Europa e protezione della propria catena di approvvigionamento dell’energia verde
Gli europei rischiano di sviluppare un’eccessiva dipendenza dalla Cina rispetto alle tecnologie verdi necessarie per costruire l’economia del futuro, a basse emissioni di carbonio. Pertanto, dovrebbero adottare misure tese a ridurre la propria esposizione verso Pechino, pur riconoscendo la necessità di continuare a lavorare con i fornitori cinesi in alcuni ambiti
Risultati principali:
- La transizione energetica è un obiettivo fondamentale per l’UE, e la cui urgenza è stata messa in evidenza dall’innalzamento delle temperature globali e dalle nuove realtà geopolitiche.
- L’UE rischia di sviluppare un’eccessiva dipendenza dalle catene di approvvigionamento cinesi e dalle decisioni prese a Pechino, attore principale nel mercato delle tecnologie verdi.
- Gli Europei dovrebbero rivedere le proprie catene di approvvigionamento energetico e adottare misure per ridurre selettivamente la propria debolezza rispetto alla Cina. Ciò può avvenire attraverso il rafforzamento delle politiche nazionali e la collaborazione con i propri principali partner e alleati.
- Tuttavia, non è possibile né tantomeno desiderabile escludere completamente la Cina da queste filiere.
- I decisori politici europei dovranno trovare il giusto compromesso tra la gestione del rischio rappresentato dalla Cina e la necessità di continuare a lavorare con i fornitori cinesi in alcuni ambiti, soprattutto alla luce della volontà dell’UE di accelerare la propria transizione verso un’economia a zero emissioni.
I preoccupanti avvertimenti lanciati dal Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici riguardo alle transizioni energetiche hanno assunto un nuovo significato a seguito dell’attacco ingiustificato della Russia contro l’Ucraina. Con le sanzioni e gli embarghi petroliferi contro Mosca, il mondo sta cercando di porre fine alla propria la dipendenza energetica dalla Russia, e si sta potenzialmente aprendo alle fonti di energia rinnovabile.
Sebbene garantire un futuro green e all’insegna della sicurezza energetica sia la prima preoccupazione per gli europei, la dipendenza dalla superpotenza cinese in materia di tecnologie energetiche critiche non va sottovalutata. La Cina, infatti, è diventata un attore sempre più globale per quanto riguarda un’ampia gamma di tecnologie verdi, rendendosi così indispensabile per l’UE per realizzare la tanto agognata transizione verde. Basti pensare che i parchi eolici costruiti e gestiti da varie aziende cinesi si stanno già facendo strada in tanti Paesi europei, comprese, a partire dal mese scorso, Croazia e Italia. Ma, nel pianificare l’avanzamento della propria transizione, l’Europa non può certo ignorare i rischi collegati all’eventualità di affidarsi a un’altra potenza autoritaria, stavolta in ambito di energia verde.
Nel nuovo policy brief Circuit breakers: Securing Europe’s green energy supply chains, Agatha Kratz (Rhodium Group), Janka Oertel (European Council on Foreign Relations) e Charlie Vest (Rhodium Group) analizzano il cruciale allineamento tra i partner europei in ambito di transizione energetica, individuando cinque approcci fondamentali che mirano a guidare il dibattito interno alla classe dirigente e a promuovere un dibattito pubblico più ampio sulle difficili scelte future.
Gli autori prendono in considerazione il contesto geopolitico di rivalità sistemica con la Cina e il fatto che si stia combattendo una guerra lungo i confini europei, delineando al contempo i concetti chiave in materia di clima e i rischi più grandi inerenti alle catene di approvvigionamento verde. Tutto ciò con riferimento a vari ambiti legati all’energia, tra i quali l’energia solare ed eolica, l’idrogeno e lo stoccaggio energetico, così da fornire raccomandazioni che mirino alla prosperità climatica sul lungo periodo e che tengano in considerazione tanto la Cina quanto l’Europa.
Tra le strategie fondamentali per affrontare i rischi nelle catene di approvvigionamento dell’energia verde:
- Fare una nuova valutazione dei rischi geopolitici che influiscono sulla resilienza delle catene di approvvigionamento. I decisori politici europei devono aumentare la resilienza delle catene di approvvigionamento in ambito di energia verde davanti a potenziali ulteriori deterioramenti delle relazioni con la Cina.
- Ridimensionare l’esposizione verso la Cina. Mettere in sicurezza le catene di approvvigionamento verde avrà dei costi, ma è possibile affrontare i problemi di sicurezza senza ricorrere a un reshoring su larga scala.
- Dare priorità alle politiche che favoriscono le imprese. Gli europei dovrebbero cercare di aumentare la competitività delle proprie aziende. Le loro politiche dovrebbero quindi mirare a garantire che le industrie europee che stanno emergendo grazie alla transizione siano competitive a livello globale sul lungo periodo.
- Mantenere elevati standard ambientali ed etici per raggiungere la sostenibilità sul lungo termine. Per essere efficace, qualsiasi politica energetica verde dovrà richiedere l’adesione a elevati standard etici e di sostenibilità, che siano in linea con i valori dell’UE.
- Collaborare con i partner. Creare catene di approvvigionamento resilienti in ambito di energia verde richiederà un livello di cooperazione senza precedenti con partner che condividono gli stessi valori.
PARTNER
Questo report è frutto di un progetto congiunto tra lo European Council on Foreign Relations (ECFR) e il Rhodium Group.
ECFR non assume posizioni collettive. Le pubblicazioni di ECFR rappresentano il punto di vista degli autori.