Amici-Nemici. Turchia e Russia: un’alleanza improbabile
Negli ultimi anni la crescente amicizia tra Russia e Turchia ha costituito un problema per l’Europa
Negli ultimi anni la crescente amicizia tra Russia e Turchia ha costituito un problema per l’Europa. La rottura, a seguito dell’abbattimento di un jet russo da parte di Ankara, ha costituito un problema ancora più grande. Il recente “riavvicinamento” tra Russia e Turchia e le scuse di Ankara a Mosca potrebbero però cambiare gli scenari futuri.
Secondo un nuovo rapporto ECFR , nell’ultimo decennio Russia e Turchia si sono avvicinate grazie a legami economici sempre più forti e al rapporto tra i rispettivi leader, con il rischio per l’Europa di trovarsi un asse ostile ai propri confini. L’abbattimento del jet russo aveva portato ad un confronto con il rischio di una guerra per procura in Siria e di indebolire gli sforzi europei per fronteggiare la crisi dei rifugiati.
Secondo “With friends like these: Turkey, Russia, and the end of an unlikely alliance” la guerra in Siria, la crisi dei rifugiati e la questione curda sono profondamente intrecciate. Inoltre, la Turchia, membro NATO, ha appena firmato un accordo con l’UE ed è parte fondamentale dei piani russi energetici per l’Europa.
Uno scontro a tutto campo tra le due maggiori potenze ai confini dell’Europa non è nell’interesse di nessuno. Con la lettera di Erdogan a Putin, il pericolo di un confronto militare sembra rientrato, almeno per ora. Tuttavia, un ritorno alla normalità richiederà molto tempo.
L’Europa dovrebbe cogliere questa opportunità per spingere la Turchia nella giusta direzione, verso la democrazia e i valori europei, e allontanarla dal nazionalismo in salsa russa e dal capitalismo clientelare. L’Europa dovrebbe lavorare per riportare la Turchia nella sua sfera di influenza, basandosi sull’Accordo sui rifugiati e incoraggiando Ankara a diversificare le proprie forniture energetiche dalla Russia.
Allo stesso tempo, l’Europa dovrebbe rilanciare il proprio ruolo nei negoziati sulla Siria. In primis, cercando di porre fine alle azioni militari russe e turche nel paese. Inoltre, l’Europa dovrebbe avere una linea politica definita sulla questione curda, facilitando il dialogo tra le forze turche e quelle curde in Siria, per contribuire a ridurre le tensioni interne alla Turchia ed assicurarsi di non venir tagliata fuori dal grande gioco che Stati Uniti e Russia stanno portando avanti nella regione.
Secondo l’autrice Asli Aydintasbas “turchi e russi hanno trovato il nemico-amico perfetto l’uno nell’altro, una scusa per le proprie iniziative internazionali. Per i russi, la Turchia rimane “il malato d’Europa”, un termine coniato dallo Zar Nicola I per l’Impero Ottomano prima della Guerra di Crimea, a cui ricordare i propri limiti. Per i turchi, la Russia fornisce una comoda scusa per non assumersi la responsabilità dei propri errori con i curdi ed il fallimento sulla questione siriana”. “Evidenti sforzi per la de-escalation sono visibili sia da Ankara che da Mosca, sebbene la Siria rimanga una terra di sabbie mobili che potrebbe fagocitare ambedue le potenze.” .“Essendo la Turchia un importante membro della NATO e un candidato all’adesione all’UE, l’Europa ha un chiaro interesse nel benessere economico turco, nella stabilità del Paese e nello sviluppo politico democratico.”. “L’Europa ha molto in gioco nel conflitto siriano, dato l’impatto della crisi dei rifugiati. Ciò riguarda particolarmente il nord della Siria, dove sta andando in scena la rivalità turco-russa e gli Stati Uniti stanno concentrando i propri sforzi contro l’ISIS. Tuttavia, gli europei sono in gran parte fuori dal dibattito internazionale sulla Siria. L’Europa dovrebbe iniziare a pensare a come portare la stabilità nel paese, e non limitarsi ad una semplice conta dei rifugiati”.
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