Firenze, 9 maggio 2012 - Per due giorni Firenze capitale europea: è iniziata oggi la Conferenza "The State of the Union", che ha luogo oggi e domani nello storico salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. La Conferenza internazionale, nella sua seconda edizione, farà il punto sulla crisi economica che sta attanagliando l'Unione europea. Tra gli ospiti il presidente del Consiglio Mario Monti e il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso, che concluderà alle 18 la prima giornata della conferenza.

I lavori sono stati aperti dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi e dai saluti del sindaco di Firenze, Matteo Renzi, che ha affermato: "Riflettere sul significato profondo dell'Unione europea - ha affermato il sindaco Renzi - è quanto di più attuale possa esserci oggi. Abbiamo l'euro in tasca, ma non ancora l'Europa nel cuore. Su questo ci confronteremo a Firenze, che per due giorni sarà la capitale d'Europa". “Siamo lieti - ha continuato Renzi - che anche quest’anno Firenze ospiti la Conferenza sullo Stato dell’Unione e inviti per due giorni al confronto su temi cruciali per il nostro futuro, quali la politica energetica, il problema europeo di una governance comune, la crisi economica e finanziaria che ancora mostra i suoi pesanti effetti sull’occupazione. Sarà un’occasione preziosa, anche grazie alla presenza di ospiti ed esperti autorevoli e all’insostituibile ruolo dell’Istituto universitario europeo, per sentire l’Europa non un’entità astratta e distante e capire come le politiche europee ci riguardino invece da vicino e sempre di più lo faranno nei prossimi anni”.

IL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE NAPOLITANO - "Desidero rivolgere i miei più calorosi saluti alle illustri Autorità nazionali e europee e a tutti i partecipanti, in modo particolare ai molti giovani presenti, alla Conferenza in occasione della Festa dell'Europa. La crisi dell'eurozona ha condotto le istituzioni europee e i governi degli stati membri a spostare in avanti le frontiere delle decisioni e responsabilità comuni. Ma l'avanzamento del processo di integrazione non si può fermare alla sfera delle politiche di bilancio per fini di consolidamento fiscale e di stabilizzazione finanziaria. Esso deve mirare a promuovere convergenze tra le economie, prospettive di rinnovata, più intensa e sostenibile crescita su scala europea".

"E tutto ciò richiede - ha proseguito il Presidente Napolitano - il superamento di ogni remora allo sviluppo dell'unione politica, assicurandone anche le indispensabili basi istituzionali. Sessantadue anni fa la forza dell'ideale europeo e una visione lungimirante dei destini del nostro continente indussero un gruppo di illuminati statisti a dichiarare la nascita del progetto di integrazione. Oggi è la forza delle cose, degli stessi progressi già compiuti su quella strada e dei radicali mutamenti intervenuti nel quadro mondiale, a porci l'imperativo di un balzo in avanti dell'Europa unita, secondo l'originaria ispirazione democratica e federale. È questa la sola alternativa a una drammatica perdita di rilevanza di ogni nostro singolo paese e del nostro continente nel suo insieme".

GLI INTERVENTI

MONTEZEMOLO - "Senza la crescita in Europa vincerà il populismo e i nazionalismi di ritorno. La macchina della crescita può essere rimessa in moto con le riforme". Ha detto il presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo. Montezemolo, intervenendo nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio davanti al premier Mario Monti, ha insistito sul fatto che "la prospettiva non può essere solo quella dei sacrifici: c'è bisogno della crescita, dell'apertura del mercato europeo abbattendo le barriere che ci sono ancora. Occorre più Europa contro la crisi e non più barriere". Non a caso, ha insistito Montezemolo, "la crisi europea nasce dalla latitanza delle
riforme".

MONTI - Mario Monti torna a criticare i governi passati, ma stavolta precisa di parlare di quelli di
''decadi fa''. Nel suo intervento allo 'Stato dell'Unione' organizzato dall'Universita' europea, il premier ha
ricordato che ''le generazioni attuali di italiani, ma anche di tanti altri Paesi, stanno pagando il prezzo del comportamento dei governi di tanti, tanti anni fa, decadi fa - ha sottolineato parlando in inglese - che pensavano di fare qualcosa di molto onorevole dal punto di vista morale accontentando tutti, ma nella realta' privavano le attuali giovani generazioni della possibilita' di trovare un lavoro''.    "Il nostro governo è convinto della qualità e della virtu della disciplina di bilancio tanto che abbiamo l'obiettivo di raggiungere la parità di bilancio già nel 2013 prima di altri stati membri dell'Ue".


La Conferenza è stata presentata anche da Pasquale Ferrara, segretario generale dell’European University Institute (EUI), Elena Carletti, academic adviser della sessione 1 “Economic Governance for Europe”, e Jean-Micheal Glachant, coordinatore per la sessione 3 “EU Energy Policy”, da Giampiero Maracchi, vicepresidente dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e Giuseppe Morbidelli, neo presidente della Banca CR Firenze.

