La Cina nei pensieri dell’Asia
Con l’aumento delle tensioni in Asia, l’Europa non può dare per scontata la stabilità della regione
Il Presidente cinese Xi Jinping ha compiuto la sua prima visita da capo di Stato in India, tra alte aspettative sui finanziamenti cinesi per le infrastrutture indiane e continue preoccupazioni per le tensioni al confine tra i due Paesi. Il nuovo Primo Ministro nazionalista indiano, Narendra Modi, è appena rientrato da Tokyo dove ha incontrato il Primo Ministro Shinzo Abe e firmato accordi per rafforzare la cooperazione con il Giappone su difesa e commercio. L’andamento ondivago dell’India, tra provocazione strategica e calcolo economico, ben illustra il dilemma dell’Asia, che ha la Cina nella propria mente.
Secondo François Godement, Direttore del Programma China & Asia di ECFR e autore del Policy Brief “China on Asia’s mind”, le tensioni in Asia orientale sono ormai consuetudinarie ed è sempre più chiaro come il commercio non riesca a garantire pace e stabilità. L’Europa non può più limitare il suo ruolo in Asia a mero commercio o “soft power”, ma deve contribuire al mantenimento di un equilibrio stabile nella regione.
Tre le potenziali minacce alla stabilità nel Sud-Est e Nord-Est asiatico:
· Il nazionalismo cresce, ma anche l’interdipendenza economica; allo stesso modo sia i regimi autoritari che i politici democratici cercano il supporto dell’opinione pubblica.
· Una “zona grigia” di conflitti potenziali, creata da crescenti dubbi in Asia sulla risolutezza degli Stati Uniti nel mantenere i molteplici impegni sulla sicurezza.
· L’incertezza tra un eventuale collasso della Corea del Nord o una sua pacifica trasformazione e la necessità per Seul di una cooperazione cinese a lungo termine.
Secondo François Godement “L’Europa esita e bisbiglia, sperando che la situazione non sfugga di mano ma fa poco per evitarlo. Tuttavia, per molti aspetti l’Europa è coinvolta, che piaccia o no.”
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