Power Atlas: Sette campi di battaglia del mondo interconnesso

Ad oggi, il potere è definito dal controllo sui flussi di persone, di prodotti, di soldi e di dati, e dalle connessioni che questi stabiliscono. Solo gli stati che osservano la nuova mappa geopolitica del potere in modo chiaro saranno in grado di controllare il mondo moderno.

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  • In un mondo in cui gli Stati sono connessi da network estremamente complessi, il potere non è più definibile in termini di controllo di terra o oceani.
  • Ad oggi, il potere è definito dal controllo sui flussi di persone, di prodotti, di soldi e di dati, e dalle connessioni che questi stabiliscono. L’interdipendenza è diventata uno strumento di potere – ed allo stesso tempo un’arma.
  • Mentre gli Stati competono per controllare queste connessioni e le dipendenze ad esse correlate, questi flussi di potere attraversano sfere di influenza sovrapposte.
  • Il Power Atlas contiene più di 80 tra mappe e tabelle che mostrano le nuove dinamiche di potere nel mondo globalizzato in cui viviamo.
  • In sette capitoli, il Power Atlas analizza i settori chiave del potere: economia, tecnologia, clima, persone, ambito militare, salute e cultura.

La fine caotica della era post-Guerra Fredda solleva domande profonde sull’ordine internazionale. Qual è la natura del potere nel Ventunesimo secolo? Quali sono le nuove super potenze? Quali sono i campi di battaglia e le armi su cui esse fanno affidamento? Chi sono i vincitori e i perdenti? E come possono gli europei imparare a padroneggiare il potere in questo nuovo mondo?

Nella nuova pubblicazione The Power Atlas: Seven battlegrounds of a networked world, il Direttore di ECFR Mark Leonard sostiene come al giorno d’oggi il potere sia definito dal controllo sui flussi di persone, di prodotti, di soldi e di dati, e dalle connessioni che questi flussi stabiliscono. L’interdipendenza è divenuta uno strumento di potere – ed allo stesso tempo un’arma. Mentre gli Stati competono per controllare queste connessioni e le dipendenze da esse generate, questi flussi di potere attraversano sfere di influenza sovrapposte.

Attraverso sette analisi tematiche, gli esperti di ECFR analizzano i settori chiave del potere: economia, tecnologia, clima, persone, ambito militare, salute e cultura. Queste analisi sono integrate da più di 80 mappe che descrivono come i vari terreni siano diventati campi di battaglia del potere, ne delineano le nuove dinamiche, e mostrano chi trae vantaggi nel controllarle. Soltanto mappando il potere in modalità nuove possiamo comprendere a fondo le azioni e le strategie di ciascuno. Per gestire i problemi globali, ridurre i conflitti, e coesistere in modo più pacifico, dobbiamo imparare a guardare la stessa mappa.

Risultati principali dalle sette aree del Power Atlas 

1) ECONOMIA: Jonathan Hackenbroich descrive come le sanzioni per la parità di condizioni e l’accesso al mercato – insieme ad altri strumenti economici come i controlli sulle esportazioni, le sanzioni e la regolamentazione dei dati – siano diventati il principale campo di battaglia non militare della politica delle grandi potenze.  

  • Entro il 2050, il G7 rappresenterà circa il 20% del PIL globale. Le dimensioni delle economie dei mercati emergenti (E7) – Brasile, Cina, India, Indonesia, Messico, Russia e Turchia – erano pari al 37% di quelle del G7 nel 1991 (in termini di parità di potere d’acquisto), ma ora hanno dimensioni simili e potrebbero raggiungere il 50% della produzione mondiale entro il 2040.
  • La Cina utilizza sempre di più imprese statali nell’attuare i propri obiettivi strategici di dominare i mercati ed emarginare le industrie e le capacità dei suoi concorrenti occidentali. Nella classifica Fortune Global 500 del 2020, c’erano più aziende cinesi che statunitensi.
  • Le imprese statunitensi controllano la maggior parte dei cavi di comunicazione sottomarini privati, mentre il governo cinese è alla guida dello sviluppo di cavi di comunicazione sottomarini finanziati dallo Stato.

2)TECNOLOGIA: José Ignacio Torreblanca delinea come le battaglie odierne riguardino le infrastrutture digitali, le materie prime e le nuove industrie, nonché la definizione di standard per le nuove tecnologie.

  • Nel 2019 le imprese con sede negli Stati Uniti e Cina rappresentavano il 90% della capitalizzazione di mercato delle 70 maggiori piattaforme digitali (68% e 22% rispettivamente), il 75% di tutti i brevetti relativi alle tecnologie blockchain, il 75% del mercato del cloud computing e il 50% della spesa globale per l’Internet delle cose (IoT).
  • 63% dei semiconduttori globali è prodotto in industrie basate a Taiwan e 18% in Sud Corea, entrambi alleati essenziali degli Stati Uniti, mentre soltanto il 6% è prodotto in Cina. 
  • Oggi, le imprese tecnologiche sono in cima alla lista delle industrie più prestigiose a livello globale. Le compagnie petrolifere e bancarie su cui gli Stati Uniti hanno costruito la propria supremazia industriale globale nel Ventesimo secolo hanno lasciato il posto ad Alphabet, Amazon, Facebook e Apple. Le aziende tecnologiche statunitensi dominano il mercato globale, con le aziende cinesi al secondo posto e quelle europee che le seguono da lontano al terzo posto. 

