Una mappatura della cooperazione regionale africana

Amandine Gnanguênon ripercorre la storia recente delle organizzazioni regionali africane e identifica due principali problemi nel panorama istituzionale del continente

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  • Negli ultimi decenni  vi è stato un proliferarsi di organizzazioni regionali in Africa, spesso in zone limitrofe e con missioni simili.
  • I donatori internazionali hanno contribuito a questa sovrapposizione concedendo fondi ad  organizzazioni nuove come anche esistenti, senza porsi domande sulle ricadute negative di questa pratica.
  • Negli ultimi anni, queste organizzazioni si sono progressivamente concentrate su questioni legate alla sicurezza, contribuendo ad un rafforzamento dell’approccio alla sicurezza fondato sulla hard security, riducendo così il ricorso agli approcci people-centered.
  • Questa proliferazione comporta costi, come lo spreco di risorse e il ‘forum shopping’ da parte dei leader nazionali.
  • I donatori europei ed internazionali dovrebbero fare un bilancio della situazione che hanno contribuito a creare. Come primo passo, dovrebbero accordarsi su un tacito “patto di non proliferazione” prima di considerare altre opzioni.

Ben prima di ottenere l’indipendenza, i paesi africani hanno costruito una propria rete di integrazione e cooperazione attraverso la creazione di numerose organizzazioni regionali africane. Per la maggior parte di queste, assumere un ruolo nel campo della pace e sicurezza conferisce ai membri più visibilità internazionale, rendendo più semplice l’ottenimento del sostegno internazionale, beneficiando così di programmi di rafforzamento del capacity building implementati da partner esterni  come Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti e Unione europea.

In un nuovo progetto ECFR, che include un policy brief e mappe interattive,  Amandine Gnanguênon ripercorre la storia recente di queste organizzazioni e identifica due principali problemi nel panorama istituzionale africano:

1. l’emergere del costo della sovrapposizione tra le organizzazioni regionali africane;

2. il ‘forum shopping’ da parte degli stati africani e dei loro leader.

I partner internazionali dovrebbero porre attenzione sulla propria potenziale influenza, fornendo sostegno a quelle organizzazioni regionali e stati africani che mettono effettivamente in pratica i meccanismi di coordinamento concordati. Questo significa che, quando si verificano tentativi di affrontare problemi simili nelle stesse aree del continente africano,  queste organizzazioni dovrebbero innanzitutto fare un bilancio di ciò che è stato fatto da tutti gli attori coinvolti, considerare la messa in atto di un processo regolare e condiviso di monitoraggio e di valutazione degli strumenti di coordinamento messi in atto  dagli stati membri, e infine fornire ai donatori una migliore comprensione dei vantaggi comparati delle diverse organizzazioni.

ECFR non assume posizioni collettive. Le pubblicazioni di ECFR rappresentano il punto di vista degli autori.