Nuovo sondaggio ECFR: Soli in un mondo trumpiano. L’UE e l’opinione pubblica mondiale dopo le elezioni americane (riassunto)
A livello globale, molti cittadini sono ottimisti su una seconda presidenza Trump, ma tale opinione non é affatto omogenea, soprattutto tra i tradizionali alleati degli Stati Uniti
- Un sondaggio a livello globale, pubblicato oggi, rivela che un gran numero di cittadini a livello mondiale è ottimista riguardo il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca degli Stati Uniti.
- Molti credono che Trump non solo sarà positivo per l’America, ma porterà anche la pace o ridurrà le tensioni in Ucraina, in Medio Oriente e nelle relazioni tra Stati Uniti e Cina.
- Al contrario, gli alleati degli Stati Uniti in Europa e Corea del Sud sono pessimisti sul presidente in arrivo, che indicherebbe un ulteriore indebolimento dell'”Occidente”.
- In Ucraina, gli intervistati sono più positivi che pessimisti in merito all’impatto che Trump potrebbe avere sulla fine del conflitto con la Russia. Ma sono profondamente combattuti sulle condizioni di un possibile accordo di compromesso con Mosca.
- Il sondaggio suggerisce che gli europei faranno fatica a trovare unità interna o un ruolo di potenza globale alla guida di una resistenza alla nuova amministrazione Trump. Tuttavia, dimostra anche che molti nel mondo considerano l’UE come protagonista alla pari degli Stati Uniti e della Cina, un punto di forza su cui i leader europei dovrebbero fare affidamento mentre entrano nel nuovo mandato presidenziale a guida polacca.
- Gli esperti di politica estera, Mark Leonard, Ivan Krastev e Timothy Garton Ash sostengono come, piuttosto che tornare a un ordine liberale post-guerra fredda, gli europei dovrebbero concentrarsi sulla comprensione e sull’accettazione delle opportunità nel nuovo mondo.
Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca degli Stati Uniti, la prossima settimana, è ampiamente visto come una “cosa buona” per la pace nel mondo, l’influenza americana e il dialogo tra le principali potenze. Tuttavia, questo sentimento non è condiviso da alcuni degli alleati più vicini a Washington, tra cui cittadini del Regno Unito, dell’UE e della Corea del Sud. Questo è il risultato principale di un importante nuovo report di sondaggio multi-Paese, pubblicato oggi dall’European Council on Foreign Relations (ECFR) in collaborazione con il progetto Europe in a Changing World dell’Università di Oxford. Lo studio, Alone in a Trumpian world: The EU and global public opinion after the US elections, è supportato da dati di sondaggi condotti in 24 Paesi e rileva come gli atteggiamenti pubblici nei confronti del potere degli Stati Uniti e del suo ruolo globale siano cambiati.
Gli Stati Uniti non sono più considerati come coloro che diffondono i propri valori e agiscono come difensori globali dell’ordine internazionale liberale. Contrariamente al discorso del presidente eletto Donald Trump di “Rendere di Nuovo Grande l’America”, pochi al mondo vedono un futuro in cui gli Stati Uniti ricopriranno il ruolo di principale superpotenza mondiale. In realtà, il sondaggio ECFR mostra che la maggior parte degli intervistati vede la Cina, piuttosto che l’America, come il Paese che assumerà questo ruolo nel prossimo periodo. Ciò suggerisce che il ritorno di Trump avviene mentre l’eccezionalismo geopolitico americano sta iniziando a recedere, con gli Stati Uniti che siederanno tra le altre grandi potenze in un mondo multipolare.
I risultati chiave dell’ultimo sondaggio multi-Paese di ECFR includono:
- I cittadini delle principali potenze medie sono ottimisti sul ritorno di Donald Trump. In Paesi come India, Cina, Turchia e Brasile, la maggioranza pensa che il ritorno di Trump sarà una “cosa buona” per la pace nel mondo, il loro Paese e i cittadini americani. Ciò è particolarmente pronunciato in India (dove l’82% lo vede come “positivo” per la pace nel mondo; l’84% lo vede come un bene per “il loro Paese”; e l’85% una “cosa buona” per i cittadini americani) e in Arabia Saudita (57%, per la pace nel mondo; 61%, per il loro Paese; e 69%, per i cittadini americani). Al contrario, nell’UE (considerando il risultato medio degli 11 Paesi UE intervistati), solo il 22% dei cittadini pensa che il ritorno di Trump sarà una “cosa buona” per il loro Paese, il 29% pensa che sarà positivo per la pace nel mondo, mentre il 34% pensa che sarà positivo per i cittadini americani.
