Come governare un’Europa frammentata: cosa significa il voto degli elettori europei?

I risultati del voto europeo pongono i leader d’Europa di fronte ad una grande sfida: lavorare in un contesto politico nuovo, più frammentato e polarizzato

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Introduction

Un nuovo rapporto post-elettorale a cura di ECFR analizza il perché gli elettori hanno votato la Lega di Salvini e come le nuove coalizioni europee saranno la chiave per il funzionamento del Parlamento Europeo.

– Il nuovo rapporto ECFR rivela come la maggioranza degli elettori italiani siano delusi e percepiscano come rovinato il sistema politico italiano ed europeo;  

– Gli elettori italiani vedono incertezza economica, cambiamento climatico e minaccia del nazionalismo come temi chiave delle recenti elezioni.

– I sostenitori della Lega sono divisi sui partner di coalizione nel nuovo parlamento europeo – con un forte sostegno all’alleanza con Le Penn, ma meno entusiasmo per una partnership con Farage.

I leader europei si stanno preparando alle riunioni del Consiglio europeo di questa settimana (20 e 21 giugno), durante le quali dovranno lavorare su nuove coalizioni in seno al Parlamento europeo – con partiti di protesta e oppositori – per realizzare le priorità degli elettori come cambiamento climatico, standard di vita, sicurezza e migrazione.

Oltre alla migrazione, all'austerità e alla Russia, che sono state le principali linee di divisione in Europa negli ultimi dieci anni, cambiamento climatico e stato di diritto saranno i temi di battaglia della prossima attività parlamentare.  Esiste un chiaro mandato politico per la costruzione di coalizioni su questi temi, dato che la maggioranza dei deputati del nuovo Parlamento europeo si è battuta per affrontarli attraverso un'azione a livello europeo.

La politica in Europa è oggi definita dalla volatilità – piuttosto che da divisioni tribali radicate.  Secondo la nuova aritmetica del Parlamento europeo, possiamo aspettarci una campagna permanente con coalizioni ad hoc per ciascuna delle grandi decisioni da prendere. Gli elettori sono generalmente tolleranti sulla costruzione di coalizioni, tranne che con l'estrema sinistra e l'estrema destra. Gli elettori meno soddisfatti di questo gioco di coalizioni sono i sostenitori dei partiti di estrema destra.

Il rapporto ECFR ‘How to govern a fragmented EU: what Europeans said at the ballot box esamina il significato dei risultati delle elezioni del PE per il futuro dell'UE,  sulla base di dati raccolti da YouGov lunedì 27 maggio, in sei dei maggiori Stati membri dell'Unione Europea: Francia, Italia, Germania, Germania, Polonia, Spagna e Regno Unito. Include inoltre la ricerca nei 28 Stati membri e l'analisi dei manifesti di partito e delle promesse di campagna elettorale.

Il rapporto individua una serie di sfide che i partiti italiani dovranno affrontare nella prossima sessione del Parlamento europeo, se vorranno realizzare i rispettivi obiettivi di cambiamento:

L’indebolimento delle alleanze dei partiti: gli elettori stanno diventando meno fedeli nei confronti dei partiti – sebbene i gruppi di deputati al Parlamento europeo a Bruxelles siano più tribali ed estremisti.  Solo il 4% degli elettori in Germania e Francia si è detto motivato dalla possibilità di votare per gli Spitzenkandidat. L'UE è più frammentata che mai – con oltre 180 partiti politici rappresentati ed i grandi gruppi (PPE e S&D) che hanno perso la propria maggioranza. Ne è un esempio l'Italia, dove due ex partiti di governo, Forza Italia (FI) e  Partito Democratico (PD), hanno perso un totale di 19 seggi. I principali beneficiari di questo crollo del sostegno sono stati i partiti “ribelli”, la Lega e i Fratelli d'Italia, che hanno conquistato 34 seggi.

