The turtle and the pilot fish: How the EU and Italy can help each other in the Mediterranean

Energia, migrazione e sicurezza: l’Italia e l’UE devono iniziare a collaborare in modo più simbiotico nel “Mediterraneo allargato”. Ecco come possono farlo

Unterwasserwelt in marsa alam aegypten maerz 2012
Tartaruga accompagnata da un gruppo di pesci pilota
©

Energia, migrazione e sicurezza: l’Italia e l’UE devono iniziare a collaborare in modo più simbiotico nel “Mediterraneo allargato”. Ecco come possono farlo.

Il nuovo Policy Brief dell’European Council on Foreign Relations, intitolatoThe turtle and the pilot fish: How the EU and Italy can help each other in the Mediterranean, a firma di Arturo Varvelli, Direttore dell’ufficio di Roma e Senior Policy Fellow, e Kelly Petillo, Programme Manager del Programma MENA, analizza il ruolo dell’Italia e dell’Unione Europea nel Mediterraneo allargato, e individua modalità concrete per rafforzare la loro cooperazione.

Gli autori sottolineano come, da quando Giorgia Meloni è in carica, la politica estera italiana nel Mediterraneo allargato si sia basata su tre obiettivi fondamentali: la gestione dei flussi migratori irregolari, l’individuazione di opportunità per partnership energetiche solide e la protezione del fianco meridionale dell’Europa dall’influenza crescente della Russia. Questi obiettivi sono stati perseguiti principalmente attraverso due iniziative: il Processo di Roma e il Piano Mattei. 

Gli sforzi politici dell’Italia procedono parallelamente ai tentativi dell’UE di migliorare le proprie relazioni con i Paesi del Mediterraneo. Se l’Italia può trarre grandi vantaggi da Bruxelles, gli autori sottolineano che anche l’UE può guardare all’approccio italiano per raggiungere l’obiettivo di instaurare un dialogo più credibile con i Paesi del Mediterraneo allargato. 

Come la tartaruga e il pesce pilota, gli autori sostengono che l’Italia e l’Unione Europea dovrebbero sviluppare una cooperazione simbiotica, che unisca la capacità di iniziativa e la flessibilità dell’Italia con la forza politica, istituzionale e finanziaria dell’UE. 

I punti principali della loro analisi possono essere riassunti come segue: 

  • Allineare ancora di più il Piano Mattei con il Global Gateway per aumentare scala e trasparenza dei progetti di cooperazione; 
  • Rafforzare partenariati pubblico-privati su scala europea in settori chiave come energia, acqua, istruzione e infrastrutture digitali; 
  • Integrare le politiche migratorie e di sviluppo, spostando l’approccio dalla sicurezza all’investimento sulle risorse umane e la produttività; 
  • Contrastare le influenze esterne attraverso offerte economiche e diplomatiche credibili; 
  • Creare piattaforme di governance congiunte UE-Italia per monitorare e coordinare i progetti nel Mediterraneo. 

Per adottare un approccio davvero olistico per il Mediterraneo allargato, tuttavia, gli autori sostengono che l’Italia debba “europeizzare” la propria politica estera, piuttosto che spingere l’UE a “italianizzare” la sua. Solo unendo le rispettive competenze e risorse, Roma e Bruxelles potranno garantire una presenza più solida, coordinata e strategica nel Mediterraneo, in grado di affrontare le sfide comuni e cogliere le opportunità economiche e geopolitiche della regione.

SUGLI AUTORI
Arturo Varvelli è Senior Policy Fellow per l’European Council on Foreign Relations e Direttore dell’ufficio di Roma. I suoi interessi di ricerca includono geopolitica e affari internazionali, relazioni internazionali della regione MENA, relazioni UE-MENA, politica estera italiana nei confronti dell’area MENA e movimenti terroristici transnazionali. Il suo focus principale è la Libia, un Paese su cui ha lavorato ampiamente, analizzandone la politica interna ed estera e in particolare le relazioni italo-libiche.

Kelly Petillo è Programme Manager del Programma MENA dell’European Council on Foreign Relations, dove si occupa di questioni relative ai rifugiati, agli aiuti umanitari e ai diritti umani. Petillo vanta un’esperienza maturata in varie ONG internazionali che si occupano di diritti umani e aiuti umanitar e in agenzie delle Nazioni Unite in Europa e Medio Oriente, quali Crisis Action, l’International Crisis Group e l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA).

PARTNER
Si ringrazia Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CSF per il sostegno alla ricerca.

ECFR non assume posizioni collettive. Le pubblicazioni di ECFR rappresentano il punto di vista degli autori.