Reset oltremanica: Trump, Putin e l’orientamento dell’opinione pubblica sulle relazioni UE-Regno Unito (riassunto)

Gli elettori del Regno Unito​ e dei principali Stati dell’UE​ sono aperti al compromesso. I leader di entrambe le sponde della Manica dovrebbero sfruttare questo spazio politico per un ambizioso reset

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  • Un nuovo sondaggio che ha coinvolto 9.278 intervistati in 6 Paesi, pubblicato oggi dall’European Council on Foreign Relations (ECFR), rivela come la maggioranza dei cittadini britannici (55%) sia favorevole ad una relazione “più stretta” con l’Unione Europea, piuttosto che seguire gli Stati Uniti con una seconda presidenza Trump su questioni che vanno dalla Cina all’Ucraina.
  • Il sondaggio, condotto da YouGov e Datapraxis, mostra che all’interno della Gran Bretagna molte delle divisioni dell’era Brexit si sono attenuate, e sia i “Leavers” (a favore della Brexit) che i “Remainers” (contro la Brexit) ora sono pronti a sostenere la libera circolazione in cambio di rapporti economici più forti con l’UE. Dai risultati emerge anche un ampio sostegno all’idea di un programma di mobilità giovanile tra Regno Unito e UE. 
  • Gli europei sono favorevoli a concedere al Regno Unito un “accesso speciale” al mercato unico dell’UE e ai programmi di ricerca in cambio di una più profonda cooperazione in materia di sicurezza. 
  • Mark Leonard, Direttore e co-fondatore di ECFR, sostiene che il Regno Unito e l’UE dovrebbero ripristinare le loro relazioni ed affrontare le rispettive vulnerabilità “rapidamente” e “in modo decisivo”, poiché concentrarsi su aree di interesse comuni come sicurezza, protezione e stabilità economica sarà fondamentale.

Con l’aumentare dell’incertezza globale e l’imminente ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, la maggioranza dei britannici, tra cui numerosi vecchi sostenitori della Brexit, è a favore di rapporti più stretti con l’UE, anche a costo di andare oltre i vecchi ideali su questioni come la libertà di movimento, l’allineamento normativo e l’accesso al mercato unico. Alla domanda su quali relazioni il governo del Regno Unito dovrebbe prediligere, la risposta è stata chiara: i britannici preferiscono l’Europa (50%) rispetto agli Stati Uniti (17%). E il sentimento è reciproco: in tutti i Paesi intervistati la maggior parte degli europei, tra cui il 54% in Polonia e il 53% in Germania, sarebbe disposto a concedere al Regno Unito un accesso speciale al mercato unico in cambio di una maggiore cooperazione in materia di sicurezza. 

Questi i risultati del nuovo sondaggio The cross-Channel reset: Trump, Putin, and shifting EU-UK opinion pubblicato oggi dall’European Council on Foreign Relations (ECFR). Lo studio ha coinvolto oltre 9.000 cittadini ed è stato commissionato da YouGov e Datapraxis dopo le elezioni statunitensi di novembre in sei Paesi europei (Francia, Germania, Regno Unito, Italia, Polonia e Spagna). Ha rivelato che circa la metà dei britannici ritiene che un maggiore impegno con l’UE sia il modo migliore per rilanciare l’economia del Regno Unito (50%), rafforzare la sicurezza nazionale (53%), gestire efficacemente la migrazione (58%), affrontare il cambiamento climatico (48%), sostenere l’Ucraina contro la Russia (48%) e tenere testa agli Stati Uniti (46%) e alla Cina (49%). 

Ha anche rivelato che il 68% degli intervistati in Gran Bretagna sostiene che reintrodurre la libertà di movimento attraverso la Manica in cambio dell’accesso al mercato unico europeo possa comportare dei vantaggi. Un forte desiderio di cooperazione e la volontà di rinunciare ai precedenti confini sono ricambiati anche in Europa. Ad esempio, la maggioranza degli elettori in Polonia (54%), Germania (53%), Spagna (43%), Italia (42%) e Francia (41%) concorda sul fatto che l’UE dovrebbe concedere al Regno Unito un accesso speciale a determinate parti del mercato unico europeo, al fine di rafforzare la cooperazione in materia di sicurezza nazionale. 

I punti chiave dell’ultimo sondaggio ECFR sono i seguenti: 