Una nuova geografia politica: i gruppi politici europei sono diventati blocchi regionali. Il gruppo S&D, per esempio, è dominato dall'Europa meridionale, che potrebbe renderlo molto più ostile all'austerità. Il PPE, nel frattempo, è dominato dall'Europa dell'Est e dalla Germania, e vivrà divisioni sul cambiamento climatico e sullo stato di diritto. Il gruppo dei Verdi comprende partiti dell'Europa occidentale, il che può rendere difficile lo sviluppo di coalizioni paneuropee. E i liberali – ora ribattezzati Renew Europe – sono divisi in due, tra francesi e liberali tradizionali, con possibili tensioni sul mercato unico o sulla politica commerciale. Solo i deputati al Parlamento europeo a destra del PPE sono rappresentati in tutte le geografie politiche, ma questo rende ancora più difficile la loro coesione, in particolare per quanto riguarda Russia, migrazione, commercio o stato di diritto.

Nuovi conflitti politici: Mentre migrazione, austerità e Russia sono state le questioni chiave che hanno diviso l'Europa nell'ultimo decennio, il cambiamento climatico e lo stato di diritto lo saranno nei prossimi cinque anni. La maggioranza degli eurodeputati è stata eletta sulla base di promesse elettorali sul clima (62%) e sulla difesa dello stato di diritto (65). Tuttavia, in Italia, le preoccupazioni per l'ambiente sono state in qualche modo disattese. Invece, come rivela il sondaggio ECFR-Yougov post-elezione, la preoccupazione degli elettori si è concentrata sulla crisi economica o sulle guerre commerciali – con il 32% degli elettori che le vede come la più grande minaccia per l'Europa di oggi, percentuale che sale al 40% tra i sostenitori del Movimento 5 Stelle. Nonostante gli sforzi di Matteo Salvini per inquadrare le elezioni come referendum a tema unico sulla migrazione, solo il 12% degli italiani (e il 23% degli elettori della Lega) l'ha identificata come la principale minaccia per l'Europa, con una percentuale scesa ad appena il 2% tra gli elettori di età compresa tra i 18-24 anni.

I cambiamenti generazionali: le differenze per gruppi di età sono radicalmente diverse in ciascuno dei grandi Stati membri – e nei gruppi di partito. In Germania, lo stesso numero di elettori sotto i 30 anni ha votato a favore dei Verdi come per CDU/CSU, SPD e FDP messi insieme. In Francia i giovanissimi (sotto i 25 anni) hanno votato verde, gli elettori oltre i 55 anni hanno votato di più per Macron mentre gli elettori 25-55 sono stati più propensi a sostenere Le Pen. Nel Regno Unito, i giovani hanno votato verdi che, a loro volta, hanno ricevuto meno sostegno dagli elettori più anziani. In Italia tutte le fasce d'età hanno sostenuto Salvini.

Le emozioni degli elettori europei: l'elettorato europeo è stato motivato dallo stress, dalla paura e dall'ottimismo. Essi stanno dando all'Europa la possibilità di dimostrare che può essere in grado di comprendere le loro preoccupazioni. Tuttavia, questa offerta sarà limitata nel tempo, con una pressione sugli attori politici per iniziare il lavoro superando le divisioni.

Secondo Mark Leonard, fondatore e Direttore di ECFR:

Se i partiti principali vogliono soddisfare il desiderio di cambiamento dell’elettorato, dovranno stringere alleanze a breve termine sulle varie questioni, cambiando partner quando la necessità del consenso lo richiederà. Nell'interesse di ottenere risultati, essi dovrebbero essere pronti a cercare sostegno al di là dell’ormai indebolito mainstream. La palla è ormai nelle mani dei partiti che dovranno individuare quali saranno i partner per realizzare il mandato conferito loro dagli elettori”

Per Susi Dennison, Senior fellow e direttrice del programma European Power:

Negli ultimi anni l'UE è diventata più “politica”, soprattutto in relazione alla conseguente difficoltà di prendere decisioni su questioni politicamente sensibili come la migrazione. Queste elezioni dimostrano fino a che punto gli elettori europei si aspettano che le istituzioni dell'UE nei prossimi mesi e anni siano lo sfondo di maggiore contestazione politica”.

