Il settarismo nel Golfo

Come il settarismo influenza la politica del Medio Oriente

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Durante i recenti negoziati di Ginevra, il Ministro degli Affari Esteri iraniano Javad Zarif ha definito il settarismo come la più seria minaccia alla sicurezza, non solo della regione ma del mondo intero. Le politiche settarie, eredità distruttiva della pluridecennale guerra fredda tra il Golfo a maggioranza sunnita e l’Iran sciita della rivoluzione islamica del 1979, sono diventate una caratteristica distintiva dei molti conflitti in Medio Oriente, dal Libano all'Iraq e Siria.

L’ultima edizione delle Gulf Analyses “ The gulf and sectarianism”, a cura di Fatima Ayub, esplora il fenomeno del settarismo e spiega come i governi della regione coltivino e manipolino l’agenda settaria per raggiungere obiettivi politici strategici. Molti governi nella regione usano la divisione settaria come strumento per giustificare la discriminazione nei confronti delle minoranze e per manipolare la politica dell’intero Medio Oriente.
 

 Arabia Saudita: nessun’altro paese è accusato di diffondere il settarismo così come l’Arabia Saudita. La famiglia reale saudita vede se stessa come erede legittimo e guardiano dell’ortodossia islamica. Il regno promuove varie politiche settarie in Bahrain e Siria, dove teme una crescente influenza iraniana. L’Arabia Saudita non mostra alcuna inclinazione ad affrontare la marginalizzazione della propria popolazione shiita, che viene spesso ritenuta sediziosa in virtù della propria fede.
 

 Iran: l’Iran cerca di stabilire alleanze strategiche non settarie. Gli sforzi per contrastare l’isolamento regionale hanno portato l’Iran a collaborare, inaspettatamente, con attori che condividono la sua visione delle minacce alla sicurezza internazionale e regionale, piuttosto che a concentrarsi esclusivamente su alleati della stessa fazione islamica. Esempi di tale collaborazione includono l’alleanza con l’Iraq e la stretta collaborazione con Hamas e la Siria di Assad.

Iraq:la crisi politica, sociale ed economica manifestatasi in Iraq dopo l’invasione del 2003 resta irrisolta e rischia di condurre il paese verso una violenza ancora più profonda. L’uso del settarismo da parte del Primo Ministro Nouri al-Maliki per consolidare il potere sta inasprendo le divisioni tra la maggioranza shiita e la minoranza sunnita all’interno del Paese.
  
Qatar: nonostante il Qatar non abbia esplicitamente cercato di promuovere un’agenda settaria, sia nella politica interna che estera, i tentativi della sua leadership di espandere la propria influenza nel Medio Oriente e nel Nord Africa hanno esacerbato tensioni settarie all’interno del Paese e all’estero. Il Paese sta intraprendendo un difficile percorso sostenendo gli Islamisti all’estero senza che ciò implichi l’isolamento dei propri cittadini sciiti e il ripristino delle relazioni con l’Iran.

Per Fatima AyubMano mano che la situazione in Siria va degenerando, il settarismo diventa sempre più forte nel Paese come altrove. Analizzando le cose da un punto di vista più ampio, emerge come l’asse storico tra il Golfo e Occidente contro l’Iran inasprisca le tensioni regionali. I negoziati di Ginevra hanno implicazioni che vanno oltre la sola questione della capacità nucleare iraniana. Un eventuale accordo con l’Iran, potrebbe segnare l’inizio di un lento cambiamento verso un riconoscimento più pragmatico degli interessi comuni, piuttosto che una continuazione della politica per procura a cui stiamo assistendo in Siria

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