Il mondo post-coronavirus è già qui

La pandemia sta amplificando dinamiche geopolitiche già esistenti e mettendo alla prova la solidità delle istituzioni democratiche europee

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Iniziata come crisi sanitaria, il covid-19 si è presto trasformato in una crisi economica e sociale senza precedenti. Nessun economista avrebbe mai potuto immaginare che miliardi di persone sarebbero state confinate nelle proprie case. Le conseguenze di tutto ciò andranno ben oltre quello che abbiamo vissuto nel 2008. 

In una nuova analisi , l’Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell analizza come il covid-19 potrebbe accelerare tre dinamiche già esistenti:

– il futuro della globalizzazione e il neoliberismo;

– l'evoluzione della governance globale;

– la resilienza dell'UE e dei sistemi politici democratici europei di fronte a rischi gravi e imprevisti.

Queste tre dinamiche daranno forma al mondo post-coronavirus: un mondo che, in una certa misura, è già presente.

I punti principali:

La pandemia probabilmente accelererà le dinamiche geopolitiche esistenti e metterà alla prova la forza dei sistemi democratici europei.

L'Europa avrà bisogno di un nuovo tipo di globalizzazione in grado di trovare un equilibrio tra vantaggi dei mercati aperti e interdipendenza, e tra sovranità e sicurezza dei Paesi.

L'Europa dovrebbe cercare di evitare che la rivalità USA-Cina abbia ripercussioni negative in alcune regioni del mondo, in particolare in Africa.

I leader europei devono impegnarsi per sostenere i sistemi sanitari, fornendo un reddito a coloro che non possono lavorare e dando garanzie alle imprese.

Il modello europeo avrà rilevanza globale solo se riusciremo a promuovere con successo la solidarietà tra gli Stati membri dell'UE.           

“Ancora una volta, ci troviamo a vivere in un momento esistenziale per l'UE, perché il modo in cui risponderemo influirà sulla coesione delle nostre società, sulla stabilità dei nostri sistemi politici nazionali e sul futuro dell'integrazione europea. Ora è il momento di guarire le ferite delle crisi precedenti, non di riaprirle. Per raggiungere questo obiettivo, le istituzioni e le politiche dell'UE devono conquistare il cuore e la mente dei cittadini europei, e a questo proposito c'è ancora molto da fare”.

 

Questa analisi è stata inoltre pubblicata sul sito dello IAI.

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