MAGA goes global: Trump’s plan for Europe (riassunto)
Una “forma” esiste nella frenesia dei primi mesi di Donald Trump al potere. La sua politica estera è la sua agenda interna esportata, e questa è una cattiva notizia per l’Europa
Il nuovo policy brief “MAGA goes global: Trump’s plan for Europe“, pubblicato oggi dallo European Council on Foreign Relations (ECFR) analizza le effettive conseguenze della presidenza Trump sulle relazioni transatlantiche. Al di là dei capricciosi post sui social media e delle dichiarazioni all’apparenza incoerenti, la politica estera del nuovo Presidente ha delle chiare linee guida: esportare la sua agenda di politica interna.
I primi cento giorni di Trump hanno battuto ogni record. Il Presidente ha firmato 139 ordini esecutivi, più di qualsiasi altro Presidente allo stesso punto di mandato – incluso Franklin D. Roosevelt durante la Seconda guerra mondiale. Tra l’altro, l’amministrazione Trump deve affrontare un numero mai visto di cause legali, superando il record detenuto dal suo stesso primo mandato. Il Liberation Day del 2 aprile ha portato alla disgregazione di circa 10 trilioni di dollari di valore azionario in meno di una settimana.
Questa nuova pubblicazione analizza la convinzione di lunga data di Trump che sia i liberali che gli attori stranieri si stiano approfittando dell’America. Il Presidente, sostenuto dai repubblicani MAGA, sta perseguendo un’agenda ambiziosa per smantellare i vincoli liberali e internazionali che gravano sugli Stati Uniti. Secondo Trump, gli europei sono al centro delle sfide che l’America deve affrontare – e probabilmente saranno quelli più trasversalmente colpiti dal suo progetto. Per questa ragione, sta attivamente smantellando quei legami transatlantici che hanno a lungo unito Stati Uniti e Europa, puntando a rimodellare l’Europa a sua immagine ed utilizzare l’intimidazione per mettere a tacere ogni forma di resistenza.
A tal proposito, il policy brief indica come l’Europa dovrebbe rispondere alla determinazione di Trump nel mettere da parte gli alleati come se fossero oppositori politici. Una strategia audace richiede una risposta audace. L’Europa non può permettersi semplicemente di placare, ritardare o distrarre, ma deve essere pronta ad agire.
Punti chiave:
Trump attua politiche in patria e all’estero che cercano di:
- Eliminare i limiti al suo potere: la missione interna per il secondo mandato è quella di distruggere il deep state e di appaltare il governo federale. Quella estera è di eliminare gli impegni internazionali e “liberare” l’America dai suoi attuali alleati.
- Adattare la cultura alla sua immagine: Trump e il suo entourage MAGA credono che l’establishment liberale dominante abbia distorto la cultura americana verso un’ideologia progressista debole, che rende cattivo servizio al Paese. La nuova amministrazione vuole quindi eliminare tutte le possibili resistenze liberali, in patria e all’estero.
- Soggiogare i suoi avversari: Trump crede nella proiezione della forza e persino nell’esercizio di essa come modo per ottenere risultati favorevoli, ignorando e deridendo l’idea stessa di cooperazione.
Dunque, gli europei devono difendere le componenti più preziose di un ordine internazionale basato sulle regole, respingere gli attacchi al loro modello di democrazia e accelerare gli sforzi per ridurre la loro dipendenza strategica dagli Stati Uniti. Per fare ciò, dovrebbero:
- Reinventare: l’Europa deve lavorare con altri partner – alleati, leader del Sud globale e persino la Cina – per (ri)costruire istituzioni che non concentrino il potere nelle mani di pochi e siano più resilienti al populismo.
- Contrattaccare: gli europei devono allinearsi con maggiore forza nel difendere i valori e i principi liberaldemocratici radicati nelle loro democrazie, nonché a sostegno dell’Occidente.
- Diversificare: gli europei devono preparare mosse di ritorsione e tenerle pronte in tasca, diversificando la propria economia da quella americana.
INFORMAZIONI SULL’AUTORE:
Célia Belin è Senior Policy Fellow presso European Council on Foreign Relations e Direttrice dell’ufficio di Parigi. È stata Visiting Fellow presso il Center on the United States and Europe di Brookings Institution, a Washington DC, e nel 2022 è stata per poco Direttrice ad interim del Centro. Tra il 2012 e il 2017 è stata anche consulente per gli affari statunitensi presso l’unità di pianificazione politica (CAPS) del ministero degli Esteri francese.
ECFR non assume posizioni collettive. Le pubblicazioni di ECFR rappresentano il punto di vista degli autori.