Machine politics: Europa e rivoluzione IA

Testo integrale disponibile in
Riassunto disponibile in

I governi stanno cercando di preparare imprese, mercati del lavoro e società alle previste perturbazioni causate dalla rivoluzione dell'intelligenza artificiale.

Ad oggi, sette Stati membri dell'UE hanno pubblicato strategie nazionali per l’IA, così come i paesi della regione nordico-baltica, e almeno altri dieci ci stanno lavorando.

Leggendo i documenti strategici di tre grandi Stati membri dell'UE – Francia, Germania e Italia – e analizzando lo scambio di informazioni dell'UE in materia, è chiaro come in Europa l'importanza geopolitica dell'AI sia ampiamente trascurata.

Gli stati membri dell'UE possono influenzare lo sviluppo globale dell'IA solo se agiscono insieme; cooperando tra loro, gli stati europei potrebbero prevenire la crescita di nazionalismo con riferimento all’IA.

Ci si aspetta che l'intelligenza artificiale diventi vitale per tutto. Essa sta cambiando l'economia, influenzando i modi in cui le persone acquistano, comunicano e conducono ricerche. I governi condividono sempre più spesso questa convinzione e stanno cercando il modo migliore per sostenere le proprie economie nazionali nell’affrontarne l'influenza.

Ma come? Solamente attraverso una strategia nazionale per l’IA.

Come formulare tale strategia? Su cosa dovrebbero concentrarsi i governi? Il nuovo rapporto ECFR Machine politics: Europe and the AI revolution di Ulrike Franke, Policy Fellow di ECFR e Paola Sartori, già Pan-European Fellow di ECFR, valuta le strategie nazionali di IA di Francia e Germania ed i documenti ufficiali pubblicati dall'Italia e dall'UE.

Il rapporto ECFR analizza due temi:

1.Il ruolo della cooperazione europea, in particolare l'enfasi che Francia, Germania e Italia pongono sul lavorare con le istituzioni europee e altri Stati membri per affrontare le sfide poste dall’IA e sfruttarne le opportunità che essa offre.

2. La misura in cui tali strategie affrontano il ruolo dell'IA nella difesa e nella sicurezza. È importante identificare le posizioni dell'Europa – il cui dibattito pubblico sull’IA militare è stato relativamente moderato.

La comprensione di tali sfide e opportunità è fondamentale per definire l'approccio dell'UE all’IA. Se l'UE intende coordinare gli sforzi in Europa e fare dell' “IA etica” il suo principio guida, dovrebbe fare di più per affermare il proprio ruolo. Cosa ancora più importante, l'UE dovrà ribadire con più convinzione come la cooperazione a livello europeo sia un vantaggio per i suoi Stati membri. L'argomento più ovvio a favore della cooperazione è geopolitico: solo insieme, gli Stati europei sono abbastanza grandi e forti da poter influenzare lo sviluppo globale dell'IA.

LE AUTRICI

Ulrike Franke è policy fellow presso ECFR ed analista del progetto ECFR New European Security Initiative. Tra le aree di analisi, la politica di sicurezza tedesca ed europea, il futuro della warfar e l’impatto delle nuove tecnologie come droni ed intelligenza artificiale.

Paola Sartori è Policy Officer (industry engagement) all’Agenzia Europea di Difesa. Precedentemente è stata ricercatrice presso l’Istituto Affari Internazionali e pan-European fellow presso lo European Council on Foreign Relations (ECFR).

ECFR non assume posizioni collettive. Le pubblicazioni di ECFR rappresentano il punto di vista degli autori.