Taiwan tra Xi e Trump

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In breve

Secondo la nuova edizione delle China Analysis di ECFR, “Taiwan between Xi and Trump”, le relazioni tra Cina e Taiwan si stanno nuovamente deteriorando in seguito all’elezione del nuovo presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen. Taiwan si trova ora tra incudine e martello. Il governo di Tsai ha infatti poco spazio di manovra per rendersi indipendente dalla Cina. Tra gli obiettivi del presidente: risoluzione delle questioni sociali e trasformazione dell’economia taiwanese per ridurre la dipendenza dal mercato cinese. Tuttavia, nonostante i tentativi di Tsai di mantenere un basso profilo e di non sfidare i limiti imposti dalla Cina, il Partito Comunista Cinese ha un interesse strategico nell'indebolire il Partito Progressista Democratico (DPP), attualmente a favore dell’indipendenza, per rafforzare la posizione di quello di opposizione, il Kuomintang, in vista delle elezioni locali del 2018.

L’imprevedibilità della politica di Trump nei confronti di Cina e Taiwan va ad aggiungere ulteriore tensione. L’approccio transazionale di Trump verso Pechino ha sollevato preoccupazione a Taipei sul fatto che l’isola possa essere utilizzata come pedina di scambio tra Usa e Cina. Allo stesso tempo, si mormora di una considerevole vendita di armamenti degli Stati Uniti a Taiwan, che potrebbero far riemergere la vena da “uomo d'affari” di Trump.

La questione di Taiwan peggiora, inoltre, le relazioni tra UE e Cina. “Una maggiore instabilità nel triangolo Stati Uniti-Cina-Taiwan potrebbe rendere ancora più complicato per l’Ue valutare gli investimenti negativi con Taiwan’”, sostiene Mathieu Duchâtel, Senior Policy Fellow ECFR e Vice-Direttore del programma Asia&China. “Tuttavia, l’Europa dovrebbe perseguire questo obiettivo in relazione al cambiamento di approccio verso gli investimenti con la Cina. Per l’Europa, Taiwan non costituisce un modo per concludere affari migliori con la Cina, quanto piuttosto un partner con cui le interazioni economico-culturali-sociali potrebbero essere approfondite”.

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