- Il discorso di Trump come pacificatore, nei confronti dell’Ucraina e del Medio Oriente, ha avuto risonanza a livello globale. In India, ad esempio, la grande maggioranza (65% per l’Ucraina; 62% per il Medio Oriente) ritiene che il ritorno di Trump renderà più probabile la pace. Questa posizione è evidente anche in Arabia Saudita (62% per l’Ucraina; 54% per il Medio Oriente), Russia (61% per l’Ucraina; 41% per il Medio Oriente), Cina (60% per l’Ucraina; 48% per il Medio Oriente) e Stati Uniti (52% per l’Ucraina; 44% per il Medio Oriente).Tuttavia, gli ucraini sono più reticenti quando si tratta della capacità di Trump di portare la pace, con gli intervistati ampiamente divisi sulla questione (il 39% ritiene che il suo ritorno aiuterà a portare la pace in Ucraina, mentre il 35% afferma che è meno probabile). L’ottimismo sulle capacità di Trump come pacificatore è più debole in Europa e Corea del Sud.
- Gli alleati dell’America sono nervosi per il Trump 2.0 e dubitano che porterà un cambiamento positivo. Nel Regno Unito, in Corea del Sud e nei Paesi dell’UE, tutti alleati chiave degli Stati Uniti, c’è scetticismo sul fatto che una presidenza Trump possa fare qualche differenza nella situazione in Ucraina o in Medio Oriente. Solo il 24% nel Regno Unito, il 31% in Corea del Sud e il 34% nell’UE (risultato medio negli 11 Paesi UE intervistati) ritiene che il ritorno di Trump renderebbe più probabile il raggiungimento della pace in Ucraina, mentre ancora meno persone (il 16% nel Regno Unito, il 25% nell’UE e il 19% in Corea del Sud) credono che renderebbe più probabile il raggiungimento della pace in Medio Oriente. Più in generale, solo uno su cinque nell’UE (22%) afferma di considerare ora gli Stati Uniti come un alleato. Questa percentuale è notevolmente diminuita rispetto a due anni fa (31%) e contrasta con la percentuale di americani che considera l’UE come un alleato (45%).
- Si prevede che l’influenza degli Stati Uniti nel mondo crescerà, anche se pochi credono che ciò si tradurrà in un dominio globale. L’opinione prevalente, tra i cittadini intervistati, è che gli Stati Uniti avranno “più” influenza globale nei prossimi dieci anni; tuttavia non lo vedono come l’inizio del “Rendere di Nuovo Grande l’America”. L’idea del predominio degli Stati Uniti non è ampiamente condivisa, con maggioranze in Cina (81%), Russia (77%), Arabia Saudita (71%), Turchia (68%), Indonesia (68%), Sudafrica (67%), Svizzera (59%), Brasile (56%), UE (55%) e Regno Unito (52%) che prevedono che la Cina diventerà la potenza più forte al mondo nei prossimi 20 anni. Solo in Ucraina e Corea del Sud ci sono maggioranze che considerano un simile risultato “improbabile”, mentre l’opinione pubblica in India e negli Stati Uniti è divisa su questo punto.
- Il rapporto identifica cinque gruppi distinti di cittadini sul ritorno di Trump alla Casa Bianca. I “Trump Welcomers”, che sono più pronunciati in India (75%) e Arabia Saudita (49%) e popolari in Russia (38%), Sudafrica (35%), Cina (34%) e Brasile (33%), vedono il presidente eletto come positivo per gli americani e per la pace nel mondo. I “Never Trumpers”, che registrano le percentuali più alte di opinione pubblica nel Regno Unito (50%), Svizzera (37%) e UE (28%), vedono la sua vittoria in una luce negativa, sia per i cittadini americani che per la pace nel mondo. I “Cercatori di Pace”, che considerano la rielezione di Trump migliore per la pace nel mondo che per i cittadini americani, sono più numerosi in Cina (21%), Svizzera (16%) e Ucraina (13%). I “Combattuti”, che provengono da Paesi a rischio di rimpatrio americano, tra cui il 48% dei sudcoreani, ritengono che l’elezione di Trump sia peggiore per la pace nel mondo che per i cittadini americani. E, infine, ci sono gli “Incerti”, che stanno adottando un cauto approccio “wait-and-see (aspettiamo e vediamo)”, affermando che Trump “non è né buono né cattivo” per i cittadini americani e la pace nel mondo. Questa posizione è particolarmente pronunciata in Ucraina (20%) e Russia (16%).
- L’UE è tenuta in grande considerazione, con molti che vedono crescere l’influenza del blocco. La maggioranza in India (62%), Sudafrica (60%), Brasile (58%) e Arabia Saudita (51%), e quasi la maggioranza in Ucraina (49%), Turchia (48%), Cina (44%), Indonesia (42%) e Stati Uniti (38%) credono che l’UE eserciterà “più influenza”, a livello globale, nel prossimo decennio. Il blocco è anche ampiamente visto come un “alleato” o un “partner necessario” dagli intervistati dei Paesi coinvolti. Questa visione è più pronunciata in Ucraina (93% alleato o partner, contro il 4% rivale o avversario), Stati Uniti (76% alleato o partner, contro il 9% rivale o avversario), Corea del Sud (79% contro il 14%). Ma è anche una visione della maggioranza ovunque altrove, tranne che in Russia.
