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IL MONDO OGGI

Riassunto geopolitico della giornata, con analisi e link per approfondire e ricostruire il contesto.

Bombardamenti russi in Siria, il ruolo dell'Italia in Libia e le altre notizie di oggi

a cura di Niccolò Locatelli
Pubblicato il Aggiornato il
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La Russia bombarda in Siria - ma chi?

Dopo l'incontro all'Onu tra Putin e Obama poco prima del vertice tra il ministro degli Esteri russo Lavrov e il suo omologo statunitenese John Kerry, sono iniziati i bombardamenti aerei di Mosca in Siria. Contro lo Stato Islamico, dicono dal Cremlino. Contro i ribelli siriani in generale, dicono altri, tra cui il ministro degli Esteri francese Fabius. Escluso l'invio di truppe di terra russe.

Un attacco russo a tutti i ribelli farebbe doppiamente comodo ad al-Asad: indebolirebbe il fronte armato a lui ostile e alimenterebbe la narrativa dell'opposizione al terrorismo, anche perché se lo Stato Islamico viene risparmiato può avanzare a discapito dei 'moderati'.

"A poche ore dall’incontro Putin-Obama, Mosca sgancia le prime bombe in terra siriana. A guidare i suoi caccia piloti locali coordinati dal centro informativo allestito a Baghdad. Inizia così l’avventura nel paese mediorientale, per quella che il capo del Cremlino definisce un’operazione a tempo per liquidare i terroristi dell’Is, e forse non solo. Sta di fatto che la Russia entra ufficialmente in gioco in un campo molto complicato e pericoloso, con possibili ripercussioni anche nelle sue regioni caucasiche, patria dei jihadisti giunti in Siria per combattere contro al-Asad", ci scrive Mauro De Bonis.

Le zone colpite (Afp)

Per approfondire:

Vecchie e nuove priorità di Putin in Siria di M. De Bonis

Le grandi manovre attorno alla Siria, con un commento di Lorenzo Trombetta


L'Italia è pronta ad assumere un ruolo guida in Libia, ha annunciato all'Onu Matteo Renzi.

"
La disponibilitá italiana a guidare una missione di stabilizzazione in Libia non era un mistero, ma dopo le parole di Renzi i suoi contorni sono piú chiari: c'è solo nel caso di accordo tra le varie fazioni nei negoziati condotti dall'inviato speciale dell'Onu León e che avranno in questa Assemblea Generale un passaggio importante. È lecito pensare che Renzi ne abbia discusso anche nel bilaterale con al-Sisi: l’Egitto è cruciale perché di fatto il governo libico di Tobruk segue le indicazioni che vengono dal Cairo. Se il presidente egiziano dirà che non c’è un piano alternativo all’accordo mediato da León avremo uno scenario. Al-Sisi potrebbe però replicare la strategia adottata nell’ultima riunione della Lega Araba e cercare di far passare la linea che Tobruk sarebbe rimasto il governo libico riconosciuto internazionalmente anche senza l'accordo. In tal caso l’Italia rimarrebbe col cerino in mano e senza un governo libico con cui affrontare credibilmente la questione dell'immigrazione e la minaccia dello Stato Islamico", ci scrive Mattia Toaldo.

Per approfondire:

Come è (im)possibile sbarcare di nuovo sulla Quarta Sponda, di G. Gaiani

Guida al labirinto libico per evitare di farvi sciocchezze, di M. Toaldo


Nepal, la Costituzione che fa arrabbiare l'India

L’approvazione di una nuova Costituzione di impianto laico ha scatenato le proteste degli oppositori induisti, sfociate in alcuni episodi di stampo terroristico. L’India ha palesato la sua contrarietà al governo di Katmandu, che a sua volta ha accusato Delhi di aver organizzato un embargo economico non dichiarato contro il piccolo paese himalayano.

"Pushpa Kamal Dahal, l'ex-compagno Prachanda di guerrigliera memoria ora più grigiamente a capo del terzo partito nepalese, l'Unified Communist Party of Nepal (Maoist), ha definito l'approvazione della prima Costituzione nepalese “un evento storico... il Nepal adesso è una Repubblica federale laica”. Per approvarla, con 507 voti favorevoli e 25 contrari, ci sono voluti quasi dieci anni e un numero infinito di trattative e di 'inciuci' politici a volte ai limiti dell'indecenza. La popolazione non ha però reagito con l'universale giubilo che il buon Prachanda sembrava aspettarsi: le minoranze madhese e tharu sono scese in piazza bruciando copie della Carta, mentre il partito induista chiede a gran voce il ritorno della monarchia e il ripristino dell'hindu come religione ufficiale dello Stato. Pessima la ricezione anche in India: qui giornali e analisti si occupavano da un pezzo dei lavori dell'assemblea costituente, suggerendo una serie di 'cambiamenti tecnici' male accolti dalla politica nepalese, che non ha dimenticato il ruolo di Delhi nel portare in parlamento Prachanda e compagni. Con quella mossa è certamente terminata una sanguinosa guerra civile, ma sono stati scalzati alleati vecchi e nuovi, nonché la monarchia induista che aveva regnato per secoli sulla neonata repubblica. La tensione tra Kathmandu e l'India, fatta al momento di musi lunghi e gelo diplomatico, finirà comunque in una bolla di sapone: mantenersi in buoni rapporti con Delhi è difatti l'unico modo per il Nepal per non finire stritolato dai vicini cinesi", ci scrive Francesca Marino.

