La politica del Geo-Tech: ecco perché la tecnologia influenza il potere europeo
Le nuove tecnologie hanno il potere di influenzare le relazioni internazionali. Se l’Unione Europea punta ad essere più di un mediatore tra Cina e Stati Uniti, dovrà cambiare la propria mentalità
- Se l’Unione Europea vuole diventare qualcosa di più di un semplice mediatore tra le due vere potenze tecnologiche, quali gli Stati Uniti e la Cina, dovrà cambiare la propria mentalità.
- Dispute in ambito tecnologico stanno avendo luogo in sempre più settori, creando vulnerabilità che i Paesi terzi possono utilizzare a proprio piacimento.
- Per l’Unione Europea ed i suoi partner, queste vulnerabilità si dividono in due tipologie: nuove dipendenze e interferenze esterne.
- L’Unione Europea e i suoi stati membri dovrebbero impegnarsi di più per approfondire e gestire le implicazioni geopolitiche della tecnologia.
- Questo maggiore coinvolgimento da parte europea in ambito Tech ha sia l’obiettivo esterno di aprire un dialogo con i propri partner, sia quello interno di garantire una stretta cooperazione tra l’Unione Europea ed i suoi Stati Membri.
La tecnologia si sta facendo strada in ambito geopolitico. Le nuove tecnologie digitali possono dare un forte impulso alle economie nazionali e, di conseguenza, hanno una forte influenza sull’economia globale. Se l’Unione europea continua a gestire la tecnologia come una mera questione di regolamentazione del mercato, rischia di perdere di vista la cifra caratteristica del 21° secolo: la sfida geopolitica per le tecnologie digitali emergenti.
Nel nuovo report ECFR Geo-tech politics: Why technology shapes European power, Ulrike Franke e José Ignacio Torreblanca spiegano perché i legislatori europei hanno urgente bisogno di un cambio di mentalità affinché l’Europa possa essere pronta ad affrontare la sfide geopolitiche del 21° secolo.
I Paesi europei e i loro partner rischiano di diventare un terreno per la competizione tecnologica tra grandi potenze. Dispute in ambito tecnologico si stanno diffondendo in sempre più settori, creando vulnerabilità che i Paesi terzi possono utilizzare come armi.
Per l’Unione Europea ed i suoi partner, queste vulnerabilità si dividono in due tipologie: nuove dipendenze e interferenze esterne.
- La scelta europea dei fornitori per l’introduzione del 5G è stata al centro della prima vera e propria lotta geopolitica su un’innovazione tecnologica dalla fine della guerra fredda. Alcuni Stati membri dell’Unione Europea si rifiutano ancora di fare scelte scomode sul 5G, o addirittura continuano a dare retta alle strategie e alle iniziative di connettività cinesi.
- I cavi sottomarini sono essenziali per il funzionamento di tutti i settori digitali. Il 97% del traffico internet passa attraverso questi cavi. Negli ultimi anni, aziende cinesi e americane come Huawei, Amazon, Microsoft, Google e Facebook hanno aumentato la propria presenza nel mercato dei cavi sottomarini.
- Il processo di definizione degli standard tecnologici è un modo sottile per creare dipendenze. Stiamo assistendo a una gara per stabilire gli standard su cui poggeranno le infrastrutture digitali. Mentre la globalizzazione diventa un processo sempre più frammentato e la Cina e gli Stati Uniti si allontanano sempre più, la battaglia sugli standard tecnici è diventata critica.
- Le nuove tecnologie, in particolare quelle riguardanti l’Intelligenza Artificiale (IA), si prestano ad una serie di applicazioni militari, che potrebbero cambiare l’equilibrio di potere nel mondo, fornendo ai nuovi attori capacità militari decisive. L’IA militare sta emergendo come una nuova frontiera per la competizione tra grandi potenze.
- I governi autoritari usufruiscono delle tecnologie digitali per aumentare il proprio potere ed esercitare controllo sui cittadini, mettendo a rischio le istanze democratiche. Questi governi hanno trasformato i social media e le tecnologie digitali in strumenti efficaci di sorveglianza e controllo sociale, sopprimendo l’opposizione democratica.
- Il modello di business pubblicitario delle aziende social – improntato ad aumentare il pubblico e a raccogliere i dati degli utenti – ha dato vita economia dell’attenzione che fa leva sulle emozioni, aumenta la polarizzazione politica ed erode la fiducia nelle istituzioni. A causa della mancanza di una regolamentazione adeguata, queste aziende risultano vulnerabili alle influenze esterne e alle interferenze elettorali.
Gli autori propongono le seguenti azioni da intraprendere per sostenere l’impegno europeo in ambito di geopolitica tech:
- L’Unione Europea ed i suoi Stati membri necessitano di un cambio di mentalità, con la consapevolezza che ignorare gli elementi di potere geopolitico insiti nelle nuove tecnologie non si rivelerà certo una strategia vincente.
- Creare un nuovo Tech compact: la sfida principale per l’Unione Europea è quella di lavorare insieme ai Paesi con obiettivi simili a quelli europei, e con le istituzioni multilaterali – con l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), ma anche con organizzazioni su base regionali come quelle create in America Latina, Africa e Indo-Pacifico – al fine di sviluppare standard tecnologici equi, aperti e basati su valori condivisi.
- L’UE dovrebbe utilizzare l’incentivo dell’accesso al mercato digitale europeo per rafforzare le proprie alleanze. Il blocco europeo dovrebbe utilizzare le proprie istituzioni finanziarie per incentivare le imprese dell’Unione ad investire in Paesi che stanno cercando di adottare queste tecnologie critiche e che, allo stesso tempo, vogliono ridurre la propria dipendenza tecnologica dalla Cina.
- Attraverso istituzioni multilaterali come l’OCSE o il FMI o attraverso assemblee come il G20, l’Europa dovrebbe stabilire un regime globale di protezione dei dati i cui standard siano validi per la maggior parte delle democrazie.
Secondo Ulrike Franke, Senior Policy Fellow di ECFR , “Se l’Unione Europea ed i suoi Stati membri coopereranno sulle questioni tecnologiche, il blocco ne uscirà rafforzato – e assumerà una posizione di guida mostrando che le sue regolamentazioni, come quelle sulla privacy o sull’IA, sono funzionali all’interno dell’Unione. A tal fine, l’Unione Europea può beneficiare del raggio diplomatico degli Stati membri in varie regioni”.
Secondo José Ignacio Torreblanca, Senior Policy Fellow e Direttore dell’Ufficio di Madrid di ECFR ,“Nel ventunesimo secolo, il campo di battaglia su cui operano le superpotenze è quello digitale. Stiamo parlando di competizione per l’egemonia mondiale tra Stati Uniti e Cina. La grande sfida per l’Unione Europea è quella di raggiungere il livello di innovazione tecnologica di questi due attori. È qui che si gioca la battaglia per la sua sovranità digitale”.
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