Brussels hold’em: European cards against Trumpian coercion (riassunto)
Di fronte an aggressivo atteggiamento degli Stati Uniti, l’Europa ha più influenza di quanto si renda conto. In ambito commerciale, tecnologico, infrastrutturale, finanziario e nelle relazioni interpersonali, ha diversi modi per reagire
Secondo un nuovo report di Tobias Gehrke, Senior Policy Fellow dell’European Council on Foreign Relations (ECFR), l’Europa non è affatto impotente di fronte alla nuova aggressione economica dell’amministrazione Trump.
La seconda amministrazione Trump sta sfidando la sovranità, le politiche digitali e i sistemi politici europei, puntando a far leva sulle loro vulnerabilità economiche e tecnologiche. Con la minaccia dei dazi americani puntata sull’Europa, quella di oggi non è solo un’altra disputa commerciale da affrontare: Bruxelles sta entrando in un’era di coercizione economica e di confronto strategico.
Il report Brussels hold’em: European cards against Trumpian coercion fornisce un inventario incisivo del potenziale economico europeo, dettagliando una mappa completa delle possibili opzioni di deterrenza o ritorsione suddivise in cinque aree chiave. Dalle misure commerciali e digitali alle leve finanziarie e infrastrutturali strategiche, questa analisi rivela le “carte” che l’Europa potrebbe giocare per scoraggiare la coercizione americana.
Tobias Gehrke sostiene che l’UE possiede un’influenza economica significativa e sottovalutata per contrastare le minacce dell’amministrazione Trump, sfidando le narrazioni convenzionali sulla vulnerabilità europea.
“Trump crede di poter intimidire l’Europa perché pensa che l’UE non abbia alcuna leva, nessuna ‘carta’. Ma l’Europa non è così indifesa come potrebbe sembrare. È ora che l’Europa porti le sue forze economiche al tavolo”, dice Tobias Gehrke, Senior Policy Fellow di ECFR.
L’Europa deve valutare rapidamente il proprio “mazzo di carte” – le proprie fonti di influenza su Trump e gli Stati Uniti – e imparare a rafforzarlo. Il report delinea modi pratici con cui l’Europa può rispondere strategicamente invece che reagire sulla difensiva.
“L’Europa sta entrando in un momento di contrapposizione economica. Deve riconoscere immediatamente la sua influenza e decidere come usarla al meglio – sia per dissuadere che rispondere qualora necessario”, dice Gehrke.
Punti chiave:
- L’Europa ha un reale potere negoziale economico: Nonostante la posizione aggressiva di Trump, l’Europa ha un significativo potere negoziale, capace di tenere testa alla coercizione economica americana in settori come il commercio, la tecnologia, la finanza, le infrastrutture.
- Ritorsioni doganali: Imporre dazi mirati su prodotti americani politicamente sensibili (ad es. beni agricoli, bourbon), sfruttando punti di pressione senza causare eccessivi danni all’economia europea interna.
- Regolamentazione del settore digitale: Applicare normative più severe, requisiti di trasparenza sugli algoritmi o divieti temporanei contro i giganti tech statunitensi (Meta, Google), colpendo significativamente sulla loro redditività.
- Limitare l’accesso alle infrastrutture critiche: limitare il coinvolgimento degli Stati Uniti in settori critici come i servizi di cloud e le comunicazioni via satellite, richiedendo che la quota di proprietà sia maggioritaria per l’UE, o la memorizzazione locale dei dati.
- Leva finanziaria: coordinare riduzioni delle partecipazioni europee al debito americano o imporre norme più severe di accesso al mercato ai fornitori di servizi finanziari statunitensi, esercitando pressioni sul sistema finanziario degli Stati Uniti.
- Restrizioni all’importazione di energia: introdurre dazi o condizioni sulle importazioni statunitensi di GNL e petrolio greggio, sfruttando la quota significativa delle esportazioni energetiche degli Stati Uniti all’Europa per imporre una pressione economica immediata.
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NOTE AGLI EDITORI:
SULL’AUTORE:
Tobias Gehrke è Senior Policy Fellow presso ECFR. Qui si occupa di geoeconomia, concentrandosi sulla sicurezza economica, la strategia economica europea e la concorrenza tra le grandi potenze nell’economia globale. Prima di entrare in ECFR, Gehrke era Research Fellow presso l’Egmont Royal Institute di Bruxelles. È stato anche Visiting Fellow presso la National University di Singapore, l’Università di Nottingham e l’American German Institute della Johns Hopkins University, Washington DC. Ha conseguito un dottorato in economia politica internazionale presso l’Università di Gand. È possibile visualizzare il suo profilo qui.
RICERCA CONNESSA:
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INTERVISTE:
Gli autori del report sono disponibili per commenti e interviste. Si prega di contattare il team di comunicazione dell’ECFR ([email protected]) per l’organizzazione.
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