Europa e protezione della propria catena di approvvigionamento dell’energia verde 

Gli europei rischiano di sviluppare un’eccessiva dipendenza dalla Cina rispetto alle tecnologie verdi necessarie per costruire l’economia del futuro, a basse emissioni di carbonio. Pertanto, dovrebbero adottare misure tese a ridurre la propria esposizione verso Pechino, pur riconoscendo la necessità di continuare a lavorare con i fornitori cinesi in alcuni ambiti.

September 26, 2021, Cenxi, Cenxi, China: On September 25, 2021, at the China Guangdong Nuclear Power Wind Farm on the ridge southeast of Dalong Town, Cenxi City, Wuzhou City, Guangxi Province, the green hills and green hills, 15 wind power generators set against the clouds and the countryside, formed a beautiful green picture…In recent years, Cenxi City, Wuzhou, Guangxi has deeply practiced the concept of ecological priority and green development, vigorously developed the wind power industry, promoted the construction of green and clean energy, and formed a wind power corridor integrating wind power generation, sightseeing and tourism, and environmental protection demonstrations, boosting rural tourism Development and boost rural revitalization. (Credit Image: © SIPA Asia via ZUMA Press Wire
Cenxi, Cina
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Risultati principali

  • La transizione energetica è un obiettivo fondamentale per l’UE, e la cui urgenza è stata messa in evidenza dall’innalzamento delle temperature globali e dalle nuove realtà geopolitiche. 
  • L’UE rischia di sviluppare un’eccessiva dipendenza dalle catene di approvvigionamento cinesi e dalle decisioni prese a Pechino, attore principale nel mercato delle tecnologie verdi. 
  • Gli Europei dovrebbero rivedere le proprie catene di approvvigionamento energetico e adottare misure per ridurre selettivamente la propria debolezza rispetto alla Cina. Ciò può avvenire attraverso il rafforzamento delle politiche nazionali e la collaborazione con i propri principali partner e alleati. 
  • Tuttavia, non è possibile né tantomeno desiderabile escludere completamente la Cina da queste filiere. 
  • I decisori politici europei dovranno trovare il giusto compromesso tra la gestione del rischio rappresentato dalla Cina e la necessità di continuare a lavorare con i fornitori cinesi in alcuni ambiti, soprattutto alla luce della volontà dell’UE di accelerare la propria transizione verso un’economia a zero emissioni. 

I preoccupanti avvertimenti lanciati dal Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici riguardo alle transizioni energetiche hanno assunto un nuovo significato a seguito dell’attacco ingiustificato della Russia contro l’Ucraina. Con le sanzioni e gli embarghi petroliferi contro Mosca, il mondo sta cercando di porre fine alla propria la dipendenza energetica dalla Russia, e si sta potenzialmente aprendo alle fonti di energia rinnovabile.  

Sebbene garantire un futuro green e all’insegna della sicurezza energetica sia la prima preoccupazione per gli europei, la dipendenza dalla superpotenza cinese in materia di tecnologie energetiche critiche non va sottovalutata. La Cina, infatti, è diventata un attore sempre più globale per quanto riguarda un’ampia gamma di tecnologie verdi, rendendosi così indispensabile per l’UE per realizzare la tanto agognata transizione verde. Basti pensare che i parchi eolici costruiti e gestiti da varie aziende cinesi si stanno già facendo strada in tanti Paesi europei, comprese, a partire dal mese scorso, Croazia e Italia. Ma, nel pianificare l’avanzamento della propria transizione, l’Europa non può certo ignorare i rischi collegati all’eventualità di affidarsi a un’altra potenza autoritaria, stavolta in ambito di energia verde. 

Nel nuovo policy brief  Circuit breakers: Securing Europe’s green energy supply chains, Agatha Kratz (Rhodium Group), Janka Oertel (European Council on Foreign Relations) e Charlie Vest (Rhodium Group) analizzano il cruciale allineamento tra i partner europei in ambito di transizione energetica, individuando cinque approcci fondamentali che mirano a guidare il dibattito interno alla classe dirigente e a promuovere un dibattito pubblico più ampio sulle difficili scelte future. 

Gli autori prendono in considerazione il contesto geopolitico di rivalità sistemica con la Cina e il fatto che si stia combattendo una guerra lungo i confini europei, delineando al contempo i concetti chiave in materia di clima e i rischi più grandi inerenti alle catene di approvvigionamento verde. Tutto ciò con riferimento a vari ambiti legati all’energia, tra i quali l’energia solare ed eolica, l’idrogeno e lo stoccaggio energetico, così da fornire raccomandazioni che mirino alla prosperità climatica sul lungo periodo e che tengano in considerazione tanto la Cina quanto l’Europa. 

Tra le strategie fondamentali per affrontare i rischi nelle catene di approvvigionamento dell’energia verde: 

  • Fare una nuova valutazione dei rischi geopolitici che influiscono sulla resilienza delle catene di approvvigionamento. I decisori politici europei devono aumentare la resilienza delle catene di approvvigionamento in ambito di energia verde davanti a potenziali ulteriori deterioramenti delle relazioni con la Cina. 
  • Ridimensionare l’esposizione verso la Cina. Mettere in sicurezza le catene di approvvigionamento verde avrà dei costi, ma è possibile affrontare i problemi di sicurezza senza ricorrere a un reshoring su larga scala. 
  • Dare priorità alle politiche che favoriscono le imprese. Gli europei dovrebbero cercare di aumentare la competitività delle proprie aziende. Le loro politiche dovrebbero quindi mirare a garantire che le industrie europee che stanno emergendo grazie alla transizione siano competitive a livello globale sul lungo periodo.  
  • Mantenere elevati standard ambientali ed etici per raggiungere la sostenibilità sul lungo termine. Per essere efficace, qualsiasi politica energetica verde dovrà richiedere l’adesione a elevati standard etici e di sostenibilità, che siano in linea con i valori dell’UE. 
  • Collaborare con i partner. Creare catene di approvvigionamento resilienti in ambito di energia verde richiederà un livello di cooperazione senza precedenti con partner che condividono gli stessi valori.   

PARTNER 

Questo report è frutto di un progetto congiunto tra lo European Council on Foreign Relations (ECFR) e il Rhodium Group. 

ECFR non assume posizioni collettive. Le pubblicazioni di ECFR rappresentano il punto di vista degli autori.