  • Entrambe le parti vogliono rapporti più stretti. In Gran Bretagna, il 55% degli intervistati pensa che il Regno Unito dovrebbe avvicinarsi all’UE, mentre solo il 10% preferisce una relazione più distante. E anche in tutta Europa il riavvicinamento è la più diffusa delle risposte. In Germania, il 45% desidera che i rapporti si intensifichino (rispetto al 9% che preferisce invece un raffreddamento delle relazioni tra Stati), e percentuali simili possono essere riscontrate in Polonia (44% contro 5%), Spagna (41% contro 11%) e Italia (40% contro 11%). Il sostegno europeo appare più debole in Francia, anche se comunque il 34% degli intervistati preferirebbe una relazione più stretta, mentre solo l’11% ha dichiarato di preferire una maggiore distanza. 
  • Gli europei vedono benefici multi-area. Ampie maggioranze in tutti e cinque i Paesi dell’UE pensano che una maggiore cooperazione UE-Regno Unito sia il modo migliore per dare impulso all’economia europea (il 38% in Spagna, il 33% in Italia, il 32% in Germania e Polonia e il 26% in Francia), rafforzare la sicurezza europea (42% in Germania, 41% in Spagna, 39% in Italia e Polonia e 32% in Francia) e gestire la migrazione in modo efficiente (36% in Francia, 33% in Italia, 31% in Spagna e Polonia e 29% in Germania). Inoltre, quasi tutti in Europa, tra cui il 50% in Polonia e il 45% in Germania e Spagna, ritengono che la Brexit abbia avuto effetti negativi per l’Unione europea. 
  • Alla domanda su quali relazioni il governo del Regno Unito dovrebbe prediligere, il 50% dei britannici sceglie l’Europa e solo il 17% gli Stati Uniti. Alla domanda su quale relazione sia più importante per garantire posti di lavoro ai britannici, un’ampia percentuale di ex elettori Brexit (32%) guarda all’Europa, mentre solo il 13% agli Stati Uniti. 
  • Nell’era Trump, i cittadini britannici sono riluttanti a seguire l’esempio degli USA su questioni che vanno dalla Cina all’Ucraina, e guardano più all’Europa che all’America non solo per il loro futuro economico e la migrazione, ma anche per la sicurezza. Il 53% dei britannici ritiene che il proprio governo non dovrebbe seguire la posizione degli Stati Uniti qualora Trump tentasse di costringere l’Ucraina ad accettare importanti concessioni nei confronti della Russia, mentre il 13% è dell’idea opposta. Lo stesso vale per la Cina: il 43% dei britannici ritiene che l’Europa dovrebbe cercare di modellare la propria politica cinese indipendentemente dagli Stati Uniti, anche a costo di scatenare tensioni con Washington. Solo il 19% ritiene che il Regno Unito dovrebbe schierarsi fermamente dalla parte degli Stati Uniti. 
  • Anche gli europei appaiono uniti nel resistere a leadership incondizionata degli Stati Uniti. Se Trump dovesse spingere l’Ucraina a fare concessioni significative alla Russia, nella maggior parte dei Paesi europei intervistati, ampie maggioranze (39% in Spagna e Germania, 38% in Polonia, 37% in Francia) ritengono che il proprio governo dovrebbe opporsi alla posizione degli Stati Uniti. Gli italiani sono l’unica eccezione, divisi equamente al 29% sia nelle risposte favorevoli che sfavorevoli. 
  • La maggior parte dei cittadini europei pensa che una nuova partnership con il Regno Unito per la sicurezza sia fondamentale per l’UE e che a tale scopo le istituzioni dovrebbero essere disposte a offrire un migliore accesso economico. Un’opinione prevalente in ciascuno dei Paesi europei intervistati è che l’UE dovrebbe concedere al Regno Unito un accesso speciale a determinate parti del mercato unico europeo, in cambio di una maggiore cooperazione in materia di sicurezza. In Germania e Polonia, una netta maggioranza (rispettivamente del 53% e del 54%) sostiene questa posizione, rispetto al 25% e al 19% che sostiene l’idea contraria. Anche in Francia, che appare più scettica, il 41% è a favore della concessione al Regno Unito un maggiore accesso al mercato, mentre solo il 29% si è dichiarato contrario. 
  • Molte delle divisioni all’interno della Gran Bretagna durante l’era della Brexit si sono attenuate e pochi sostengono che Starmer voglia rientrare nell’UE. Solo il 19% degli intervistati ritiene che il governo voglia che il Regno Unito rientri nell’UE, mentre la maggior parte (44%) pensa che stia semplicemente cercando una maggiore cooperazione. 
  • Nel Regno Unito, quasi sette cittadini su dieci (inclusa una maggioranza del 55% di ex elettori favorevoli alla Brexit) sosterrebbero un programma di mobilità giovanile che consentirebbe a 200.000 giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni provenienti dal Regno Unito e dall’UE di viaggiare, studiare, vivere e lavorare liberamente nei rispettivi Paesi per un massimo di quattro anni. 
  • I cittadini sono meno preoccupati dei confini imposti dal governo laburista rispetto al governo stesso. Alla domanda sui compromessi che potrebbero essere necessari affinché il Regno Unito riacquisti un accesso speciale al mercato europeo, un’ampia maggioranza afferma che accetterebbe l’apertura reciproca delle frontiere affinché i cittadini dell’UE e del Regno Unito possano viaggiare, vivere e lavorare liberamente (68% favorevole mentre 18% contrario). Quest’ultimo compromesso sarebbe persino accettabile per la maggioranza (54%) degli elettori Leavers (pro uscita dall’UE), due terzi (68%) degli elettori Hero (che hanno votato per i conservatori nel 2019 ma sono passati ai laburisti nel 2024, o che voterebbero/prenderebbero in considerazione di votare per i laburisti ora) e una maggioranza (59%) degli elettori Red Wall (elettori in circoscrizioni – per lo più nelle Midlands e nel nord dell’Inghilterra – tradizionalmente in mano ai laburisti, ma che hanno votato per lo più per lasciare l’UE nel 2016 e sono passati ai conservatori nel 2019). Questi numeri appaiono sorprendenti, dato che la libertà di movimento è stata una questione cruciale nella politica britannica. 

Mark Leonard, co-fondatore e Direttore di ECFR, commentando i risultati ha affermato:

L’elezione di Donald Trump e l’invasione dell’Ucraina da parte di Putin hanno colpito la politica britannica ed europea come una doppia martellata. Le divisioni dell’era Brexit sono svanite e sia i cittadini europei che quelli britannici si sono resi conto di aver bisogno l’uno dell’altro per essere più sicuri. Ora, i governi devono mettersi al passo con l’opinione pubblica e offrire un ambizioso reset.” 

ECFR non assume posizioni collettive. Le pubblicazioni di ECFR rappresentano il punto di vista degli autori.