Roulette russa sull’accordo sul nucleare iraniano? Non ancora.

Le conseguenze della crisi ucraina sull'Iran:Teheran tra occidente e Russia. 

La recente dichiarazione russa secondo cui la disputa tra Mosca e occidente in Ucraina potrebbe avere ripercussioni sui negoziati sul nucleare con l'Iran, ha sollevato stupore.

 

Dopo la conclusione dell'ultimo round di trattative sul nucleare iraniano nella cornice del E3+3, il vice Ministro degli affari esteri russo, Sergei Ryabkov, ha annunciato che la Russia non “gradirebbe usare questi negoziati come elemento per alzare la posta in gioco” tra Mosca e occidente e che Mosca potrebbe sentirsi forzata a “prendere decisioni ritorsive“. Questo commento è stato seguito dall'annuncio di nuove sanzioni contro la Russia da parte dell'Europa e degli Stati Uniti. Ciò ha sollevato paura e speculazioni sulla possibilità che la Russia faccia ritardare l'accordo sul nucleare con l'Iran, peraltro già carico di problemi tecnici e politici.

Sebbene plausibile, l'idea che la Russia sia disposta a sabotare la trattativa con l'Iran con l'obiettivo di recuperare terreno nella “guerra di trincea” con l'Ucraina è inverosimile. Rispetto al disaccordo con le posizioni di Putin in altre zone, inclusa la Siria, la convergenza in questo caso rimane sul fatto che la Russia, al pari dell'occidente, non vuole che l'Iran abbia un programma di armamento nucleare. Tuttavia, considerato che la crisi politica in Crimea è oggi il problema più urgente per la Russia, Mosca sta provando a creare tensioni sulla trattativa in Iran, credendo di poter trarne benefici con riferimento all’ Ucraina.

Una strategia potrebbe essere quella del intorpidimento del consenso tra i E3+3. Per esempio, dato che la minaccia di sanzioni occidentali contro Mosca rimane, la Russia potrebbe domandare un alleggerimento della sanzioni contro l'Iran.
Ciò rappresenterebbe un gesto di opposizione alla politica di sanzioni dell'occidente e permetterebbe alla Russia di negoziare un diritto di prelazione sull'Iran circa le prospettive commerciali, qualora le sanzioni sul programma nucleare iraniano venissero attenuate.

Mosca ha già scavalcato l'Europa nel creare un business con l'Iran, e più recentemente la Russia ha accettato di costruire due reattori nucleari per l'Iran in cambio di petrolio. Sebbene l'ampliamento dei legami economici con Teheran avrebbe poca peso rispetto a quello che la Russia perderebbe nelle capitali europee, lo scenario non è privo di significati.  Mosca sarà pronta a mostrare l’Iran come suo alleato nella resistenza contro l'occidente.

L'Iran, da parte sua, cercherà qualche vantaggio dal conflitto in Ucraina. Gli eventi in Ucraina non coinvolgono particolarmente l'Iran, ma Teheran è consapevole che i più autorevoli protagonisti del E3+3 si stanno preparando ad un atteggiamento da Guerra Fredda. Teheran teme inoltre che possibili divergenze tra i E3+3 possano avere un impatto sulla capacità iraniana di realizzare la priorità della propria politica estera: risolvere la questione nucleare. Se l'amministrazione del presidente Rouhani non vuole fare passi indietro sul negoziato nucleare come conseguenza di incomprensioni all'interno del E3+3, di certo utilizzerà lo stallo in Ucraina per trarne benefici. Sul piano economico, dato che l'Europa comincia a pensare a diversificare i propri rifornimenti energetici per ridurre la dipendenza dalla Russia (che oggi rifornisce i bisogni europei di gas per il 30%), l'Iran, che detiene la seconda riserva di gas mondiale in termini di grandezza, è pronta a presentarsi come un partner alternativo all'Europa.

 

Sulla sicurezza regionale, l'azione militare russa in Crimea potrebbe avere implicazioni su come l'occidente vede ora il coinvolgimento iraniano nel trovare una soluzione alla guerra civile siriana. L'occidente non può ignorare che sia Iran che Russia hanno giocato un ruolo fondamentale nel garantire l'accordo sulle armi chimiche con la Siria, attraverso la loro influenza sul regime del presidente siriano Bashar al-Assad.
Simili pressioni  saranno d'obbligo per futuri cessate il fuoco  e colloqui di pace. Tuttavia, la volontà dell'occidente e della Russia di impegnarsi significativamente su questi temi può diminuire qualora le tensioni sull'Ucraina dovessero inasprirsi. In tal caso, l'occidente sarà obbligato ad adottare un approccio diverso, con l'inclusione  di altri  attori regionali, come l'Iran e l'Arabia Saudita.

 

L'Iran ufficialmente sostiene la Russia, e la disputa sull'Ucraina potrebbe provocare una linea dura di Teheran. L'Iran potrebbe infatti rompere la sua intesa con l'occidente e allinearsi con l'alleato tradizionale, Mosca. Se il negoziato sul nucleare raggiungesse un punto morto dovuto all'inabilità del Presidente Obama di convincere il Congresso ad accettare le condizioni finali dell'accordo, l'Iran potrebbe utilizzare la divisione occidente-Russia per rinvigorire la sua retorica antioccidentale.
Nella situazione attuale, l'amministrazione Rouhani è determinata ad avvicinarsi all'occidente sul problema nucleare e anche oltre. L'Iran è desideroso di espandere il commercio con l'occidente, riducendo la sua dipendenza da Cina e Russia. La squadra di Rouhani non vuole infatti compromettere la pista diplomatica rivelandosi troppo riverente nei confronti della politica russa in Ucraina.

Finora, il disaccordo tra Russia e occidente sull'Ucraina non ha avuto un grosso impatto sulla determinazione di proseguire l'accordo sul nucleare. La discussione politica e tecnica tra i E3+3 e l'Iran è stata fissata per aprile. Tuttavia, gli attori per cui un accordo sul nucleare resta una priorità di politica estera (in particolare Obama e Rouhani) devono prestare maggiore attenzione agli sviluppi della crisi l'Ucraina e alle possibili ripercussioni sull'atteggiamento di Mosca riguardo nucleare. L'Europa farebbe dunque bene a mantenere il firewall tra i negoziati con l'Iran come parte della E3 +3 e le tensioni diplomatiche con la Russia.

 

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