Policy Alert: Grandi progetti. Collegare l’Europa e l’India attraverso il Golfo

Il G20 ha svelato piani per un corridoio commerciale che, collegando l’India con l’Europa attraverso il Golfo, potrebbe fare concorrenza alla BRI cinese. Ma rimangono sfide dal punto di vista economico e finanziario.

Una risposta ambiziosa

“A really big deal”: così è stato definito dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden il progetto, svelato al recente summit del G20, di costruire un corridoio marittimo e ferroviario che colleghi l’India all’Europa attraverso il Golfo. Oltre agli Stati Uniti, l’IMEC, il corridoio economico India-Medio Oriente -Europa, coinvolge Unione Europea, Francia, Germania, Italia, India, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita. Questa imponente risposta alla Nuova Via della Seta cinese (BRI) non pecca certo in ambizione. Un progetto di questa portata – che include estesi e complessi collegamenti ferroviari – si troverà però a fronteggiare notevoli sfide, dalla fattibilità economica ai finanziamenti. 

Tra ambizione e realtà

Nei prossimi 60 giorni i membri dell’iniziativa delineeranno una roadmap con le relative tempistiche per l’implementazione dell’IMEC. Nel tentativo di trasformare le loro ambizioni in realtà, devono però tenere conto delle seguenti considerazioni:

  • I corridoi logistici devono essere abbastanza efficienti ed economicamente competitivi per sottrarre il commercio alle rotte già esistenti. Per riuscirci, l’IMEC ha bisogno di ottimizzare i suoi processi attraverso l’adozione di standard condivisi e di una parziale convergenza normativa. Inoltre, per raggiungere accordi tra diversi Paesi in un contesto di tensioni geopolitiche è necessario un costante dialogo diplomatico: l’UE, in quanto destinazione finale del corridoio, dovrebbe avere significativo interesse nell’assicurarsi che questo accada.
  • Le ferrovie sono la modalità di trasporto via terra più sostenibile ed efficiente. Tuttavia, sono anche particolarmente costose e complesse da costruire, e richiedono interoperabilità con le strutture portuali. Le esperienze di  costruzione di ferrovie nel Golfo, sezione centrale del corridoio, non sono promettenti: i progetti di collegamento ferroviario tra i Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC) procedono a rilento, mettendo in dubbio gli obiettivi prefissati per il 2025.
    L’IMEC dovrebbe dunque basarsi sul modello delle  reti trans-europee di trasporto (TEN-T) per individuare le infrastrutture più adatte al nuovo progetto. Il sistema TEN-T potrebbe inoltre fornire un meccanismo per l’implementazione tra i Paesi coinvolti.
  • L’Arabia Saudita si è presa l’impegno di investire 20 miliardi di dollari nell’IMEC. Ma le finanze pubbliche dell’UE e degli Stati Uniti sono in uno stato troppo fragile per sostenere il peso di ambiziosi progetti esteri. Il finanziamento di un progetto così all’avanguardia dipenderà massicciamente da capitali privati – e anche l’economia in rapida crescita dell’India potrebbe non essere abbastanza per attirare investitori. L’UE potrebbe quindi dare istruzione alla Banca Europea per gli Investimenti e alla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo di fornire garanzie ed emettere uno strumento obbligazionario ad hoc per raccogliere fondi.

Ambizioni rivali

L’annuncio dell’IMEC arriva in un momento di forte competizione geoeconomica nell’ambito delle infrastrutture e origina dalla volontà delle potenze occidentali di respingere l’influenza cinese. Il progetto mira a ridisegnare le rotte commerciali, fornendo un’alternativa alla BRI e ai corridoi basati su interconnessioni finanziate dalla Cina.

Economicamente, l’IMEC offre l’opportunità di potenziare il commercio di beni, energia e servizi tra UE ed India –  il membro del G20 con il più alto tasso di crescita. L’IMEC è anche particolarmente rilevante in quanto rappresenta, per UE e USA, il primo tentativo concreto di fornire investimenti infrastrutturali in collaborazione con attori non occidentali, finalmente visti come partners piuttosto che come meri destinatari di queste iniziative.

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