La silenziosa rivoluzione militare russa

La politica espansionistica di Putin nel vicinato si fonda su forze armate reattive e professionali

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La politica espansionistica di Putin nel vicinato si fonda su forze armate reattive e professionali grazie alla più significativa riforma militare mai avviata dal 1930.

In “Russia’s quiet military revolution: what it means for EuropeGustav Gressel, Visiting Fellow ECFR,  sostiene come le riforme avviate a seguito dell’ invasione della Georgia del 2008, abbiano portato la Russia  alla creazione di un apparato militare in grado di prevalere sui vicini, soprattutto in caso di isolamento dagli alleati occidentali. Tuttavia, l’autore mette in discussione l’abilità della Russia in Siria.

Alcuni policy maker occidentali  si sono lasciati cullare da un senso di falsa sicurezza, concentrandosi principalmente sulla componente  di artiglieria pesante della modernizzazione militare russa. Gressel  analizza quelle riforme  attuate in campo amministrativo e di addestramento che hanno ridotto le dimensioni dell’armamentario pesante russo, creando unità militari più piccole, mobili e versatili.

La pianificazione militare russa, che si avvale di simulazioni di giochi di guerra che implicano l'uso limitato di armi nucleari tattiche, dimostra come questo esercizio sia decisamente rivolto agli stati membri UE e NATO. Alcune simulazioni hanno avuto come oggetto attacchi russi in Polonia, negli Stati baltici e in Finlandia. Il piano 'Zapad 2013' ipotizzava una risposta militare russa a imprecisati 'terroristi' baltici che prendevano il controllo della Bielorussia.

Se da una parte, Gressel sostiene come tale escalation militare non sia imminente, dall’altra ritiene che questa non debba essere esclusa. L'Europa dovrebbe essere pronta a gestire scenari ibridi che combinano guerra convenzionale e non. La risposta europea dovrebbe includere operazioni di stabilizzazione e di intervento in contesti di crisi e strumenti di difesa tradizionale, poiché la realtà geografica e l’incertezza strategica richiedono sia un dispiegamento rapido che potenza militare.

L'Europa ha inoltre bisogno di ricostruire il proprio apparato amministrativo e logistico, indebolito dopo il 1989, al fine di sostenere operazioni militari in Europa orientale.

Tuttavia, riferendosi al recente impegno militare russo a di Assad in Siria, Gressel mette in dubbio la capacità dei militari russi di impegnarsi in questo tipo di guerra. Gressel analizza la dipendenza russa dalle operazioni di fuoco a terra e la mancanza di capacità di sorveglianza per condurre vaste operazioni all'estero.

Per Gustav Gressel: “Putin è il leader russo più assertivo della sua generazione politica e ha a  disposizione un potere militare  da far invidia a molti dei suoi predecessori. Le forze militari russe non sono più un gigante dai piedi d'argilla ma una forza di combattimento più snella e altamente professionale, che si affida meno alla mobilitazione dei riservisti  e sempre più ad un dispiegamento rapido combinato ad un impiego equilibrato della guerra di informazione. Hanno la capacità di competere con – e battere – tutti i vicini orientali e meridionali della Russia, nel caso non siano sostenuti dalla NATO o  dagli alleati europei.

Quello a cui stiamo assistendo è la rimilitarizzazione del confine orientale d'Europa. L'Europa deve prendere questa cosa sul serio. I pianificatori militari russi sono consapevoli del fatto di non essere ancora pronti, e potrebbero non esserlo mai, per un confronto militare diretto con una NATO unificata o con una risposta europea. È per questo che i leader europei devono essere pronti a impegnarsi con decisione e in fretta per prevenire qualsiasi guerra ibrida russa ai suoi confini.

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Gustav Gressel è disponibile per interviste e commenti. Si prega di contattare Richard Speight dell’Ufficio stampa ECFR: +44 (0) 207 227 6867/+44 (0) 7794 307840/ [email protected]

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