Buoni propositi: lezioni dal G7 italiano

Il Vertice del G7 in Italia è stato oscurato dalla politica interna ed europea. Tuttavia, il prosieguo della Presidenza italiana e la successiva Presidenza canadese possono trarre beneficio dai risultati di questo Vertice ed affrontare alcune delle sue mancanze

Vertice G7. (da sinistra a destra) Il Presidente francese Emmanuel Macron, Papa Francesco e il Presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni durante una sessione di lavoro
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Il Vertice del G7 in Italia è stato oscurato dalla politica interna ed europea. Tuttavia, il prosieguo della Presidenza italiana e la successiva Presidenza canadese possono trarre beneficio dai risultati di questo Vertice ed affrontare alcune delle sue mancanze.

Distrazioni domestiche

I leader europei del G7 sono arrivati al Vertice in Italia ammaccati, malconci e completamente distratti dai problemi di politica interna ed europea. Il Presidente francese Emmanuel Macron ha ricevuto una pungente sconfitta da parte dell’estrema destra alle elezioni del Parlamento europeo, scommettendo successivamente su elezioni nazionali lampo; il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il suo partito hanno incassato una sconfitta alle elezioni europee; il che significa che il triangolo Macron-Meloni-Scholz fosse inesistente. Il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel era in uscita, mentre la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen non era certa della sua rielezione.

Il Vertice ha portato a tre traguardi notevoli in merito a tre grandi sfide esterne: Ucraina, sostegno cinese alla Russia e immigrazione. Ma le opportunità mancate in altri ambiti pongono seri interrogativi sul formato del G7, che sembra diventare vecchio, provato, e troppo vulnerabile agli alti e bassi interni ai suoi membri.

Lezioni apprese

Il prosieguo della Presidenza italiana, e la prossima presidenza canadese probabilmente affronteranno sfide simili. Il G7 può ancora fare tesoro dei successi del Vertice di quest’anno e rimediare ad alcune mancanze:

  • Tutti i leader del G7 dovrebbero cercare di garantire che il gruppo mantenga un fronte unito sul sostegno all’Ucraina. C’è un grande potenziale di cooperazione per Italia e Canada su questo punto, proprio per aiutare a prevenire divisioni ed evitare la stanchezza da guerra, soprattutto perché l’Italia ospiterà la Ukraine Recovery Conference nel 2025. La cooperazione italo-canadese potrebbe inoltre contribuire a mantenere lo slancio a favore della decisione del G7 in Italia di condannare il supporto cinese alla Russia.
  • Storicamente, il Canada pone notevole enfasi su uguaglianza e diritti umani. La Presidenza canadese dovrebbe quindi trovarsi in una buona posizione per affrontare l’assenza di progressi sull’accesso all’aborto nel documento finale di quest’anno.
  • La mossa compiuta nei G7 negli ultimi anni di invitare ai propri vertici Paesi non membri come l’India sembra promettente. I leader canadesi potrebbero continuare con questa inclusione allo scopo di alleviare parte dello scetticismo nel Sud Globale verso il multilateralismo a guida occidentale e tenere il passo con un gruppo BRICS sempre più geopolitico. Nel lungo periodo, questo potrebbe contribuire a far uscire il G7 dal suo modello cinquantennale di dinamiche interne esclusive.

Un partner certo

La paralisi europea ha fatto sì che gli Stati Uniti guidassero in gran parte i negoziati del Vertice di quest’anno. Il Presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni, forte del suo successo alle elezioni del Parlamento europeo, ha usato il Vertice per posizionarsi come sparring partner di Joe Biden. Esercitando il suo ormai noto pragmatismo politico, Meloni si  è assicurata che il Vertice si traducesse in un forte impegno in Ucraina, tramite piani per 50 miliardi di dollari di prestiti a Kyiv provenienti da asset russi. La posizione di Meloni nel condannare il sostegno cinese alla Russia non era scontata – considerando che visiterà Pechino nelle prossime settimane senza alcun segno di una chiara politica italiana sulla Cina. L’altro contributo di Meloni è stata la creazione dell’iniziativa Energy for Growth in Africa con l’obiettivo di richiamare l’attenzione sulla necessità degli Stati occidentali di affrontare le cause dell’immigrazione irregolare e del traffico di essere umani in collaborazione con i Paesi di origine e di transito.

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