European Solidarity Tracker: La solidarietà che c’è sempre stata

Il nuovo tracker di ECFR analizza il raggio di azione della solidarietà espressa in tutta Europa durante la crisi del coronavirus – con risultati che sorprenderanno coloro che sono stati più critici della performance dell’UE durante la crisi.

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Mentre gli europei combattevano la pandemia, la solidarietà è arrivata sotto tante forme diverse. Questa é una delle principali intuizioni dello European Solidarity Tracker di ECFR. Questo nuovo strumento interattivo permette a tutti di visualizzare i vari modi in cui gli europei si sono sostenuti l'un l'altro durante questo periodo ed illustra istanze di solidarietà paneuropea provenienti da tutto il continente tra gli Stati Membri, le istituzioni dell'UE e la società civile europea. Il tracker scompone la “solidarietà” in tutte le sue diverse sembianze. Così facendo, questa analisi fa chiarezza  su quali attori hanno perseguito quali azioni ed in quale preciso momento della diffusione della pandemia in Europa.

Il 27 marzo 2020 è stato il giorno più buio della crisi del coronavirus in Italia: 919 italiani sono morti di covid-19. La maggior parte delle vittime ha probabilmente contratto il virus circa due settimane prima, più o meno nello stesso periodo in cui l'ambasciatore italiano presso l'UE, Maurizio Massari, ha espresso pubblicamente la sua frustrazione per la dissonanza delle restrizioni all'esportazione e delle chiusure delle frontiere. Tali misure erano state adottate in risposta alle precedenti richieste di solidarietà europea del governo italiano in occasione dell'esplosione di infezioni nelle regioni della Lombardia e del Veneto. “È ora che l'Ue vada oltre l'impegno e le consultazioni, deve adottare azioni di emergenza rapide, concrete ed efficaci”, ha dichiarato il 10 marzo.

L'appello di Massari non è stato privo di effetti. Ben presto, infatti, sono cominciati ad arrivare i soccorsi medici d'emergenza e il numero di nuove infezioni giornaliere è cominciato a diminuire. Come dimostra il nostro Tracker, alla fine di maggio, Austria, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia e Svezia hanno inviato in Italia centinaia di migliaia di maschere protettive, squadre di medici professionisti e altre forme di assistenza.

Nelle prime settimane in cui l’Europa è stata esposta al virus, la “solidarietà” era tutta incentrata sul fornire assistenza sanitaria. Non appena i professionisti del settore medico in tutta Europa hanno appreso di più sull'agente patogeno, i responsabili politici sono stati in grado di applicare misure più efficaci e mirate per contenerne la diffusione. Allo stesso tempo, gli effetti economici della crisi sanitaria, dei blocchi e delle restrizioni di viaggio sono diventati dolorosamente evidenti sulle economie europee. Conseguentemente, il significato di “solidarietà” è cambiato. Dopo quattro mesi di crisi, i leader europei invocano ancora la solidarietà ma questa volta in riferimento alla crisi economica e chiedono un piano di ripresa comune: sia la Commissione europea, che Francia e Germania e anche i”quattro frugali” (Austria, Danimarca, Paesi Bassi e Svezia) impostano le loro proposte di ripresa in termini di solidarietà.

Lo European Solidarity Tracker dimostra come i dati sull'irrilevanza dell'UE sono stati notevolmente esagerati. È vero, l'UE non ha un vero e proprio mandato in materia di politica sanitaria pubblica e non ha quindi potuto mettere gli Stati membri nella condizione di dare una risposta comune alla pandemia. E' anche vero che la dichiarazione di marzo della Presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde, secondo cui la BCE non avrebbe chiuso gli spread dei titoli di stato italiani, ha fatto precipitare i mercati azionari europei e ha fatto infuriare gli italiani.

In compenso, però, la Commissione europea ha ricordato rapidamente a Francia, Germania e altri Stati Membri che le loro restrizioni unilaterali all'esportazione di forniture mediche avrebbero ostacolato qualsiasi risposta collettiva europea. Ha inoltre attivato la clausola di salvaguardia generale del Patto di stabilità e crescita, ha posto le basi per la riassegnazione dei fondi strutturali e ha adottato il Quadro di riferimento temporaneo per le misure di aiuto di Stato. Queste misure hanno permesso agli Stati membri di distanziarsi dai rigidi requisiti di bilancio e di far leva su fondi aggiuntivi per rispondere alla crisi. Nonostante ciò, però, continuava a persistere una delusione generale sulla reazione iniziale dell’UE.