L'evento è stato organizzato dall'Istituto Universitario Europeo, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero degli Affari Esteri, del Ministro per gli Affari Europei e la Commissione Europea – Rappresentanza in Italia, grazie al sostegno del Comune di Firenze, della Regione Toscana, dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e della Banca CR Firenze e prevede la partecipazione anche di Olli Rehn, vice presidente della Commissione europea e commissario per gli Affari Economici e Monetari, e Michel Barnier, commissario per il Mercato Interno ed i Servizi della Commissione Europea. Interverranno anche Tony Barber (Europe Editor Financial Times), Jean-François Cirelli (presidente Eurogas e presidente Gaz de France-Suez), Fulvio Conti (Ceo Enel), Barry Eichengreen (professore di Economia e Scienza Politica UC Berkeley), Mark Leonard (direttore European Council on Foreign Relations), Philip Lowe (direttore generale Commissione Europea DG Energy), Luca Cordero di Montezemolo (presidente Ferrari), Anne-Marie Slaughter (professore di Politica e Affari Internazionali Princeton University), e Javier Solana (ex Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera e di Sicurezza Comune).

Lo scopo della Conferenza, spiega l'Istituto Universitario Europeo, è quello di riunire insieme personalità di alto profilo rappresentanti le istituzioni europee e nazionali e il mondo accademico ed economico, per dar vita ad un dibattito sullo sviluppo e il futuro dell'Unione europea.

Tutti l'evento sarà trasmesso in diretta streaming su http://stateoftheunion.eui.eu. E' possibile inoltre seguire l'evento su twitter attraverso l'hashtag #SoU2012.

L’appuntamento è suddiviso in tre diverse sessioni articolate su due giornate.
Ecco il programma completo:

9 MAGGIO
9.30 - 13.00, SESSION 1: UNA GOVERNANCE ECONOMICA PER L’UNIONE EUROPEA
Negli ultimi due anni una grave crisi dei debiti sovrani sta minacciando continuamente l’esistenza dell’Eurozona. I legislatori promettono di compiere ogni sforzo per far cessare la crisi, ma la situazione continua a peggiorare. Decisioni di estesa portata sono già state prese (riforma del Patto di Crescita e Stabilità, la creazione e il successivo ampliamento dell’EFSF, l’insediamento dell’ESM, etc.), tuttavia, al momento le azioni intraprese appaiono ancora insufficienti per fermare la crisi. Esiste un largo consenso attorno all’idea di riformare sostanzialmente l’intera governance dell’Eurozona riducendone così la fragilità e assicurandone contemporaneamente la sopravvivenza.
Come esattamente dovrebbe essere cambiata la governance dell’Eurozona? Quale il ruolo della BCE nella nuova governance? In che modo dovrebbe essere strutturato il Fondo Monetario Europeo? Quale la natura dell’unione di bilancio necessaria a sostenere l’Eurozona? Queste sono solo alcune delle domande che saranno affrontate nella discussione da relatori di alto livello.

La Professoressa Elena Carletti, docente di Economia all’EUI, è l’academic adviser della sessione ed i due panel saranno moderati da Tony Barber Europe Editor, Financial Times e Alessandro Plateroti Vice-Direttore, Il Sole 24 Ore.
Tra i relatori: Olli Rehn, Vice Presidente, Commissario per gli Affari Economici e Monetari, Commissione Europea; Michel Barnier, Commissario per il Mercato Interno e i Servizi, Commissione Europea; Fulvio Conti, CEO, Enel; Barry Eichengreen, Professore di Economia e Scienza Politica, UC Berkeley; Luca Cordero di Montezemolo, Presidente, Ferrari S.p.a.

14.30 – 18.00, SESSION 2: L’UE IN UN NUOVO MONDO
L’integrazione comunitaria è da sempre vista sia come un esempio di globalizzazione che come una risposta alle sue sfide. Per alcuni, essa incarna molte delle promesse e delle paure che la stessa globalizzazione ha contribuito a generare, fornendo altresì un vero case study per possibili sviluppi globali. Per altri, è un processo sostanzialmente unico che non può essere esportato a livello globale benché sia destinato a svolgere un ruolo fondamentale per il mondo intero.
Queste sono due delle dimensioni tradizionali delle relazioni tra Europa e globalizzazione delle quali questa sessione si occuperà dalla prospettiva delle “potenze emergenti” concentrandosi inoltre sulla crisi finanziaria. Quali sono le aspettative che le nuove potenze nutrono nei confronti dell’UE? In che modo la crisi economica dell’Europa contribuisce a modificare le relazioni esistenti nel mondo? L’UE è considerata come un valido modello d’integrazione in altri parti del mondo ed esso si è trasformato in seguito alla crisi attuale? Come l’Europa dovrebbe plasmare le proprie relazioni con le potenze emergenti? Ed infine, come tutto questo influenzerà le classiche relazioni tra Europa e Stati Uniti? Queste sono alcune degli interrogativi che saranno discussi durante la sessione.

