Il vantaggio di Roma: governo Draghi ed equilibrio di potere in Europa

Con la permanenza di Mario Draghi a Palazzo Chigi, l’Italia ha l’opportunità di sostenere una ripresa economica e politica dalla pandemia che garantisca il futuro dell’Europa

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, 2019

La scorsa settimana, il parlamento italiano ha confermato Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica per altri sette anni; Mario Draghi rimane Presidente del Consiglio e Giuliano Amato è stato nominato Presidente della Corte costituzionale. L’effetto più visibile e immediato di questo processo è il rafforzamento delle istituzioni italiane attraverso tre leader di provata esperienza e capacità.

Tuttavia, non si è trattato di un compito facile. Al contrario, i grandi elettori chiamati a scegliere il capo dello Stato – le due camere del parlamento e i delegati regionali – hanno impiegato quasi una settimana e otto sessioni plenarie per chiedere finalmente a Mattarella di rimanere in carica.

Draghi, per certi versi, era il candidato più idoneo alla presidenza, ma due considerazioni politiche fondamentali ne hanno influito la nomina. Innanzitutto, la sua elezione a Presidente avrebbe portato a una crisi politica, alla formazione di un nuovo governo e probabilmente ad elezioni politiche anticipate (il voto è attualmente previsto per giugno 2023). La seconda considerazione riguarda il ruolo di Draghi come garante delle relazioni dell’Italia con l’Unione Europea, compresa la progettazione e attuazione del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza, che attinge in larga misura dai finanziamenti dell’UE. Per questi due motivi, la maggior parte degli elettori ha concordato nel chiedere a Mattarella di accettare un secondo mandato, confermando implicitamente Draghi alla presidenza del Consiglio.

Questo voto ha diverse implicazioni internazionali. La prima è che Draghi contribuirà a garantire che l’Italia faccia buon uso dei fondi del NextGenerationEU, il piano di ripresa dell’Unione. Il Paese avrà bisogno di un governo stabile e di un leader rispettato a livello internazionale se vuole raggiungere questo obiettivo. Se l’Italia non gioca bene le proprie carte, perderà un’opportunità senza precedenti per rilanciare la propria economia.

In secondo luogo, Draghi è importante per garantire l’equilibrio di potere tra gli Stati membri dell’UE. Una coalizione tra Francia, Germania, Italia e forse Spagna ha il potenziale per guidare una ripresa economica e politica dalla pandemia che garantisca il futuro dell’Europa. Ma ciò richiederà stabilità e continuità politica, due elementi particolarmente sfuggenti in un momento in cui la Germania ha un nuovo governo e il Presidente francese, Emmanuel Macron, in campagna elettorale. Considerando che Draghi probabilmente rimarrà Presidente del consiglio fino alle elezioni del 2023, c’è meno motivo di preoccuparsi dell’instabilità in seno alla terza economia dell’UE.

In terzo luogo, in un’epoca di crescente competizione tra grandi potenze, il governo Draghi ha la possibilità di giocare un ruolo di rilievo nei fora multilaterali su varie questioni urgenti. Ad esempio, il governo italiano potrebbe svolgere un ruolo importante nel rafforzare l’Unione come attore sovrano nei confronti della Russia, che sta sfidando la sicurezza, l’accesso all’energia e la coesione politica dell’Europa. Dati i forti legami commerciali bilaterali, l’Italia è generalmente considerata come un attore che intrattiene relazioni preferenziali con Mosca. Roma infatti, importa il 42 % del proprio gas dalla Russia. Tuttavia, Draghi è molto più votato al multilateralismo e alle relazioni transatlantiche rispetto ad alcuni dei suoi recenti predecessori. Questo lo rende relativamente ben posizionato per raggiungere un equilibrio nelle relazioni Italia-Russia, che sarà anche importante per gli sforzi di Roma nell’affrontare questioni come la crisi in Libia.

A giudicare dagli ultimi sondaggi, un’elezione anticipata porterebbe a  un governo euroscettico di centrodestra guidato dalla Lega e da Fratelli d’Italia (nonostante le recenti divisioni tra i due partiti). Tuttavia, a meno che non intraprenda un rimpasto significativo, il governo Draghi dovrebbe rimanere in carica abbastanza per attuare i progetti del NextGenerationEU, promuovere la stabilità nel Mediterraneo e contribuire ad affrontare diverse sfide che l’UE ha trascurato per troppo tempo, inclusa la riforma della politica migratoria e del fisco. Su tutte queste questioni, l’Italia avrà probabilmente bisogno sia di cercare sostegno per le proprie proposte di policy tra i partner europei, sia di fornire a sua volta tale sostegno. Il governo Draghi gode della credibilità politica e della stabilità costruttiva di cui l’Italia ha bisogno per contribuire ad accelerare l’integrazione europea e a rafforzare l’UE in quanto attore sovrano.

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