Occorrenze come le “scuse sentite” offerte dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ai cittadini dell'UE, sono piuttosto rare in politica. Inspirandosi allo “stare in piedi insieme – con empatia, umiltà e umanità”, la Von der Leyen si è impegnata ad assumere un ruolo più proattivo nel plasmare e coordinare la risposta europea alla crisi del coronavirus. La sua recente proposta di ripresa economica da 750 miliardi di euro ne è un esempio. L'UE ha piani ambiziosi: “Un accordo sul Fondo di ripresa e sul QFP aprirà la strada alla ripresa economica europea e rafforzerà le transizioni verdi e digitali”.

Un'altra conclusione chiave che emerge dai risultati nel nostro Tracker, è che la solidarietà europea nella crisi del coronavirus è stata un fenomeno a tutto tondo. L'attenzione ricevuta è spesso correlata all'influenza goduta – gli stati membri più piccoli e la società civile tendono ad apparire in maniera marginale nella maggior parte delle storie sulla politica europea. Questa volta, però, il tracker dimostra che le cose sono andate diversamente.

L'Estonia e la Lituania hanno inviato diverse tonnellate di dispositivi di protezione personale e di disinfettante medico in Spagna e in Italia attraverso il Centro di coordinamento euro-atlantico per la risposta ai disastri della NATO. Il Lussemburgo è stato il primo Stato membro dell'UE ad accogliere i bambini non accompagnati provenienti dai focolai del virus dei campi profughi sovraffollati della Grecia. Un ufficiale militare belga ha partecipato all'operazione “Résilience” a bordo della portaerei francese LHD Mistral nella missione di assistenza alle autorità locali nell'Oceano Indiano nella lotta contro la pandemia fino a luglio. Il Portogallo, su richiesta del governo del Lussemburgo, ha in programma l'invio di 15 insegnanti di lingua per sostenere i colleghi fino alla fine dell'anno e facilitare la riapertura delle scuole elementari in Lussemburgo. Anche l'Ungheria ha fatto notizia: ha consegnato ingenti quantità di dispositivi di protezione personale ai Paesi vicini, anche se la maggior parte di essi è stata indirizzata alle comunità di etnia ungherese, ricevendo quindi la condanna per “discriminazione etnica” da parte dei rumeni e rivelando la strumentalizzazione della solidarietà a fini politici.

Inoltre, per molti europei, la solidarietà è stata una questione profondamente personale. Per risollevare lo spirito dei loro vicini, gli italiani sono saliti sui loro balconi per suonare e cantare insieme canzoni. In segno di solidarietà, molti  cittadini in tutta Europa, tra cui un gruppo di tedeschi a Bamberga, hanno suonato le loro versioni di “Bella Ciao”. Il pioniere ceco della stampa 3D Josef Prusa ha sviluppato un progetto open-source per una visiera in 3D – la visiera viene ora fabbricata da produttori in tutta Europa a sostegno dei professionisti del settore medico. Ed, infine, un consorzio di start-up baltiche, sostenute da Commissione Europea, SpaceX e altri, ha ospitato un hackathon globale per ideare soluzioni creative e pratiche ai problemi emersi dalla pandemia.

ECFR continuerà a studiare la risposta degli europei alla crisi del coronavirus. Fino a settembre, aggiorneremo lo European Solidarity Tracker, aggiungeremo nuovi atti e dichiarazioni di solidarietà e perfezioneremo la nostra comprensione del discorso pubblico in tutta Europa. Per saperne di più su come definiamo la “solidarietà”, su come potete usare lo strumento da soli e su come contribuire alla crescente banca dati sulla solidarietà europea, visitate il sito web del progetto.

Lo European Solidarity Tracker fa parte del progetto di raccolta dati Rethink: Europe di ECFR, finanziato da Stiftung Mercator.

ECFR non assume posizioni collettive. Le pubblicazioni di ECFR rappresentano il punto di vista degli autori.