Gli esperti di politica estera e autori del report, Mark Leonard, Ivan Krastev e Timothy Garton Ash, suggeriscono che i leader europei potrebbero avere difficoltà a trovare unità interna o alleati globali se provassero a dare forma a una resistenza liberale mondiale al presidente eletto. Negli ultimi due anni, con l’amministrazione Biden spalla a spalla con l’Europa sull’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia, era ancora possibile parlare di un “Occidente unito” in politica estera. Tuttavia, con il ritorno di Trump, le spaccature non corrono solo tra gli Stati Uniti e l’Europa e altri alleati chiave come la Corea del Sud, ma anche all’interno dell’UE stessa.
Gli autori identificano le tendenze che potrebbero aiutare l’UE a diventare più forte e più unita nel prossimo periodo. In primo luogo, il suo senso di solidità quando si tratta dei propri interessi e del definire relazioni con le altre potenze. In secondo luogo, la percezione globale del suo status di potenza mondiale e della sua crescente influenza. E infine, il suo potenziale per partnership strategiche, con Paesi come Brasile, India e Sudafrica, dove le persone vedono ampiamente l’UE sia come potente che come un alleato o un partner. Il recente accordo commerciale UE-Mercosur mostra il tipo di accordi che un’UE più unita potrebbe fare, notano gli autori, e raccomandano che invece di atteggiarsi ad arbitro morale, l’Europa dovrebbe rafforzare la propria forza interna e cercare nuove partnership bilaterali per difendere i propri valori.
Commentando i risultati, il coautore e presidente del Centre for Liberal Strategies, Ivan Krastev, ha affermato:
“L’Europa è piuttosto sola nella sua ansia per il ritorno di Trump alla Casa Bianca. Sebbene molti europei vedano il presidente eletto come un perturbatore, altri, nel mondo, lo vedono come un pacificatore. Questa posizione lascia l’Europa a un bivio nelle sue relazioni con la nuova amministrazione americana”.
Il co-fondatore e direttore di ECFR, Mark Leonard, ha aggiunto:
“Sebbene molti europei siano impazziti per le prospettive di Trump alla Casa Bianca, la maggior parte del resto del mondo ritiene che la sua presidenza sarà positiva per gli Stati Uniti, il mondo e la pace in Ucraina e in Medio Oriente. Invece di cercare di guidare una resistenza globale a Trump, gli europei dovrebbero assumersi la responsabilità dei propri interessi e trovare modi per costruire nuove relazioni in un mondo più transazionale”.
Il co-autore e storico, Timothy Garton Ash, ha affermato:
“L’Europa potrebbe essere quasi sola in un mondo trumpiano, ma questo non significa che noi europei siamo impotenti ad agire. Ci sono opportunità in questo nuovo spazio transazionale per alleanze e influenza. In realtà, il fatto stesso che l’UE sia tenuta in così alta considerazione dalle persone in così tanti Paesi, e che si prevede che crescerà in forza nel prossimo decennio, dovrebbe dare ai leader la speranza che ci sia spazio per un’Europa forte e indipendente nel mondo”.
Questo nuovo sondaggio e l’analisi di accompagnamento fanno parte di un progetto più ampio dell’European Council on Foreign Relations per comprendere le opinioni dei cittadini sulle principali questioni globali. Le precedenti pubblicazioni supportate dai sondaggi includono esami degli atteggiamenti europei nei confronti di Ucraina e Russia prima, sei mesi e un anno dopo l’attuale conflitto; la misura in cui la pandemia di COVID-19 ha riordinato le opinioni e le identità politiche in Europa; e analisi dell’opinione pubblica sulle opinioni e le aspettative nei confronti degli Stati Uniti e di altre potenze internazionali.
Maggiori informazioni e dettagli su altri risultati all’interno di questo programma possono essere trovate su: https://www.ecfr.eu/europeanpower/unlock.
AUTORI
Mark Leonard è un direttore fondatore dell’European Council on Foreign Relations (ECFR), il primo think tank paneuropeo. Presenta anche un podcast settimanale, Mark Leonard’s World in 30 Minutes. Il suo ultimo libro, “The Age of Unpeace“, è stato pubblicato con grande successo di critica e inserito nella lista di “letture obbligatorie” del Financial Times.
Ivan Krastev è presidente del Centre for Liberal Strategies di Sofia e membro permanente dell’IWM Institute of Human Sciences di Vienna. È membro fondatore del consiglio di amministrazione di ECFR e membro del consiglio di amministrazione dell’International Crisis Group. È autore di “Is It Tomorrow, Yet? The Paradoxes of the Pandemic“. È editorialista del New York Times e del Financial Times.
Timothy Garton Ash è professore emerito di studi europei all’Università di Oxford e Senior Fellow presso l’Hoover Institution, Università di Stanford. Membro fondatore dell’ECFR, è autore, più di recente, di Homelands: A Personal History of Europe. Scrive una rubrica sugli affari internazionali sul Guardian, che è ampiamente distribuita in Europa, Asia e nelle Americhe.
ECFR non assume posizioni collettive. Le pubblicazioni di ECFR rappresentano il punto di vista degli autori.