Per approfondire:

Il grande gioco nel Nepal, di S. Trippodo

La fine di Cindia, venti di guerra al confine, di B. Natale


Gli scontri settari nella Repubblica Centrafricana sono i più gravi da quando le milizie islamiche Seleka hanno lasciato il potere nel gennaio 2014. La presidente ad interim Catherine Samba-Panza è stata costretta al rientro anticipato dall’Assemblea Generale dell’Onu.

"La tensione  a Bangui è di nuovo altissima. Dopo il brutale omicidio di un tassista musulmano attribuito alle milizie anti-balaka, centinaia di persone hanno bloccato le strade della capitale. I caschi blu della missione Minusca sono dovuti intervenire per disperdere la folla che marciava verso il palazzo presidenziale per chiedere le dimissioni di Samba-Panza, uccidendo tre manifestanti. Si ritiene che ci sia qualche 'personalità' interessata a soverchiare le autorità di transizione e potrebbe aver scatenato le rivolte per sobillare la popolazione, che ha già manifestato una grande stanchezza nei confronti del governo e dell'Onu. A fronte del probabile rinvio delle elezioni presidenziali, appare inevitabile il rischio della ripresa del conflitto civile e concreta la possibilità di un rinvio della visita del papa, prevista per fine novembre", ci scrive Antonella Napoli.

Per approfondire:

La Repubblica Centrafricana non deve essere il nuovo Ruanda, di M. Oppizzi


L'unione dei mercati di capitali è stata presentata oggi a Bruxelles dal commissario europeo ai servizi finanziari, l'inglese Jonathan Hill.

"I mercati finanziari europei (azioni e obbligazioni private) sono meno sviluppati di quelli statunitensi. In Europa il credito bancario pesa infatti molto di più. Non è detto che un elevato peso del credito bancario sia un male, ma se le imprese medie e piccole potessero facilmente raccogliere capitali in campo azionario e obbligazionario si potrebbe avere un incentivo per fondare nuove imprese e a sviluppare quelle già nate. Perciò avere delle regole comuni per un mercato comune - grande e “liquido” - potrebbe essere una mossa utile.

La vicenda del mercato unico non va giudicata solo dal punto di vista delle imprese, ma anche da quello degli investimenti finanziari. Con i rendimenti compressi sui titoli del debito pubblico che si hanno (la media dei rendimenti in Europa è inferiore sui titoli decennali al 2%), il risparmio è ben poco remunerato. Le azioni delle società maggiori non bilanciano il basso rendimento dei titoli di Stato, perché se il risparmio andasse copiosamente solo verso queste ultime le loro quotazioni si gonfierebbero. Perciò aprire un nuovo mercato per le piccole e le medie imprese favorisce sia le imprese sia la remunerazione del risparmio", ci scrive Giorgio Arfaras.


Limes Bonus

Edward Snowden è arrivato su twitter e curerà personalmente il suo account.


Parole

"Le dispute regionali sono dovute a differenze politiche tra arabi e iraniani, non a una frattura tra sunniti e sciiti. Possono essere risolte con il dialogo, partendo da un accordo sulla non interferenza negli affari domestici tra l'Iran e i paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo. [...] Siamo pronti a ospitare questo dialogo in Qatar" - Tammim bin Hamad al-Thani, emiro del Qatar


Aggiornamenti

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A riprova del nerbo che il governo di Madrid vuole continuare a mostrare in Catalogna, tra due settimane Artur Mas e due altri dirigenti saranno sentiti dal tribunale regionale come imputati per aver organizzato lo scorso novembre il referendum consultivo sull’indipendenza. In caso di condanna rischiano l’interdizione da ogni carica pubblica", scrive oggi su Limesonline Riccardo Pennisi.


Anniversari geopolitici del 30 settembre

1382 Dedizione di Trieste all'Austria

1938 Conferenza di Monaco

1946 Prime condanne al processo di Norimberga

2011 Un drone americano uccide al-Awlaki

Ha collaborato Federico Petroni. Carta di Laura Canali animata da Marco Terzoni.