversamente che in Libia, l’Europa non è riuscita a porre fine alla strage in Siria e il supporto alle transizioni democratiche è stato limitato.

GESTIONE DELLE CRISI E QUETSIONI MULTILATERALI

 Buono

C’è stato un leggero peggioramento, dovuto alla gestione  di questioni specifiche al Consiglio di Sicurezza dell’ONU ed al problema del commercio internazionale delle armi. La crisi dell’euro domina ancora l’agenda del G20

 

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