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Iraq, bombardata base militare, un morto e otto feriti

Mattia Toaldo: "Non saranno le bombe a fermare l'Is"

L'analista: "Un intervento prematuro rischierebbe di distruggere il processo politico e farebbe gioco ai jihadisti"

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"La cosa davvero preoccupante è la superficialità che emerge in alcuni atteggiamenti europei, come spingere irresponsabilmente per un attacco militare dall'aria senza aspettare un governo libico, senza attendere che ci sia una forma di coordinamento fra i libici per combattere l'Is". Mattia Toaldo, analista sulla Libia dell'European Council on Foreign Relations a Londra, segue in tempo reale l'evoluzione militare e politica nel paese che fu di Muhammar Gheddafi.

Perché è pericoloso anticipare l'intervento?
"Perché l'impazienza può portare a reazioni completamente irragionevoli. Come si fa a credere di poter fermare l'Is in Libia soltanto con un po' di bombardamenti? Attacchi aerei senza truppe a terra sono controproducenti, perché distruggono il processo politico unitario in corso e fanno il solletico ai jihadisti. L'Is in Libia devono sconfiggerlo i libici, non c'è alternativa".

La sparatoria contro il convoglio del premier Serraj è un brutto segnale, non crede?
"No, è una conferma del caos politico e militare in Libia, ma al contrario Serraj ha dato un segnale forte, coraggioso, decidendo di spostarsi da Tunisi a Zlitan per andare a omaggiare le famiglie le vittime dell'attentato alla scuola militare. A Zlitan il premier è stato accolto con gratitudine. E secondo le mie informazioni domani (oggi per chi legge, ndr) il premier farà un altro viaggio in Libia per confermare che ha intenzione di entrare nel Paese appena ci sarà accordo sui ministri. Certo, dovrà organizzare meglio i suoi movimenti e i rapporti con le varie milizie. Ha molti avversari che vedono le loro rendite sfumare. Al presidente del Parlamento di Tripoli Abu Sahmin non è stato permesso accedere alla cerimonia di commemorazione: è ipotizzabile che suoi simpatizzanti armati abbiano reagito. Ma la stragrande maggioranza dei libici vuole il governo di unità nazionale ".

Nel frattempo in Cirenaica, l'Is è all'offensiva.
"Ma anche lì c'è una novità: Jadran, il capo delle Guardie Petrolifere, una milizia nella regione del petrolio, si è alleato con le milizie di Misurata, visto che il generale Haftar gli creava problemi nell'offensiva contro l'Is ad Agedabia e in quell'area. Vuol dire che altre alleanze tattiche sono nate fra Est e Ovest, e soprattutto che le Guardie Petrolifere hanno reagito contro l'Is mentre molti vedevano un gioco sotterraneo fra Jadran e gli uomini del califfo. Il caos è grande, ma continuamente ci sono opportunità e possibilità per lavorare ".