Il Trattato del Quirinale: Come Italia e Francia possono promuovere l’azione sull’ambiente e la sovranità Europea

Un dialogo più strutturato tra Francia e Italia potrebbe essere utile per entrambi i Paesi – e per il più ampio progetto europeo

La scorsa settimana a Roma, Francia e Italia hanno firmato il Trattato del Quirinale. Alla cerimonia, il Presidente francese Emmanuel Macron ha sottolineato l’anomala assenza di un accordo italo-francese simile al Trattato dell’Eliseo del 1963, concordato tra Parigi e Berlino, in cui l’enfasi sulla difesa e la sicurezza era un prodotto del suo tempo. Allo stesso modo, il Trattato del Quirinale si focalizza in particolare sull’ambiente. Questa enfasi potrebbe sostenere l’accordo nel dimostrarne il valore, rafforzando l’azione per il clima dei due Paesi e dell’Unione europea.

L’obiettivo principale del trattato è quello di costituire un’alleanza strategica tra Parigi e Roma. Si tratta di un nuovo strumento politico per entrambe le parti, per superare i disaccordi a livello bilaterale ed europeo. Il desiderio franco-italiano di stipulare un nuovo accordo potrebbe essere stato motivato in parte dalla voglia di rafforzare il nucleo centrale dell’UE. Le problematiche attuali includono l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione; il nuovo governo in Germania, cruciale a livello di leadership per tutta l’UE; e le minacce allo Stato di diritto da parte di Polonia e Ungheria, con i partiti euroscettici polacchi e ungheresi alleati con gli omologhi francesi e italiani. La stessa relazione italo-francese ha attraversato dei momenti difficili negli anni recenti. Nella prima fase del mandato di Macron, il Movimento Cinque Stelle, al governo in Italia, espresse sostegno alle proteste dei gilets jaunes che scossero la Francia. Permangono inoltre profonde divisioni tra i due Paesi sulla crisi libica, mentre importanti opportunità sono andate perse, come la pubblicizzata fusione delle società di costruzione navale Chantiers de l’Atlantique e Fincantieri.

Ma con l’incarico del Primo Ministro italiano Mario Draghi, una potenziale partnership – il cosiddetto “Dracron” – ha iniziato a farsi strada. Questa partnership potrebbe essere utile per ridefinire il ruolo internazionale dell’UE e garantire che il blocco agisca su questioni prioritarie per Francia e Italia. Per entrambi i governi, un sostegno politico più strutturato all’interno dell’UE potrebbe essere utile: da un lato vi è la Francia, con l’imminente Presidenza UE a gennaio e le elezioni presidenziali ad aprile; dall’altro l’Italia, in cerca di più alleati all’interno dell’UE, e che potrebbe avere difficoltà per l’implementazione del NextGenerationEU. Entrambi i governi sono anche consapevoli di quanto saranno politicamente difficili i mesi a venire, in particolare quando le istituzioni dell’UE e i leader europei riprenderanno i negoziati sul debito e sulle regole fiscali del Patto di stabilità, attualmente sospeso. Il tradizionale divario nord-sud ritornerà inevitabilmente a dominare le discussioni. 

Le disposizioni del Trattato del Quirinale sulla politica climatica rappresentano un passo avanti sotto diversi aspetti. Bilateralmente, l’agenda verde ha sempre ricoperto un ruolo secondario nei rapporti tra Parigi e Roma, rispetto ad altri temi come l’economia, la finanza e le migrazioni. Eppure, la sezione di questo accordo dedicata all’ambiente prevede una cooperazione rafforzata tra Francia e Italia a livello europeo per aiutare l’UE a raggiungere il proprio obiettivo di neutralità climatica entro il 2050. Attraverso questa nuova cornice di cooperazione politica, Francia e Italia potrebbero contribuire a creare sostegno per l’accordo da parte di Stati Membri che sono preoccupati per gli effetti economico-sociali della transizione ecologica, Roma e Parigi incluse. Ad esempio, attraverso il meccanismo di rotazione previsto dal Trattato e grazie al quale i Ministri di ciascun governo parteciperanno a rotazione nelle rispettive riunioni di gabinetto. Questo aiuterebbe nella coordinazione e condivisione delle priorità. A tale scopo, contribuirebbero anche le riunioni periodiche congiunte della Commissione per gli affari esteri su questioni specifiche.Entrambi i Paesi vorrebbero portare avanti le attività finanziate dal NextGenerationEU – e dimostrare di essere in grado di farlo. Questo potrebbe essere utile ad entrambe le parti, impegnate in sfide interne da affrontare: la Francia deve gestire seriamente il ruolo del nucleare all’interno del proprio mix energetico, mentre l’Italia ha ancora una forte dipendenza in materia di gas rispetto ad alcuni vicini con cui non è sempre facile trattare. 

