I costi nascosti della coercizione economica

L’UE ha bisogno di uno Strumento Anti-coercizione che funga da potente deterrente economico, sebbene questo da solo non renderà l’Europa abbastanza forte contro la coercizione economica

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  • La coercizione economica cinese contro l’Europa sta prendendo una traiettoria preoccupante. In seguito alle minacce avanzate nel 2020 e alle misure punitive verso le aziende europee nel 2021, la Cina sta ora interferendo con il mercato europeo nel quadro di una disputa diplomatica con la Lituania.
  • Se oggi Pechino preme sulle aziende europee affinché interrompano il commercio con la Lituania, quando la tensione aumenterà le imprese potrebbero subire pressioni affinché smettano di trattare con Taiwan, la Slovenia o altri attori. Anche la minaccia della coercizione energetica russa è reale.
  • L’UE ha bisogno di uno Strumento Anti-coercizione (ACI) che funga da potente deterrente economico, sebbene questo da solo non renderà l’Europa abbastanza forte contro la coercizione economica.
  • L’UE necessita anche di un’architettura di resilienza globale, che comprenda un Ufficio per la resilienza e un nuovo Statuto di blocco in grado di contrastare le sanzioni secondarie come quelle utilizzate dalla Cina
  • Un Ufficio per la resilienza potrebbe fornire un coordinamento strategico della risposta dell’UE e valutare i costi della coercizione economica, mentre lo Statuto di blocco potrebbe consentire l’adozione di contromisure mirate nei confronti delle società con sede in Paesi terzi.

Oggi, il principale campo di battaglia su cui competono le grandi potenze non è militare ma economico. Per ragioni geopolitiche, queste potenze condizionano l’accesso al loro mercato e puniscono gli altri Paesi per le loro scelte politiche. L’Europa potrebbe non essere mai stata più a rischio di essere soggetta ad un’ampia gamma di misure economiche coercitive da parte di potenti Paesi terzi.

  • La Cina ha imposto sanzioni commerciali contro la Lituania come reazione all’’istituzione di un “ufficio Taiwan” nel paese. Poiché tali sanzioni riguardano anche altre esportazioni dal mercato unico europeo, l’UE ha avviato un’azione legale presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio. Il recente trattamento riservato dalla Cina alla Lituania fornisce l’esempio più chiaro di ciò che Pechino è disposta a fare.
  • C’è anche una reale minaccia di coercizione economica russa contro l’Europa. Poiché gli Stati Uniti e l’Europa minacciano la Russia con pesanti sanzioni per impedirle di invadere l’Ucraina, dovranno prepararsi alla risposta russa. Non si può escludere la possibilità che Mosca trasformi i propri rapporti energetici in armi, interrompendo le consegne di gas verso l’Europa.
  • Dopo le elezioni di metà mandato, l’amministrazione statunitense sarà sempre più tentata di adottare strumenti economici unilaterali sia per contrastare la Cina sia in altri settori della politica estera o. Tali misure non sarebbero dirette contro gli alleati degli Stati Uniti, ma potrebbero comunque danneggiarli.

Nel nuovo nuovo rapporto “Tough trade: The hidden costs of economic coercion“, gli esperti ECFR, Jonathan Hackenbroich, Filip Medunic e Pawel Zerka, propongono idee su come l’UE può affrontare questa sfida. Il rapporto si basa sul lavoro della Task Force di ECFR per il Rafforzamento dell’Europa contro la coercizione economica, che riunisce rappresentanti di alto livello di sei governi degli Stati membri dell’UE e del settore privato.

Nella nuova era della globalizzazione, è giusto che gli europei aumentino gli sforzi multilaterali, ed è fondamentale che l’UE lavori con i partner affini su standard comuni. Ma l’UE deve anche garantire che questi ultimi negozino con le altre potenze in modo agile, autonomo ed efficace, per far sì che abbiano un incentivo ad adottare un comportamento equo e rispettoso delle regole. Nessuno strumento da solo può assicurare il successo in questo ambito. L’UE deve sviluppare un’agenda globale per l’era geoeconomica, che includa un ACI che, nei casi gravi di coercizione economica, agisca sia da deterrente che da misura di ultima istanza.