I dati dei sondaggi condotti il 27 maggio rivelano che:

Italia: La maggioranza degli elettori (51%) ritiene che il sistema politico nazionale ed europeo sia “rovinato”. Sebbene l'attenzione si sia concentrata sulla retorica anti-immigrazione di Matteo Salvini e della Lega, il sondaggio post-elettorale rivela come gli elettori in Italia – in particolare nella fascia di età 18-25 anni – continuino ad avere serie preoccupazioni circa l'impatto dell'emigrazione sul loro paese. Le questioni chiave per gli elettori nelle recenti elezioni sono state: economia (47%), migrazione (44%), cambiamento climatico (34%) e minaccia del nazionalismo (22%). È interessante notare che, per quanto riguarda il cambiamento climatico, il partito dei Verdi abbia raccolto circa il 2% dei voti alle elezioni, nonostante il 71% degli intervistati italiani abbia dichiarato che il cambiamento climatico è una grave minaccia che dovrebbe avere la priorità sulla maggior parte delle altre questioni.

In Francia gli elettori perdono l'amore per l'UE: oltre due terzi degli elettori (70%) ritiene che le istituzioni politiche paneuropee siano rovinate. Questo è quanto emerge dal Cohesion Monitor di ECFR, secondo cui il paese si sta lentamente allontanando dall'UE. I sondaggi ECFR hanno inoltre evidenziato una notevole opposizione alla costruzione di coalizioni, in particolare con altri partiti nazionalisti guidati da Matteo Salvini (40%), Viktor Orban (37%) e Nigel Farage (28%).

Germania: gli elettori sono insoddisfatti della coalizione di governo e vogliono un cambiamento. Energia ed azione per il cambiamento climatico sono stati centrali per gli elettori con conseguenze sul risultato elettorale. I Verdi hanno preso voti da tutti i partiti rappresentati nel Bundestag, compresa la destra, antieuropea, AfD. Qualora si votasse oggi, i Verdi otterrebbero il 26 per cento dei voti.

Polonia: Le elezioni del Parlamento europeo sono state trattate come un referendum sul partito Diritto e Giustizia (PiS). La mobilitazione è stata la chiave del gioco e, alla fine, l'abile messaggistica politica del PiS si è rivelata efficace. Come emerso dai sondaggi pre-elettorali, le questioni chiave per gli elettori in Polonia erano la minaccia dell'estremismo islamista, le crisi economiche e le guerre commerciali, la Russia, il nazionalismo e la migrazione. Queste questioni sono state confermate nell'indagine post-elettorale, sebbene il cambiamento climatico sia emerso come maggiore minaccia (principale minaccia per l'11% degli intervistati). Angela Merkel è il leader europeo più popolare quando ai polacchi si chiede con quali politici vorrebbero che i loro partiti cooperassero in Europa (41%). Victor Orban ha comunque molti sostenitori (35%).

Spagna: I sondaggi ECFR/YouGov hanno confermato gli spagnoli come tra i più accesi credenti e difensori dell'UE. La principale preoccupazione per gli elettori spagnoli è stata l'economia (22%) e, in particolare, l'occupazione. Segue l'aumento del nazionalismo, citato dal 16% degli elettori, sia in patria che in Europa. In Spagna, insieme a Polonia, Ungheria e Romania, gli elettori erano più preoccupati per il fatto che i loro cittadini lascino il proprio paese piuttosto che per l’immigrazione da fuori. Quasi un terzo (32%) degli intervistati spagnoli ha espresso preoccupazione per l'emigrazione.