Il Professore di Legge (EUI) Miguel Poiares Maduro è l’academic adviser della session ed i panels saranno moderati da David Tweed, Europe Editor, Bloomberg Television e Quentin Peel, Corrispondente da Berlino, Financial Times.
Tra gli speakers: Mark Leonard, Direttore, European Council on Foreign Relations; Anne-Marie Slaughter, Professore di Politica ed Affari Internazionali, Princeton University e già Direttore del Policy Planning per il Dipartimento di Stato Statunitense e Javier Solana, Presidente di ESADEgeo ed ex Rappresentante UE per la Politica Estera e di Sicurezza Comune.

10 MAGGIO
8.45 – 18.15, SESSION 3: LA POLITICA ENERGETICA NELL’UNIONE EUROPEA
L’Unione europea si trova ora ad un punto cruciale per la sua politica energetica. L’obiettivo prioritario è il completamento del mercato interno dell’energia entro il 2014. Se ne parla fin dal 1990 ma la prima legge europea risale solo al 1996. Perché c’è voluto così tanto? E cosa possono aspettarsi i cittadini europei da questo mercato? Prezzi più bassi? Forse più stabili? Migliori approvvigionamenti? Un’armonizzazione delle condizioni energetiche in Europa? Allo stesso tempo, già dal 2007 – grazie alla Presidenza tedesca dell’UE – quella del cambiamento climatico è diventata una questione sempre più pressante nell’agenda europea; attualmente gli strumenti utilizzati per ridurre le emissioni di gas ad effetto serra sono tre: tassare l’inquinamento tramite i permessi di emissione (EU ETS), promuovere le energie rinnovabili tramite tariffe feed-in e ridurre il consumo di energia attraverso misure di efficienza energetica. Questi strumenti funzionano? E se sì, qual è il migliore per attenuare il cambiamento climatico? O forse c’è bisogno di tutti e tre per raggiungere lo scopo? Un’Europa in piena recessione può davvero permettersi una politica sul cambiamento climatico che sia autonoma ed indipendente? La sicurezza degli approvvigionamenti, poi, è un’altra questione chiave nel panorama europeo: l’Unione produce sempre meno combustibili fossili (petrolio, carbone e gas naturale), e ne importa in quantità sempre maggiore. Sviluppare un’energia verde potrebbe richiedere almeno quarant’anni. Nel frattempo, l’UE riceverà abbastanza energia al momento e al posto giusti? I paesi produttori e i paesi di transito investiranno in quantità e in tempi conformi ai nostri bisogni? Lo stoccaggio energetico rimarrà a livello nazionale o riusciremo ad averne uno a livello europeo? Gli Stati Membri dovrebbero proteggersi e aiutarsi a vicenda in caso di danni naturali o da parte di paesi terzi? Saremmo più forti se uniti a livello europeo? A partire dal 2004-2007, l’UE ha costruito un nuovo concetto di politica comune: la politica energetica “europea”; tuttavia, quella energetica è sempre rimasta piuttosto una “questione sovrana”, nazionale. Quello che affermiamo è che la politica energetica a livello europeo si fonda su tre pilastri: il completamento del mercato interno, l’attenuazione del cambiamento climatico e la sicurezza degli approvvigionamenti. Ma questo corrisponde alla realtà? Di fatto, il nostro mercato interno aumenta o riduce la sicurezza energetica? Le nostre politiche sul cambiamento climatico rafforzano o indeboliscono il mercato interno? La necessità di una sicurezza degli approvvigionamenti è più compatibile con un maggiore utilizzo di energie rinnovabili o piuttosto con una diminuzione degli accordi con i nostri ricchi “vicini energetici”? Per rispondere a tutte queste domande il 10 maggio la State of the Union ospiterà un gruppo d’esperti e decision-makers di prim’ordine provenienti dalla Commissione europea, dall'Agenzia Internazionale dell'Energia, dalle compagnie e dal mondo accademico.

Jean-Michel Glachant, Direttore della Florence School of Regulation (EUI), è il coordinator accademico della sessione. Tra i moderatori: Claude Mandil, ex Direttore, International Energy Agency, Denny Ellerman, Loyola de Palacio Climate Policy Research Unit EUI, Leigh Hancher, Professore, Tilburg University e Simon Wright, The Economist.
Tra gli altri relatori: Jürgen Groβmann, CEO, RWE; Daniel Dobbeni, CEO, Elia e Presidente, ENTSO-E; Philip Lowe, Direttore Generale, Commissione Europea – DG Energy; Jos Delbeke, Direttore Generale, Commissione Europea – DG Climate Change; Alberto Pototschnig, Direttore, ACER.