3) CLIMA: Alex Clark e Susi Dennison esaminano come il cambiamento climatico e la transizione da un’economia alimentata dal carbonio stiano cambiando le dinamiche di potere nel mondo di oggi. Le super potenze nel campo delle rinnovabili stanno emergendo tramite investimenti rapidi e innovazione nelle aree dell’estrazione e conservazione del carbonio, conservazione delle batterie, tecnologie nucleari avanzate (Cina e Stati Uniti) e idrogeno verde e produzione di batterie (UE e Cina). 

  • È probabile che l’estrazione di combustibili fossili diventi economicamente insostenibile per gli Stati Uniti, il Canada e altri produttori di petrolio ad alto costo prima che lo diventi per i produttori OPEC a basso costo, come l’Arabia Saudita, il Qatar, l’Iraq e il Kuwait – anche se i produttori del primo gruppo sono economicamente meno dipendenti dalla produzione di energia.
  • Gli Stati e le regioni con un importante potenziale solare fotovoltaico comprendono Cile, Messico, Stati Uniti, Marocco, Algeria, Namibia, Sudafrica, Botswana, la maggior parte del Medio Oriente, Cina e Mongolia. Le regioni con un alto potenziale in ambito di energia eolica includono il Regno Unito, l’Irlanda, l’Islanda e la Scandinavia, così come le coste di Canada, Stati Uniti, Cile, Argentina, Sudafrica, Namibia, Somalia, Russia, Australia, Francia, Cina sud-orientale e Nuova Zelanda. 
  • Ad ondate di calore più diffuse e frequenti, seguirà un forte aumento della domanda di elettricità. Si prevede che la maggior quota di aumento di giorni di raffreddamento riguarderà l’India –  con il 27% del totale globale – seguita da Cina, Indonesia, Nigeria, Pakistan, Brasile e Bangladesh. 

4) PERSONE: Fiona Adamson e Kelly Greenhill sostengono che i migranti economici, i rifugiati, i turisti, gli studenti, gli expat e le élite globali sono tutti potenziali pedine di una scacchiera strategica sulla quale gli Stati competono per vantaggio competitivo e influenza. L’utilizzo della migrazione come arma – come attualmente sta succedendo in Bielorussia – è una strategia sorprendentemente comune. 

  • Le popolazioni del Golfo – che, insieme al Nord America e all’Europa, è una delle principali destinazioni dei migranti – sono composte in gran parte da non cittadini.  
  • La quota della popolazione tra i 15 e i 29 anni è di circa 7 punti percentuale più alta nel mondo in via di sviluppo che altrove – una disparità particolarmente evidente in alcune parti del Medio Oriente e dell’Africa. Sia nell’Africa sub-sahariana che in quella settentrionale, circa il 40% della popolazione ha meno di 15 anni, e quasi il 70% ha meno di 30 anni. 
  • I primi cinque Paesi che dipendono dalle rimesse sono Tonga, Haiti, Sud Sudan, Kyrgyzstan e Tajikistan. I primi cinque destinatari delle rimesse sono India, Cina, Messico, Filippine ed Egitto. 

5) SETTORE MILITARE: Ulrike Franke analizza come le nuove tecnologie e il mutamento delle alleanze stiano cambiando l’equilibrio di potere in ambito militare. Le spese militari globali sono aumentate continuamente negli ultimi due decenni. Tuttavia, fattori quali il denaro speso per l’esercito, il possesso di armi nucleari e il numero di basi militari all’estero stanno cambiando significato. 

  • Gli Stati Uniti spendono molto di più in ambito militare dei loro concorrenti e partner. La spesa militare della Cina è aumentata rapidamente negli ultimi anni, e ora ammonta a 193 miliardi di dollari, o l’1,3% del PIL. 
  • I principali attori militari del mondo tendono ad essere membri di uno dei club globali più esclusivi: gli Stati dotati di armi nucleari. Più del 90% delle circa 13.080 testate nucleari nel mondo appartengono agli Stati Uniti o alla Russia. 
  • Molti Paesi ora dispongono di droni militari – una dozzina o più dispongono di droni armati. La Turchia ha circa 140 droni armati – rispetto ai 10 del Regno Unito, ai 12 della Francia e a nessuno della Germania (nonostante un lungo dibattito sull’opportunità di affittare cinque droni armati per la forza aerea tedesca). 