Regno Unito: il 44% degli elettori del Regno Unito ha dichiarato che sostenere il partito che meglio riflette la loro opinione sull'UE è una delle motivazioni principali per votare. Si tratta di un punteggio più alto di qualsiasi altro dei più grandi Stati membri dell'UE, dove i valori e i principi rappresentati dai diversi partiti sono stati considerati una motivazione più importante. Tuttavia, l'elettorato britannico in generale ha una visione molto più sfumata sul futuro dell'UE. Ad esempio, alla domanda sulle minacce per l’Europa, i cittadini del Regno Unito sono stati gli unici a mettere il cambiamento climatico al primo posto (19%), seguito dal radicalismo islamico (16%) e dal nazionalismo in Europa (15%). Ma quando è stato chiesto quale istituzione sarebbe stata nella posizione migliore per gestire queste minacce, la risposta più importante (42%) metteva l'UE e le istituzioni britanniche sullo stesso piano di importanza. Solo il 28% preferirebbe che il governo affronti questi temi da solo – il che è paragonabile ai punteggi in Italia e Polonia, non molto più alto che in altri grandi Stati membri.

La risposta alle richieste di cambiamento degli elettori, secondo gli autori del rapporto, sarà quella di superare le sfide di cui sopra e di lavorare sulle singole questioni con i nuovi gruppi politici – compresi quelli che sono stati rafforzati, a livello nazionale, come governo o come opposizione. Nel caso dell'Italia, questo potrebbe significare nuove alleanze con altri partiti di estrema destra, come quelli legati a Marie Le Penn e a Orban.

Questo rapporto ECFR fa parte di un progetto più ampio per comprendere i desideri dell'elettorato europeo e ricalibrare l'offerta dei principali partiti politici. I rapporti precedenti hanno analizzato la composizione del Parlamento europeo, lo sfatamento dei miti elettorali e le emozioni degli elettori.

Per maggiori informazioni: https://ecfr.eu/europeanpower/unlock.

NOTE

1) Gli autori Susi Dennison e Mark Leonard sono a disposizione per commenti e interviste.

2) Il progetto ECFR “Unlock Europe’s majority” è finalizzato a contrastare la crescita dell'antieuropeismo e a dimostrare come i partiti internazionalisti e lungimiranti possano effettivamente mobilitare e attivare le voci moderate in tutta Europa. Il progetto ha una presenza attiva in cinque Stati membri e lavora altri nove paesi dell'UE. Per ulteriori informazioni: https://ecfr.eu/europeanpower/unlock.

3) I paesi coinvolti nei sondaggi condotti da ECFR e YouGov per questo rapporto sono Francia, Germania, Italia, Italia, Polonia, Spagna e Regno Unito.

4) ECFR e YouGov hanno inoltre condotto sondaggi in Austria, Repubblica Ceca, Danimarca, Grecia, Grecia, Ungheria, Paesi Bassi, Romania, Slovacchia e Svezia

5) Tra gli esperti ECFR che lavorano al progetto: Mark Leonard, Susi Dennison, Vessela Tcherneva, Jose Ignacio Torreblanca, Almut Moeller, Josef Janning, Piotr Buras, Manuel Lafont Rapnouil, Susanne Baumann e Pawel Zerka.

6) Per commenti e interviste relative al rapporto o ai sondaggi: Ana Ramic, responsabile della comunicazione [email protected]  +49 (0) 30325055051027

7)Per tutte le altre richieste dei media: David Yorath, Apollo Communications,

[email protected]   +44 (0) 751146777771

ECFR

Lo European Council on Foreign Relations ECFR è un gruppo di riflessione paneuropeo. Lanciato nell'ottobre 2007, il suo obiettivo è fare ricerca e promuovere in tutta Europa un dibattito informato sullo sviluppo di una politica estera coerente ed efficace basata sui valori europei. ECFR è un ente no profit indipendente, finanziato da vari sostenitori. Per maggiori dettagli: www.ecfr.eu/about/donors

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