A livello regionale, il nuovo accordo riconosce la stretta interconnessione tra Francia e Italia attraverso il comune bacino del Mediterraneo; qui, i due attori si sono impegnati a promuovere l’uso sostenibile dell’energia e a sostenere gli investimenti verdi in Nord Africa e Africa sub-sahariana. A livello multilaterale, Francia e Italia ribadiscono il proprio sostegno all’accordo di Parigi e all’attuazione degli impegni recentemente concordati in seno alla COP26. E, in un certo senso, il Trattato del Quirinale potrebbe anche integrare il Trattato dell’Eliseo in quanto canale attraverso cui promuovere azioni sull’ambiente e sostenere i processi interni dell’UE. Se Francia e Germania hanno interessi comuni in materia di sicurezza e difesa, lo stesso può valere per la Francia e l’Italia sugli obiettivi green. Il trattato può costituire un forum perenne di dialogo tra i due Stati e sostenere l’Europa nella promozione e nella difesa dei suoi interessi strategici.

Proseguire con l’implementazione dell’agenda green potrebbe anche aiutare a dissipare qualsiasi dubbio che lo scopo del trattato sia sostituire gli equilibri di potere e le alleanze esistenti all’interno dell’UE, specialmente in questo momento politico critico con la Germania, un partner chiave per entrambi i Paesi. In effetti, l’agenda ambientale rafforzata del nuovo governo tedesco implica una probabile maggiore attività di Berlino su questi temi, a livello domestico ed estero. A tale riguardo, il trattato arriva in un momento propizio: la Francia ha dichiarato di voler porre l’agenda digitale al centro della sua Presidenza dell’UE. Ma la recente Presidenza italiana del G20 e la Co-presidenza della COP26 suggeriscono che un dialogo rafforzato con la Francia potrebbe aiutare l’UE ad agire geopoliticamente a livello multilaterale. Grazie alla recente presidenza G20 e co-presidenza COP26, Roma può impegnarsi per far sì che gli attori internazionali mantengano gli impegni presi a Glasgow.

Certamente, altri eventi potrebbero ostacolare quest’ambizione. Le elezioni anticipate in Italia sono sempre dietro l’angolo, e le elezioni del Presidente della Repubblica di febbraio 2022 aggiungono un ulteriore elemento di instabilità. Alcuni partiti del governo di coalizione guidato da Draghi stanno attualmente spingendo per la sua Presidenza, poiché ciò comporterebbe elezioni generali anticipate. Altri vorrebbero che lui rimanesse come garante della continuità politica interna e dell’utilizzo dei fondi del NextGenerationEU. Nel frattempo, anche se Macron avesse successo alle elezioni di aprile, il risultato potrebbe ridefinire il suo progetto politico e avere un impatto sulla politica europea dell’Eliseo.  Gli alleati dell’UE si aspetterebbero probabilmente che Macron rimanesse ancorato alla sovranità dell’UE come un obiettivo comune dei 27 piuttosto che operare come parte di un circolo ristretto di Stati membri. Ma il Trattato del Quirinale dovrebbe permettere alla Francia di fare entrambe le cose. 

Sia la Francia che l’Italia dovrebbero cavalcare questo momento politico unico, sia a livello interno sia a livello europeo. Tale approccio potrebbe persino rafforzare i due governi, aiutandoli a superare le sfide politiche che si presentano loro. Esistono opportunità che derivano dalla Presidenza francese dell’UE e dalla posizione politica personale di Draghi e dal suo riconoscimento internazionale. Il rinnovato motore franco-italiano ha il potenziale per integrare quello franco-tedesco e per affrontare alcune delle principali questioni all’ordine del giorno, tra cui il rafforzamento della sovranità europea e la risposta all’emergenza climatica.

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