Stati Uniti, droni e la posizione europea

Cosa deve fare l’Europa

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L’ attacco dei droni che ha provocato l’uccisione di almeno 17 persone in Pakistan ci ricorda che è in atto un nuovo modo di fare la guerra. La reazione dell’UE è stata per lo più passiva. Con la tecnologia che si va diffondendo (anche negli Stati Membri dell’Ue), è necessario un cambiamento e regole nuove.

Nel nuovo policy brief di ECFR – “Drones and targeted killing: defining a European position”, Anthony Dworkin sostiene che l’UE dovrebbe prendere una posizione più forte e decisa sulla questione dei droni e lavorare con gli Stati Uniti per stabilire nuovi standard per definire quando permesso l’impiego dei droni. Secondo Anthony Dworkin, la posizione dell’UE dovrebbe fondarsi sull’idea che al di fuori degli scenari militari convenzionali, la forza letale dei droni dovrebbe essere usata solo in presenza di una minaccia grave ed imminente alla vita di innocenti.

·         Nonostante il Presidente Obama abbia abbracciato una posizione simile in termini generali di politica americana, in realtà la interpreta in maniera lasca. Cambiamenti della politica degli Stati Uniti potrebbero significare maggiori chance di dialogo transatlantico.

·         L’UE dovrebbe fare pressione su Obama affinché alla retorica faccia seguito questo principio di controllo restrittivo sull’uso dei droni e affinché valuti la linea dell’autodifesa come base giuridica per l’impiego dei droni.

·         L’UE dovrebbe spingere gli Stati Uniti ad una maggiore trasparenza e “accountability” e porre fine al concetto di “guerra senza limiti” ai gruppi terroristici. Altrimenti si correrebbe il pericolo che Cina, Russia e altri paesi possano strumentalizzare l’uso statunitense dei droni come precedente per giustificare attacchi mirati a gruppi considerati nemici.

Alcuni dati utili:

·         Il primo attacco letale di un drone americano è avvenuto in Afghanistan nell’ottobre 2001.

·         I droni sono stati usati anche in Pakistan, Yemen e Somalia; gli Stati Uniti hanno recentemente aperto una nuova base di droni in Niger.

·         L’Amministrazione Obama ha incrementato l’utilizzo di droni e si stima che la sua amministrazione sia responsabile del 90% degli attacchi dei droni americani.

·         Non ci sono documenti pubblici sugli attacchi dei droni americani ma il Bureau of Investigative Journalism ritiene che gli Stati Uniti abbiano effettuato 370 attacchi in Pakistan (uccidendo tra le 2500 e le 3500 persone); circa 50 nello Yemen (uccidendo tra 240 e 349 persone); e fra tre e nove attacchi in Somalia (uccidendo tra le 7 e le 27 persone).

·         La Gran Bretagna ha già utilizzato gli Unmanned Ariel Vehicles (UAVs); anche Germania, Italia, Olanda e Polonia stanno prendendo in considerazione il loro utilizzo.

·         Cina e Israele hanno programmi propri sui droni. Russia, Arabia Saudita e Turchia stanno procedendo in maniera analoga.

ECFR non assume posizioni collettive. Le pubblicazioni di ECFR rappresentano il punto di vista degli autori.