Rompere il ghiaccio: Come un patto navale transatlantico può vincere la corsa per l’Artico

Le navi rompighiaccio sono fondamentali nella competizione per le risorse dell’Artico. Una nuova iniziativa mira a rafforzare le capacità transatlantiche nella costruzione e nell’impiego di queste navi, ma occorre fare di più per contrastare le ambizioni russe e cinesi

Rompighiaccio sull’IJsselmeer all’alba, Paesi Bassi, Ijsselmeer
©

Con il riscaldamento globale che scioglie le calotte polari, l’Artico sta attirando l’interesse delle grandi potenze per le sue vaste riserve di petrolio e di gas, sempre più accessibili, così come per gli ampi depositi di minerali, diventando così una nuova frontiera di competizione geoeconomica globale. Infatti, sia la Russia che la Cina vedono delle opportunità e stanno espandendo le loro capacità per operare nelle regioni polari.

Nel tentativo di competere con questi rivali geoeconomici, il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il Primo Ministro canadese Justin Trudeau e il Presidente finlandese Alexander Stubb hanno recentemente annunciato l’ istituzione dell’Icebreaker Collaboration Effort a margine del 75° Vertice NATO. Il patto, opportunamente rinominato ICE, creerà un quadro di collaborazione per la costruzione di navi rompighiaccio tra i tre Paesi, al fine di aumentare il numero di navi in grado di operare nella regione artica nei prossimi anni. Le navi rompighiaccio sono necessarie per accedere all’area, e con l’apertura di nuove rotte marittime, ICE diventerà sempre più importante. Tuttavia, per poter sfidare seriamente le iniziative cinesi e russe, la firma di questo patto è solo il primo passo.

Levare l’ancora e salpare

Il piano prevede di costruire “70-90 navi nel prossimo decennio”, ma il raggiungimento di questo obiettivo sarà piuttosto complesso. Per avere le migliori possibilità di successo, i firmatari dell’ICE dovrebbero:

  • Ampliare le catene di approvvigionamento e costruzione: Mentre la Russia ha aggiunto due navi rompighiaccio alla sua flotta tra il 2021 e il 2022, gli Stati Uniti hanno costruito l’ultima 47 anni fa. Poiché gli Stati Uniti hanno in programma di riavviare la produzione domestica, la collaborazione con la Finlandia (che possiede cantieri navali per rompighiaccio di prim’ordine) e con il Canada contribuirebbe ad aumentare le capacità di costruzione. A ulteriore sostegno di ciò, i firmatari dell’ICE dovrebbero anche considerare la costruzione di catene di fornitura transnazionali per i diversi componenti e il know-how necessario alla costruzione di queste navi.
  • Colmare il divario attuale condividendo le dotazioni: A causa delle complessità e dei costi di costruzione, la nuova flotta realizzata grazie ad ICE non sarebbe pronta  a salpare per diversi anni, un tempo che l’Occidente non può permettersi in una regione di tale importanza strategica. I membri di ICE dovrebbero dunque sviluppare un sistema di condivisione delle navi esistenti per coprire le rispettive esigenze, qualora le flotte nazionali non fossero sufficienti in un determinato momento.
  • Sviluppare le capacità espandendo il patto: Per potenziare le capacità occidentali di accedere all’Artico e far fronte alla crescente presenza russa e cinese, è opportuno espandere il patto il più possibile. Includere altri membri europei della NATO come Svezia, Norvegia e Danimarca, permetterebbe a ICE di beneficiare di economie di scala e di maggiori competenze e capacità di costruzione, inviando al contempo un messaggio di unità politica quando l’alleanza dovrà affrontare le sfide nell’Artico.

Un asset geoeconomico per l’Europa

ICE offre un’opportunità cruciale agli europei. In un momento in cui gli attori occidentali stanno perdendo gran parte delle loro capacità di costruzione navale a vantaggio della Cina, le navi rompighiaccio sono asset di nicchia destinate a diventare sempre più rilevanti a causa  dello scioglimento delle calotte glaciali. Grazie a ICE, i Paesi europei possono mantenere una leva geoeconomica in un mercato in espansione: l’aumento della cooperazione potrebbe alimentare l’innovazione e permettere all’Europa di soddisfare meglio la crescente domanda di navi polari. Anche se meno futuristiche dei chip o dell’intelligenza artificiale, le navi rompighiaccio saranno un’altra componente della competizione economica e gli europei dovrebbero giocare tutte le carte a disposizione per accrescere le loro capacità.

ECFR non assume posizioni collettive. Le pubblicazioni di ECFR rappresentano il punto di vista degli autori.