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Banca per l'export e sanzioni: le armi della Ue per difendersi dalla Cina

(reuters)
Le dieci mosse dell'Europa per rispondere all'aggressività commerciale di Pechino in uno studio del prestigioso think tank Ecfr. Con un occhio anche a Russia e Stati Uniti 
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BRUXELLES - Dieci mosse per difendere la sovranità dell'Unione europea dalla coercizione economica praticata da Cina, Stati Uniti e Russia. La suggestione arriva dal rapporto pubblicato oggi da un gruppo di alto livello dello "European Council on Foreign Relations"(Ecfr), prestigioso think tank che tra le sue fila annovera 19 primi ministri, 26 ministri degli Esteri e 4 commissari europei. Alcune delle iniziative proposte sono già da tempo delle istituzioni europee, altre sono invece completamente nuove.
 
Il rapporto è intitolato "Proteggere l'Europa dalla coercizione economica" e guarda in particolare a Stati Uniti e Cina. Il suo autore, Jonathan Hackenbroich, ricorda che è meglio risolvere i problemi attraverso un dialogo efficace con gli interlocutori esterni, ma sottolinea che allo stesso tempo "dobbiamo essere preparati a esplorare opzioni più dure per difendere il commercio libero ed equo". Parla di "deterrenti per incentivare la cooperazione ed evitare ulteriori escalation". 
 
Tra le misure proposte dell'Ecfr, il lancio di una Banca europea per l'export che permetta alle aziende europee di sfuggire alla centralità del dollaro. Si suggerisce anche di introdurre uno strumento europeo di equa concorrenza capace di riequilibrare i costi sostenuti dalle aziende del Continente per competere con quelle che ricevono aiuti di stato nei paesi terzi.
 
Si passa alla proposta di creare un ufficio europeo per la resilienza nei confronti della coercizione economica: servirebbe a fornire alle imprese un interlocutore che possa raccogliere competenze, coordinare gli sforzi di resilienza europei e avvertire in anticipo i governi e le industrie in caso di coercizione economica.
 
Una successiva proposta mira a mettere fine al trasferimento forzoso dei dati sensibili che le aziende europee stanno subendo da parte delle autorità straniere con effetti negativi sugli interessi economici, sulla sovranità e sull'autonomia strategica dell'Unione. Per rimediare a questa soluzione, il rapporto propone due opzioni: negoziare accordi reciproci sulla gestione trasparente dei trasferimenti di dati o, se questo non fosse possibile, creare un'autorità europea per proteggere le aziende richiedendo l'approvazione del trasferimento dei dati sensibili a paesi terzi. Un modo per dare supporto - quasi uno scudo - alle imprese in caso di pressioni da parte di autorità straniere.
 
L'Ecfr propone poi uno strumento europeo di difesa collettiva che permetta alla Commissione Ue di adottare unilateralmente contromisure contro la coercizione economica in linea con il diritto internazionale, ad esempio restrizioni agli scambi di servizi o ai flussi di dati verso paesi terzi.
 
Spazio anche alle sanzioni, visto che gli Stati membri spesso fanno fatica a trovare un modo per rispondere quando paesi terzi, come Cina e Stati Uniti, ricorrono a sanzioni per punire individui e organizzazioni. Il rapporto esplora la possibilità di utilizzare sanzioni personali, inclusi divieti di viaggio, congelamento dei beni e divieti di risorse economiche, come uno strumento di reciprocità che non è uno strumento di politica commerciale.
 
Si passa alla creazione dell'euro digitale in quanto Cina e Usa con lo sviluppo di nuovi sistemi di pagamento cercheranno di portare i partner nella loro rete di pagamento per sfruttarne gli effetti e ottenere ancora più informazioni sulle transazioni. In risposta, la Bce dovrebbe creare un'infrastruttura di pagamento per l'euro digitale. Ciò ridurrebbe il rischio di una divulgazione completa dei dati sulle transazioni. L'euro digitale, quindi, potrebbe aumentare la sovranità dell'Europa nei sistemi di pagamento e ridurne la dipendenza dalle reti di pagamento estere, con l'obiettivo di rafforzare la resilienza delle relazioni commerciali europee alle sanzioni.