Rivali in alto mare: Europa, Turchia e le nuove rotte di conflitto nel Mediterraneo orientale

Il Mediterraneo orientale sta diventando sempre più pericoloso, dal momento che linee di faglia geopolitiche irretiscono costantemente la regione

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In un mondo di pandemie, guerre eterne e grandi scontri di potere, potrebbe sorprendere scoprire che la prossima crisi dell'Europa possa emergere dalle dispute sul diritto marittimo.

Nel Mediterraneo orientale è in corso una battaglia tra Stati europei, Turchia ed attori mediorientali per l'accesso ai giacimenti di gas recentemente scoperti. Le conflittuali rivendicazioni legali sui giacimenti si stanno fondendo con i vecchi e nuovi conflitti e hanno portato alla creazione di un nuovo fronte geopolitico nel Mediterraneo orientale che potrebbe causare una sostanziale preoccupazione agli europei.

Al centro di queste tensioni c'è la disputa irrisolta di Cipro e l'antagonismo di vecchia data tra Turchia e Grecia, attorno al quale si sta schierando un fronte più ampio di forze antiturche. Queste controversie comprendono ora le guerre civili in Libia e in Siria, e attirano Stati più lontani come il Golfo e la Russia.

In un nuovo progetto di mappatura, il team del Programma MENA di ECFR analizza gli attori chiave di questo conflitto – europei, CCG, Turchia e Israele – e identifica i punti centrali della competizione, compresi i giacimenti di gas, lo status di Cipro, come anche Libia e Siria.

I risultati della mappatura virtuale suggeriscono agli Stati dell'UE ad adottare un approccio che riconosca e cerchi di conciliare i complessi legami che attraversano il Mediterraneo orientale:

  • L'UE ha un interesse significativo nel sostenere la sovranità e l'integrità territoriale di Cipro, nel garantire i propri interessi energetici e nel promuovere una risoluzione politica al conflitto in Libia per gestire le sfide dei rifugiati e del terrorismo.
  • L'UE e i suoi Stati membri dovrebbero cambiare rotta e perseguire un accordo più ampio e inclusivo con la Turchia. Dovrebbero concordare gli elementi di un “nuovo accordo” con Ankara basato su un impegno pragmatico piuttosto che su una continua escalation.
  • Gli europei potrebbero iniziare a spingere la Repubblica di Cipro e i turco-ciprioti verso discussioni a livello tecnico sul gas dell'isola e dovrebbero cercare di portare la Turchia al Forum del gas del Mediterraneo orientale qualora Ankara decidesse di allontanare le sue navi da perforazione e la sua marina dalla ZEE di Cipro.

Gli europei dovrebbero evitare di farsi trascinati nel conflitto regionale che oppone la Turchia agli Emirati Arabi Uniti. Gli Stati europei dovrebbero spingere entrambe le parti a sostenere un significativo cessate il fuoco e un processo politico in Libia. Un approccio europeo equilibrato, che includa un tentativo chiaramente imparziale di monitorare le violazioni dell'embargo sulle armi, contribuirà a persuadere la Turchia che il Mediterraneo meridionale non si sta trasformando in un'altra arena per escludere l'influenza turca.

Considerato il potenziale che l’instabilità nel Mediterraneo orientale potrebbe avere sugli interessi fondamentali dell'UE – migrazione, antiterrorismo, sicurezza energetica, sovranità ed altro ancora – gli Stati europei dovrebbero superare le debilitanti divisioni interne su questi temi. Gli Stati che non sono direttamente coinvolti nei conflitti potrebbero prendere provvedimenti per contribuire a ristabilire le relazioni con la Turchia.

“L'escalation del conflitto in Libia e la rivalità tra la Turchia e Golfo si intersecano direttamente con le dispute territoriali e con la contesa sul gas tra Europa e Turchia”, sostiene Julien Barnes-Dacey, direttore del programma MENA di ECFR. “Quello che succede nel Mediterraneo orientale non è una questione periferica per l'Europa. Se da un lato gli europei dovrebbero rimanere impegnati nel rispettare i principi fondamentali, dall'altro devono riconoscere il pericolo rappresentato dall'attuale percorso con Ankara e dalla convergenza delle linee di conflitto mediorientali con le aree di conflitto europee”.

Il progetto:

Il progetto ECFR  Eastern Mediterranean Mapping è composto da:

  • Un saggio di sintesi in valutazione delle diverse dinamiche che si intrecciano nel Mediterraneo orientale e le conseguenze su interessi e politica europea;
  • Quattro analisi che valutano i principali attori alla base dell'escalation delle tensioni regionali, europei, Turchia, Stati del CCG e Israele, a cura di Michael Tanchum, Asli Aydintasbas, Cinzia Bianco e Hugh Lovatt;
  • Quattro analisi sulle principali arene del conflitto: giacimenti di gas del Mediterraneo orientale, Cipro, Libia e Siria a cura di John V. Bowlus, Tarek Megerisi, Asli Aydintasbas e Julien Barnes-Dacey;
  • Una mappa interattiva dei giacimenti di gas del Mediterraneo orientale e dei gasdotti proposti.

Il progetto è realizzato dal programma MENA di ECFR con il supporto di collaboratori esterni.

ECFR non assume posizioni collettive. Le pubblicazioni di ECFR rappresentano il punto di vista degli autori.