Wars and Elections: How European leaders can maintain public support for Ukraine (riassunto)

Secondo un nuovo report di indagine pubblicato dallo European Council on Foreign Relations (ECFR), in Europa si registra un crescente pessimismo riguardo alla guerra tra Russia e Ucraina

Protestors attend a demonstration against the Russian invasion on Ukraine and to demand the stoppage of energy trading with Russia, in front of the Reichstag building in Berlin, Germany, Wednesday, April 6, 2022
Diversi partecipanti ad una manifestazione contro l’invasione russa dell’Ucraina chiedono l’interruzione del commercio di energia con la Russia davanti al palazzo del Reichstag a Berlino
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  • Un nuovo studio basato su sondaggi, pubblicato prima del secondo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina, rivela che solo il 10% degli europei, in media, crede che l’Ucraina vincerà la guerra. L’opinione prevalente, in tutti i dodici Stati membri esaminati, è che la guerra finirà con una “pace di compromesso”. 
  • Secondo gli autori dello studio, questo cambiamento di opinione è causato dallo stallo della controffensiva dell’esercito ucraino, dalle crescenti preoccupazioni per un cambiamento della politica statunitense, e da ciò che la possibile rielezione di Donald Trump potrebbe significare per lo sforzo bellico. 
  • La maggioranza degli intervistati ritiene che, se Trump dovesse essere rieletto Presidente degli Stati Uniti, l’Europa dovrebbe mantenere o “incrementare” il proprio sostegno a Kiev. 
  • Ivan Krastev e Mark Leonard, coautori dello studio, sostengono che, per mantenere il sostegno degli europei all’Ucraina, i leader dell’UE dovrebbero proporre una strategia che sia “radicata nella realtà” e stabilire una distinzione chiara tra la “pace negoziata” e la “pace alle condizioni della Russia”. Il dibattito critico riguarderà poi la definizione del concetto di pace. 

Secondo un nuovo report di indagine pubblicato oggi dallo European Council on Foreign Relations (ECFR), in Europa si registra un crescente pessimismo riguardo alla guerra tra Russia e Ucraina e si teme che una vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane di quest’anno avrà ripercussioni sulla vittoria dell’Ucraina. Questo scenario renderà la ricerca della definizione di pace “un campo di battaglia critico”, non solo nelle prossime elezioni europee, ma per il conflitto stesso. E, per continuare a sostenere l’Ucraina, i leader dell’UE dovranno cambiare tono per risultare credibili ad un pubblico sempre più scettico. 

L’ultimo report di ECFR, Wars and Elections: How European leaders can maintain public support for Ukraineelaborato dagli esperti di politica estera Ivan Krastev e Mark Leonard, attinge ai dati dell’opinione pubblica raccolti nel gennaio 2024 da YouGov e Datapraxis in 12 Stati membri dell’UE (Austria, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna e Svezia). Lo scopo del rapporto è comprendere lo stato attuale dell’opinione pubblica sull’Ucraina e proporre una strategia affinché i leader dell’UE possano sostenere al meglio Kiev, in un contesto sempre più complesso. 

Il report rivela un quadro contrastante, con qualche speranza e alcune sfide che dovranno essere prese in considerazione quando i leader sosterranno la necessità di mantenere o incrementare il sostegno a Kiev. Mentre solo il 10% degli europei crede che l’Ucraina vincerà la guerra, la maggioranza di loro non crede nel raggiungimento della pace. Vi è un ampio sostegno al mantenimento, e persino all’aumento, degli aiuti europei a Kiev, nel caso di un cambiamento della politica degli Stati Uniti. 

I coautori del report, Ivan Krastev e Mark Leonard, notano alcune tendenze all’interno di questo set di dati che dovrebbero influenzare la comunicazione politica nel prossimo periodo. In primo luogo, la consapevolezza che la guerra della Russia in Ucraina è ora vista principalmente come una guerra europea, di cui gli europei sono responsabili; in secondo luogo, un pessimismo riguardo all’esito della guerra e alla possibilità che l’Ucraina possa vincerla; terzo, una riconfigurazione del sostegno a Kiev tra i suoi vicini, compresa la Polonia, dove il senso di unione è iniziato a scemare, a fronte dell’opinione di Paesi più lontani, come Portogallo e Francia, dove il sostegno appare sorprendentemente fermo; e, in quarto luogo, l’effetto Trump sulla politica globale appare già in atto, ancor prima della conferma che sarà lui il candidato ufficiale dei Repubblicani alla Casa Bianca. 

I risultati chiave dell’ultimo sondaggio dell’ECFR sono i seguenti: 