6) SALUTE: Anthony Dworkin descrive come la pandemia di Covid-19 abbia trasformato l’ambito sanitario in un campo di battaglia geopolitico. I governi sono entrati in una strenua competizione per quei prodotti sanitari che potrebbero aiutarli a ridimensionare i tassi di contagio e permettere all’attività economica di tornare alla normalità. La salute pubblica è diventata un indicatore centrale dell’efficacia governativa in un momento di concorrenza sistemica.  

  • Le regioni che hanno contato più morti pro capite per Covid-19 sono l’America Latina e l’Europa orientale e sud-orientale. Quelle che sono state più efficaci nel ridurre l’impatto della pandemia sono l’Asia orientale, il sud-est asiatico e l’Australasia.
  • Quando il Covid-19 ha colpito, la carenza globale di dispositivi di protezione individuale (DPI) ha implicato che alcuni Paesi fossero improvvisamente senza i mezzi per salvaguardare la vita dei propri operatori sanitari e dei cittadini più in generale. La Cina è stato il primo Paese per importazione di DPI da altre economie avanzate. 
  • Prima della pandemia, l’UE era il più grande produttore mondiale di vaccini, seguita da vicino dall’India. L’avvento del Covid-19 ha cambiato radicalmente questo quadro. La Cina ha aumentato enormemente la propria produzione di vaccini anti Covid-19 per affermarsi come il leader globale, seguita da UE, India e USA.  

7) CULTURA: Durante la Guerra Fredda vi fu una battaglia di dottrine universaliste che conquistarono élite e pubblico in tutto il mondo tanto attraverso le idee tanto quanto attraverso il sostegno militare e finanziario. Ivan Krastev e Mark Leonard dimostrano che il mondo è entrato in una nuova fase decisiva. 

  • L’India produce più film di qualsiasi altro Paese al mondo. Nel 2019 l’India ha prodotto 2.446 film contro i 1.037 della Cina e i 601 degli Stati Uniti. Negli anni ’90, gli Stati Uniti erano di gran lunga il più grande produttore di film. L’India esporta i suoi film in più di 70 Paesi. Il cinema indiano si è diffuso in Paesi che non hanno legami diretti con l’India, come la Nigeria, l’Egitto e il Perù. 
  • I programmi televisivi turchi come “Magnificent Century” sono arrivati a rivaleggiare con la televisione americana per popolarità a livello internazionale, venendo diffusi in Medio Oriente, Asia e America Latina. Dal 2002, più di 150 dizi (serie tv) sono state vendute in oltre 100 Paesi. Il governo turco sostiene che, entro il 2023, l’economia turca ricaverà 1 miliardo di dollari dalle esportazioni di dizi
  • Molti credono che il legame tra democrazia e potere si stia spezzando. Anche nelle democrazie liberali dell’Europa occidentale, la maggioranza pensa che la Cina supererà gli Stati Uniti per diventare il Paese più potente del mondo. 
  • Tra il 2014 e il 2020, potenze straniere hanno tentato di interferire in 33 elezioni, che hanno coinvolto collettivamente 1,7 miliardi di persone. 

Secondo Mark Leonard “Il potere nel 21esimo secolo non implica solo il controllo di terre e mari, bensì riguarda chi ha il controllo dei flussi di denaro, persone, beni, dati e idee.

AUTORI

  • Fiona Adamson è Professoressa di Relazioni Internazionali presso la SOAS di Londra. 
  • Alex Clark è Visiting Fellow di ECFR e Ricercatore presso la Smith School of Enterprise and the Environment presso l’Università di Oxford.
  • Susi Dennison è Senior Policy Fellow e Direttrice del programma European Power di ECFR.
  • Anthony Dworkin è Senior Policy Fellow di ECFR. 
  • Ulrike Franke è Senior Policy Fellow e Responsabile dell’iniziativa Technology and European Power di ECFR.
  • Kelly Greenhill è attualmente 2020-21 Leverhulme Trust visiting professor presso SOAS; insegna presso la Tufts University e la Massachusetts Institute of Technology. 
  • Jonathan Hackenbroich è  Policy Fellow e Responsabile della Task Force for Protecting Europe from Economic Coercion di ECFR.
  • Ivan Krastev è Presidente del Centre for Liberal Strategies a Sofia e Permanent Fellow presso lo Institute for Human Sciences di Vienna. 
  • Mark Leonard è Co-fondatore e Direttore dello European Council on Foreign Relations. 
  • José Ignacio Torreblanca è Senior Policy Fellow e Direttore dell’ufficio di Madrid di ECFR.

DONATORI E PARTNER

La ricerca per questa pubblicazione è stata sponsorizzata dal sostegno di Stiftung Mercator per il progetto Re:shape Global Europe. Il capitolo sulla cultura è stato supportato dal Ministero austriaco della difesa e dall’ Institute for Human Science.

ECFR non assume posizioni collettive. Le pubblicazioni di ECFR rappresentano il punto di vista degli autori.