Sicurezza sanitaria e multilateralismo rafforzato: l’agenda globale del G20 italiano

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il premier italiano Mario Draghi a Roma, in occasione del Global Health Summit. EPA-EFE/ROBERTO MONALDO/ LAPRESSE/ POOL

Il Global Health Summit ha reso Roma protagonista di un’azione non solo esclusivamente europea, ma stavolta in chiave multilaterale rafforzata (approfittando anche del rilancio delle relazioni transatlantiche con Biden).

Il dirottamento del volo Ryanair Atene-Vilnius e l’arresto del dissidente Raman Protasevich da parte del regime bielorusso hanno dominato l’agenda della scorsa settimana, con Europa e Stati Uniti agire decisi nella condanna della violazione dei diritti umani e del diritto aereo.

Si è trattato di una condanna condivisa che, in attesa di stabilire quali passi ed azioni compiere, include la questione di come gestire un interlocutore che si ritiene impune e legittimato a violare norme e leggi internazionali; di come non colpire ulteriormente la società civile e la popolazione bielorussa in protesta; di come non destabilizzare un’economia bielorussa in forte crisi. E di come inserire la Russia in tale scenario e quali azioni compiere al fine di evitare un coinvolgimento di Mosca, già target di diversi provvedimenti Ue ed americani e protagonista di diverse crisi che riguardano direttamente le relazioni Ue-Russia-Stati Uniti come dossier chiave del vicinato orientale dell’Europa.

Nell’era della presidenza Biden, il coinvolgimento degli Stati Uniti in dossier chiave per l’Europa appare ad oggi rafforzato, con l’eccezione della regione MENA in cui la politica statunitense si muove ancora cautamente, e della Cina per cui Washington ha un dossier esclusivo. Da Nord Stream 2 alla Turchia, Biden sembra oggi intenzionato a voler utilizzare il canale transatlantico per la difficile gestione delle grandi potenze.

Global Health Summit, Draghi: “Dobbiamo vaccinare in fretta tutto il mondo”

Venerdì 21 maggio a Roma si sono riuniti virtualmente numerosi leader mondiali, esperti e rappresentanti di istituzioni per partecipare al Global Health Summit, organizzato nell’ambito della presidenza italiana del G20.

L’evento, organizzato a Villa Pamphili a Roma, ha visto la partecipazione …

Il ritorno all’azione transatlantica congiunta appare confermata anche nella cornice multilaterale, dominata nei recenti anni da dossier climatico ed ora da quello della sicurezza sanitaria. Ed in questa cornice si inserisce il Global Health Summit del 21 maggio in cui il G20 a guida italiana e Commissione europea hanno reso Roma nuovamente protagonista di un’azione questa volta non solo esclusivamente europea, come fu per il 1957 e 2017, ma questa volta in chiave multilaterale rafforzata.

La Dichiarazione di Roma introduce due novità sostanziali: da una parte inserisce la sicurezza sanitaria globale come priorità multilaterale, e non più nazionale o regionale; dall’altra, ha trovato l’accordo tra interlocutori, tra essi Europa e Stati Uniti da una parte e Russia, Cina, Arabia Saudita e Turchia dall’altra, il cui dialogo dei recenti mesi è inequivocabilmente peggiorato.

Il Summit di Roma potrebbe avere il potenziale di gettare le basi di una cooperazione multilaterale rafforzata per la gestione delle crisi future, che, come dimostrato dalla pandemia da Covid19, sono in grado di colpire socialmente, politicamente ed economicamente in maniera indistinta. Solidarietà globale, equità, cooperazione multilaterale, governance, reazione potrebbero essere quei principi attorno ai quali gestire i rapporti con attori globali con cui il dialogo su dossier regionali è oggi difficile e danneggiato.

L’architettura sanitaria globale dell’era post-Covid19 come delineata dalla Dichiarazione di Roma dovrebbe rappresentare la cornice entro la quale inserire l’azione multilaterale del futuro attraverso un’azione che sia realmente a 360 gradi e che includa tutte quelle dinamiche duramente colpite dalle conseguenze pandemiche: non solo gestione pandemica ma catene di valore, infrastrutture, produzione e commercio internazionale con l’obiettivo finale della tutela del diritto alla salute di ogni cittadino.

Il Global Health Summit di G20 e UE

Venerdì 21 maggio Villa Pamphilj a Roma ospita il Global Health Summit, un evento speciale della Presidenza G20, organizzato dall’Italia in partnership con la Commissione europea e presieduto dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, e dalla presidente della Commissione europea, …

L’azione congiunta G20-Ue del Global Health Summit ha visto l’Italia agire come traino fondamentale. Il dinamismo italiano trova ispirazione nelle modalità con cui purtroppo la pandemia ha colpito il paese in termini di vittime e contagi; nel potenziale ed impatto del Next Generation EU ed i fondi allocati al paese che dovrebbero finalmente sbloccare la gestione italiana della questione climatica, sanitaria ed infrastrutturale; e della postura politica del presidente Draghi.

Come analizzato nel recente policy brief scritto insieme al collega e direttore di ECFR Roma Arturo Varvelli, sotto la guida del presidente Draghi e nella cornice G20 e COP26, l’Italia sta lavorando sulla gestione della pandemia a livello europeo e multilaterale, promuovendo al contempo gli interessi italiani ed europei strategici finalizzati a rafforzare l’Ue e la sua sovranità strategica ed azione come attore globale. Questo, lavorando al fianco degli altri Stati membri dell’Ue, insieme all’asse franco-tedesco, fungendo da ponte tra le grandi potenze concorrenti, nella più ampia cornice transatlantica in cui Bruxelles e Washington dialogano a pari livello.

Tutto questo ha la grande ambizione di contribuire a rafforzare e rilanciare il sistema multilaterale in modo che sia in futuro capace di gestire crisi e dossier globali.

Teresa Coratella è Program Manager di ECFR Roma

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