L’UE ha lanciato una strategia per “l’autonomia strategica aperta” per riflettere questa convergenza. Per continuare a mantenere un equilibrio tra apertura e autonomia strategica, l’UE dovrebbe concentrarsi sui seguenti settori:

  • Favorire la forza economica e la competitività. L’UE dovrebbe compiere uno sforzo sostanziale per completare il mercato unico – che in molte istanze non è nemmeno più nell’agenda politica – e riconoscere che, per mantenere solide relazioni commerciali con il resto del mondo, gli accordi commerciali sono importanti.
  • Promuovere una politica commerciale strategica positiva. L’UE ha bisogno di un nuovo consenso sulla propria politica commerciale globale, con pilastri positivi e difensivi rafforzati. L’UE potrebbe esplorare la possibilità di stringere accordi settoriali per portare avanti un’agenda positiva, ridurre i costi commerciali e stabilire standard comuni.
  • Rendere il Consiglio UE-USA per il commercio e la tecnologia un successo. È nell’interesse fondamentale degli europei dimostrare agli Stati Uniti che possono proteggere al meglio i propri interessi in stretta collaborazione con i loro alleati – che pertanto, dovrebbero tenerne conto. Ciò, probabilmente, dovrebbe includere offerte europee concrete agli Stati Uniti in seno al Consiglio per il commercio e la tecnologia.
  • Istituire un pacchetto geo-economico che includa l’ACI. L’ACI non fornirebbe di per sé una resilienza sufficiente contro la coercizione economica. Nel formulare una strategia globale per quest’era geoeconomica, gli europei dovrebbero concordare un ACI e misure concrete sostanziali.
  • Creare un’architettura di resilienza completa. Un ufficio di resilienza dell’UE per il coordinamento e l’analisi strategica potrebbe essere un prerequisito di qualsiasi politica anti-coercizione efficace – compresa una politica che implica un ACI.
  • Riformare lo Statuto di blocco e renderlo idoneo alla sfida cinese. Le azioni della Cina contro la Lituania ricordano con forza che l’UE deve riformare il suo Statuto di blocco. Oltre alle contromisure su larga scala che l’UE potrebbe utilizzare nell’ambito dell’ACI, lo Statuto stesso potrebbe includere anche la possibilità di rispondere con contromisure mirate o su scala ridotta nei confronti di alcune società di Paesi terzi.
  • Istituire una banca di esportazione. Una banca di esportazione europea potrebbe tentare di aprire canali di pagamento bloccati per il commercio umanitario e, possibilmente, anche per altri scopi. L’obiettivo strategico sarebbe consentire il commercio laddove un Paese terzo interferisca con l’accesso a servizi finanziari critici.
  • Utilizzare strategicamente l’ACI nelle relazioni con gli Stati Uniti. Molti negli Stati Uniti sono interessati a un’Europa più forte che possa fronteggiare la coercizione economica da parte di Paesi terzi, in particolare la Cina. L’ACI ha il potenziale per rafforzare le relazioni transatlantiche, in quanto aiuterebbe l’UE a diventare un partner resiliente con un potere di deterrenza economica.

Secondo il coautore Jonathan Hackenbroich:

Il caso della Lituania è davvero un campanello d’allarme: gli europei stanno iniziando a capire che vi è il rischio che la Cina eserciti pressioni sulle aziende affinché smettano di trattare con un altro Paese con cui Pechino è in conflitto. Avere un deterrente economico dell’UE, o uno strumento anti-coercizione, farebbe una grande differenza. Allo stesso tempo, abbiamo anche bisogno di una maggiore capacità strategica e analitica, un nuovo Statuto di blocco e una strategia più ambiziosa per la forza economica“.

Secondo il coautore Pawel Zerka:

Gli europei potrebbero essere finalmente diventati consapevoli della natura e della portata della sfida posta dalla coercizione economica, come dimostra lo strumento anti-coercizione (ACI) proposto dalla Commissione europea lo scorso dicembre. Ora, però, devono cogliere l’opportunità offerta dai negoziati ACI, dalla revisione dello Statuto di blocco e dal più ampio dibattito sulla sovranità europea per costruire un vero e proprio sistema anti-coercizione europeo confezionato sulla base delle sfide degli anni e decenni a venire – e sugli attori dai quali è più probabile che provengano le minacce”.

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