  • In Europa cresce il pessimismo sull’esito della guerra. Solo il 10% degli intervistati nei dodici Paesi ritiene che l’Ucraina vincerà la guerra, mentre il doppio (20%) prevede una vittoria russa. Il calo di fiducia nella vittoria ucraina è visibile in tutta Europa e, anche negli Stati membri più ottimisti (Polonia, Svezia e Portogallo), meno di uno su cinque (17%) ritiene che Kiev possa prevalere. In tutti i Paesi, l’opinione più diffusa (condivisa in media dal 37%) è che si realizzerà una pace di compromesso tra Ucraina e Russia. 
  • Il sostegno europeo all’Ucraina è ampio, anche se in alcuni Paesi la maggioranza preferirebbe che Kiev accettasse un accordo. In Svezia, Portogallo e Polonia si preferisce sostenere l’Ucraina nella lotta per il suo territorio (rispettivamente 50%, 48% e 47%). In altri cinque, tra cui la vicina Ungheria (64%), Grecia (59%), Italia (52%), Romania (50%) e Austria (49%), c’è una chiara preferenza per spingere Kiev ad accettare un accordo. Altrove, il pubblico è diviso, anche in Francia (il 35% a favore della ripresa del territorio, contro il 30% a favore di un negoziato), Germania (32% contro 41%), Paesi Bassi (34% contro 37%) e Spagna (35% contro 33%). 
  • Molti vedono la guerra in Ucraina come un fattore esistenziale per l’Europa. Alla domanda su quale conflitto, tra la guerra tra Israele e Hamas a Gaza e la guerra in Ucraina, abbia avuto il maggiore impatto sul proprio “Paese” e sull’“Europa”, rispettivamente il 33% e il 29% hanno scelto l’Ucraina, mentre appena il 5% ha risposto il conflitto a Gaza. Ciò suggerisce come gli europei vedano la guerra in Ucraina, e il suo esito, come un evento di rilevanza regionale sul quale hanno la responsabilità. 
  • Gli europei sono scoraggiati dal possibile ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Il 56% degli intervistati sarebbe “abbastanza deluso” o “molto deluso” se Donald Trump fosse rieletto Presidente degli Stati Uniti. L’Ungheria rappresenta l’unica eccezione: il 27% ha dichiarato che sarebbe “soddisfatto” di questo risultato, mentre solo il 31% sarebbe “deluso”. Coloro che sperano in una vittoria di Trump costituiscono la maggioranza tra i sostenitori di un solo grande partito politico, Fidesz, nei Paesi esaminati. Tra gli altri gruppi di destra, che in precedenza erano solidali con l’ex Presidente, ora solo un terzo dei sostenitori dell’Alternative für Deutschland (AfD) in Germania, del Freiheitliche Partei Österreichs (FPÖ) in Austria o di Fratelli d’Italia in Italia vedono con favore il suo ritorno. Il sentimento è ancora più debole tra i sostenitori del Rassemblement National (RN) francese e del partito polacco Diritto e Giustizia. 
  • Si teme che Donald Trump possa avere un impatto negativo sul corso della guerra e rendere “meno probabile” una vittoria ucraina. Il 43% degli europei, in media, pensa che una seconda Presidenza Trump renderà “meno probabile” la vittoria dell’Ucraina, mentre solo il 9% ha espresso il parere contrario. 
  • Il 41% degli europei, in media, ritiene che l’UE dovrebbe “incrementare” o “mantenere” il proprio sostegno all’Ucraina, nel caso di un ritiro degli aiuti americani causato dalla presidenza Trump. Sebbene solo una minoranza (20%) degli europei incrementerebbe il supporto all’Ucraina per compensare il ritiro degli Stati Uniti, il 21% ha indicato che preferirebbe mantenere il sostegno invariato. Un terzo degli intervistati (33%) preferirebbe che l’UE seguisse gli Stati Uniti nel limitare il proprio supporto. 
     

Gli autori notano come gli europei, a due anni dallo scoppio della guerra, non siano di “umore eroico” o ottimista riguardo alla situazione in Ucraina. Tuttavia, anche in questo contesto, sostengono che l’impegno degli europei per impedire una vittoria russa non sia cambiato. Inoltre, la maggioranza sostiene che, anche nel caso in cui gli Stati Uniti non dovessero più sostenere l’Ucraina, l’UE dovrebbe “mantenere” o “incrementare” il proprio sostegno a Kiev. 

Krastev e Leonard ritengono che questa contrapposizione tra la sfiducia dell’opinione pubblica sull’esito della guerra e il mantenimento del sostegno per impedire una vittoria russa abbia creato una nuova dicotomia. Ora, la sfida per i politici occidentali sarà quella di definire cosa significhi una “pace giusta” e adottare una strategia che impedisca a Trump, e a Vladimir Putin, di atteggiarsi a sostenitori della pace in un conflitto che è ancora lungi dall’essere deciso. 

Mark Leonard, coautore e Direttore dell’ECFR, commentando l’ultima indagine paneuropea, ha affermato: 

“Per sostenere la necessità di un continuo sostegno europeo all’Ucraina, i leader dell’UE dovranno cambiare il modo in cui parlano della guerra. Il nostro sondaggio mostra che la maggior parte degli europei vorrebbe impedire una vittoria russa, ma non crede che l’Ucraina sarà in grado di riconquistare tutto il suo territorio. L’argomento più convincente per un pubblico scettico è che il sostegno militare all’Ucraina potrebbe portare a una pace duratura e negoziata che favorisca Kiev, piuttosto che una vittoria per Putin”. 

Ivan Krastev, coautore e Presidente del Centre for Liberal Strategies, ha aggiunto: 

Il grande pericolo è che Trump – e Putin, che ha lasciato intendere di essere aperto ai negoziati – cerchino di dipingere l’Ucraina (e i suoi sostenitori) come il soggetto della ‘guerra per sempre’, mentre loro rivendicano il mantello della ‘pace’.   

Ma la vittoria russa non è pace. Se il prezzo da pagare per porre fine alla guerra è quello di trasformare l’Ucraina in una terra di nessuno, questo appare piuttosto una sconfitta, non solo per Kiev ma per l’Europa e la sua sicurezza. Ora che Mosca sostiene i negoziati, è importante che sia l’opinione pubblica ucraina che quella occidentale sappiano cosa non è negoziabile quando si tratta del futuro dell’Ucraina. Da un punto di vista occidentale, ciò che non è negoziabile è la scelta democratica e filooccidentale dell’Ucraina.” 

ECFR non assume posizioni collettive. Le pubblicazioni di ECFR rappresentano il punto di vista degli autori.